Si è chiuso un capitolo, se ne apre un altro del tutto nuovo che però è figlio della prima fase. La stagione regolare ha dato indicazioni chiare, la pagella ne è solo la più logica delle conseguenze. Tra chi si è guadagnato un voto importante e punta adesso alla lode (il Costone) e chi, invece, è stato rimandato (Mens Sana e Virtus, seppur con prerogative diverse). Non a settembre ma a fine aprile, quando si chiuderà la poule salvezza.
MENS SANA – RECORD 11-11 - VOTO 6
Analizzare la prima fase della Mens Sana è un esercizio non
di poco fondo perché significa andare a ritroso in un continuo tourbillon di emozioni
e sensazioni. Contrastanti tra loro ed assolutamente altalenanti. Alla fine la qualificazione
al play-in gold è sfumata per episodi: dalla fatale rimessa finale di Arezzo,
quando bastava morire con la palla in mano per mantenere la differenza
canestri, alle “drammatiche” (sportivamente parlando) sconfitte maturate in volata
contro Quarrata e Costone che, poi, hanno condannato definitivamente i
biancoverdi alla poule salvezza.
Prima però c’erano state le vittorie con Lucca (in trasferta) e con la Virtus che avevano alimentato le speranze mensanine di centrare l’obiettivo della salvezza al termine della prima fase. Guarda caso sono anche le partite in cui Matteo Neri sembrava poter reggere dal punto di vista fisico. Di conseguenza sono state le partite in cui la Mens Sana è apparsa nella sua veste migliore, più completa sia a livello di idee che di uomini. Venuto meno il contributo di Neri, nonostante la vitalità di Jokic giunta cammin facendo, alla squadra è mancato "quel qualcosa" in più per finire tra le prime 6.
Non c’è da fare drammi. La consapevolezza dei mezzi di cui disponeva la Mens Sana era nota fin dall’inizio. La squadra ha saputo essere iper-perfomante finché ha potuto. Poi, in volata, sono riemersi alcuni limiti che comunque potevano essere messi in preventivo a inizio anno, sia a livello caratteriale che tecnico.
Per tutto questo, malgrado il non essere in poule promozione, i ragazzi di Paolo Betti non meritano l’insufficienza. Centrare un posto tra le prime 6 avrebbe fatto lievitare voti, giudizi e autostima. L’aver concluso nella seconda metà di classifica non ridimensiona niente. Anzi, dice solo che c’è ancora bisogno della miglior Mens Sana per guadagnarsi la salvezza. Confermando del resto le aspettative, a livello di difficoltà assoluta, dell’intera stagione.
VIRTUS – RECORD 11-11 – VOTO 5.5
Mi si chiederà: come mai c’è mezzo voto di differenza tra Mens
Sana e Virtus, nonostante lo stesso record di risultati a fine anno? La risposta
è molto semplice: a inizio anno c’erano una considerazione e delle aspettative
decisamente diverse tra le due squadre. Tutto pendeva in favore dei rossoblù
che, sulla carta, disponevano di un anno di esperienza in più in B2 e potevano
contare sugli innesti dei vari Gianoli (che questo campionato l’ha vinto un
anno fa), Zocca, Joksimovic, Braccagni ecc. Tutta gente che alimentava le credenziali
della squadra allenata da Evangelisti.
In realtà è servito l’arrivo di Guerra per trovare il bandolo di una matassa di una stagione troppo altalenante a livello di risultati. Certo, c’è stata anche una buona dose di sfortuna se si pensa ai vari infortuni patiti da Bartoletti, Calvellini, Dal Maso (finché c’è stato) e altri ancora. Sfortuna anche in episodi vissuti dal campo come il discusso finale di match con Empoli e la vittoria sfumata a Lucca con i due tiri della vittoria sputati fuori dal ferro.
Insomma, la Virtus ha di che recriminare: il voto rispetto alla fine del girone di andata migliora ma non è abbastanza per una sufficienza. Certo, le 7 vittorie e le sole 4 sconfitte del girone di ritorno sottolineano il grande sforzo effettuato per venire fuori da una situazione complicata. Purtroppo non è bastato. E adesso la Virtus ha il compito di cercare quel “quid” in più che le è mancato nella seconda fase. Numeri e potenzialità per farlo ci sono.
COSTONE – RECORD 13-9 – VOTO 8
La prima della classe è il Costone. Una squadra costruita
bene e che ha reso benissimo. Grazie a gerarchie e idee di gioco chiarissime,
un grande lavoro dello staff e la professionalità di un gruppo squadra che,
nonostante qualche ko di troppo, ha sempre trovato la maniera di reagire nel
modo migliore ai risultati negativi. Il voto avrebbe potuto essere anche più
alto se si fossero evitati passaggi a vuoto come contro la Virtus e a Castelfiorentino.
Ma nell’ambito di una stagione lunga e intensa qualche momento di "down" ci può
stare.
Anche perché quando c’è stato poi da graffiare, il Costone non ha solo graffiato, ha azzannato alla giugulare. Basti pensare alle vittorie con Quarrata, Empoli e Arezzo all’inizio del girone di ritorno: risultati che, di fatto, permettevano già di far partire il conto alla rovescia per la matematica qualificazione al play-in gold per la squadra di Belletti. Poco importa se poi questa è arrivata solo alla penultima giornata: il fatto che sia arrivata dopo una sconfitta e per effetto delle combinazioni dagli altri campi testimonia l’ottimo percorso stagionale dei gialloverdi.
Adesso chiamati alla sfida con le più forti dell’altro girone. Ma se i presupposti della prima fase verranno confermati, un posto nei playoff può essere un obiettivo alla portata del Costone.
Andrea Frullanti
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