Quella ottenuta dalla Mens Sana sulla Virtus (76-73) è una vittoria pesantissima che fa fare alla squadra di coach Paolo Betti un notevole passo avanti nella lotta per la poule promozione. È stata una partita fisica ma bella, tirata ma corretta in campo, giocata con grande rispetto reciproco da entrambe le squadre. Alla fine la vittoria è andata alla Mens Sana per dettagli, girati in favore dei biancoverdi anche per effetto della carica e del clima che solo il PalaSclavo: giocare di fronte a 2100 spettatori dà una marcia in più, inutile negarlo. Il tutto alla vigilia di un’altra partita casalinga da giocare, con Quarrata, un incontro ancora, se non di più, decisivo.
LA CHIAVE
È stata una Mens Sana molto lucida e solida. Che non si è
fatta mai prendere la mano e che, se non in rare eccezioni, non è andata incontro
a forzature come gli capitava nella prima metà di stagione. Sebbene sia anche
finita sotto di 9 nel primo quarto, la squadra di Betti non si è mai scomposta
ed ha continuato a portare avanti la sua pallacanestro. È forse questo il
merito più grande che ha condotto, prima, a rimettere le cose a posto instradando la gara sui binari della lotta colpo su colpo (e in questa occasione la Mens Sana ne aveva di più), poi all’allungo decisivo nell’ultimo periodo.
Le percentuali al tiro non sono state eccezionali, da una parte e dall’altra, ma alla Mens Sana va il premio di aver catturato per 8 rimbalzi in più della Virtus, di cui 14 in attacco. C’è poi il dato dei punti messi a segno da chi è uscito dalla panchina: 32-21 per la Mens Sana. Non solo grazie all’innesto di Jokic (5), ma anche ai contributi dei vari Neri (13), Pucci (8) e Pannini (6), la Mens Sana ha dimostrato di avere una maggiore profondità rispetto alla Virtus. Dote che alla lunga le ha permesso di far sua la partita
IL PROTAGONISTA
Balsa Jokic è già diventato l’idolo della folla. Contro la Virtus,
decisivo il suo recupero su Gianoli nell’ultimo periodo, unito a un’altra
stoppata nell’azione successiva. La partita si è indirizzata definitivamente lì
perché ha dato alla Mens Sana la possibilità di allungare in maniera decisiva.
Al di là della tecnica, e dei numeri (per il montenegrino 5 punti e 8 rimbalzi complessivi,
che non sono male), siamo di fronte a un giocatore che all’esordio casalingo ha
avuto impatto sul match e fiducia da parte dell’allenatore. La cosa però importante
è che c’è un giocatore che permette di allungare le rotazioni, di ampliare il range di scelta dello staff tecnico a livello tattico, di preservare
Prosek (che infatti è arrivato più lucido nel rush finale) e di lottare coi
lunghi avversari insieme a Ragusa, Sabia ecc. La profondità della Mens Sana si
vede anche da queste cose.
LA PROSPETTIVA
Adesso arriva Quarrata. Da quella che era considerata una finale, con la Virtus, a un’altra. Forse ancora di più rispetto
al confronto coi rossoblù. La Mens Sana ha 2 punti di vantaggio in classifica da
difendere a tutti i costi. Difficilissimo ribaltare il -20 dell’andata (la
peggior prestazione stagionale della Mens Sana), c’è però da mantenere il
distacco in classifica e, conseguentemente, aumentarlo a 4 lunghezze. Ma c'è di più: una vittoria
potrebbe anche dare la “quasi” certezza della poule promozione, quindi della salvezza,
se contemporaneamente anche Arezzo perde a San Miniato. Ma vietato fare calcoli o
pensare agli altri. La Mens Sana, se deve essere, accenderà le radioline a fine partita, a risultato acquisito. La
concentrazione con Quarrata deve essere totale, la posta in palio è massima.
Andrea Frullanti
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