Come quando finiva l'Eurolega.
Per carità, nessuna intenzione di mistificare la realtà di oggi, dignitosa eppure ben distante.
Ma la fine della prima fase, e il modo in cui è finita, ha riesumato dal cassetto dei ricordi quello spaesamento di quando, passata la sbornia e finito il divertimento, con l'uscita dall'Europa alla Mens Sana restava ancora una stagione da concludere, e un risultato da portare a casa, per cui mettersi alle spalle l'inevitabile down iniziale per la delusione e rigenerare le motivazioni al volo.
La settimana senza partite, prima del via della poule, ha aiutato a rimettere la testa a quel che resta da fare, e a ricalibrarsi al nuovo obiettivo. Che, detto fuori dai denti, è più platonico che obbligato: evitare i playout per Mens Sana e Virtus, togliersi qualche soddisfazione facendo i playoff per il Costone. E però a prescindere dalla capacità di farcela o meno, le grandi sentenze sulla stagione che arriveranno a fine primavera, nei fatti per le senesi sono già delineate: per i valori emersi ormai in maniera chiara e per il tesoretto che ci si porta dietro.
Pur rispettando il fatto che è finita solo quando è finita, lasciamo la scaramanzia a chi ne ha bisogno e siamo oggettivi: salvo eventi epocali che per ciascuna sarebbero notevolmente difficili da gestire, solo l'imponderabile (ma veramente imponderabile) lascia aperta la porta allo scenario di un Costone capace di andare i playoff, vincere il tabellone e conquistare la promozione, o a quello di Mens Sana e Virtus che vanno ai playout, perdono entrambi i turni a dispetto del verosimile fattore campo, finendo tra le tre peggiori squadre su dodici dopo essere partite tra le migliori tre. E allora, quella che inizia da qui in poi (e febbraio è veramente presto per maturare questa consapevolezza) è solo un'appendice.
E' un'appendice importante perché il gusto che lascerà nel palato sarà quello che darà il senso della stagione, e così va vissuta. Per il Costone, e per il suo progetto in espansione, vivere la seconda fase da big è importante per prendersi il proprio posto in un tavolo nuovo, per affermare la propria statura in crescita anche oltre la dimensione cittadina e regionale in cui ormai è un'organizzazione riconosciuta: affermazione di cui per la propria storia vissuta a lungo ad altri livelli, e per la rapidità adesso della propria ascesa, ha bisogno più di quanto ne avessero le altre squadre senesi. Una seconda fase di alto livello, tenendosi lontani dai patemi, è invece importante per la Mens Sana e la Virtus per evitare la tossicità delle scorie che inevitabilmente lascia un finale di stagione vissuto, come succede in quella lotta salvezza allargata che sono i playout, più sul registro della paura e della sopravvivenza che dell'entusiasmo e della crescita.
Bene. Ma andando oltre, il modo in cui andrà la seconda fase quanto cambia davvero la stagione? Quanto cambia davvero negli annali se il Costone non fa i playoff? Per Mens Sana e Virtus arrivare tra le prime tre non è facile, ma quanto cambia davvero negli annali se non ci riescono e si salvano ai playout? Negli annali non cambia niente, perché tra un anno saranno tutte di nuovo qui - Mens Sana, Virtus e Costone - ancora una contro l'altra.
Bene. Ma andando oltre, il modo in cui andrà la seconda fase quanto cambia davvero la stagione? Quanto cambia davvero negli annali se il Costone non fa i playoff? Per Mens Sana e Virtus arrivare tra le prime tre non è facile, ma quanto cambia davvero negli annali se non ci riescono e si salvano ai playout? Negli annali non cambia niente, perché tra un anno saranno tutte di nuovo qui - Mens Sana, Virtus e Costone - ancora una contro l'altra.
E allora è inevitabile, e forse anche accorto, vivere questa seconda parte di stagione, non tanto in chi deve giocarla ma in chi deve "pensarla", come un momento in cui gettare le basi già per l'anno prossimo. Ad esempio nel convogliare più energie e sforzi fuori dal campo, sulla ricerca di risorse e partner, o sul lavoro di cura ed espansione del proprio pubblico, che è un tema per tutti: questa è la parte più interessante dal punto di vista progettuale, sebbene forse meno visibile. E poi c'è il campo. La metà di stagione vissuta fin qui non può essere sufficiente dopo 22 partite a dare verdetti inappellabili: è da adesso in poi che le conclusioni su cui basare il futuro, sui singoli e sull'impostazione dei progetti tecnici, prenderanno la loro forma definitiva.
Questa seconda parte di stagione cambia ormai poco. Eppure può fare la differenza, anche con vista sul futuro.
Questa seconda parte di stagione cambia ormai poco. Eppure può fare la differenza, anche con vista sul futuro.
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