È stato un fine settimana amaro per Virtus e Costone. La Virtus ha avuto per due volte in mano il tiro della vittoria e lo ha fallito, in casa della capolista Lucca, sfiorando per un’altra volta lo sgambetto come era peraltro già successo nel girone di andata. Il Costone, proprio come nel girone di andata, è andato a sbattere su Cecina, evidentemente la sua bestia nera, dovendo così registrare il primo ko interno della stagione.
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VIRTUS
Il
-1 del PalaFilarete è una punizione pesante per la Virtus. La squadra di coach
Evangelisti ha dimostrato – come del resto quasi sempre in campionato – di avere
carattere e numeri per competere. Anche con chi guida la classifica. Però non è
la sua annata: l’azione finale è lo specchio dell’intera stagione. Prima il tiro di Gianoli sputato dal ferro e poi anche il successivo tiro
di Calvellini che non ha fortuna, mentre tutto attorno succedeva un po’ di
tutto tra contatti, fischi mancati e molto altro.
La Virtus ha fatto molta paura a Lucca. Dimostrando ancora una volta di avere doti che non sono assolutamente rispecchiate dalla posizione in classifica. Ottimo l’approccio nel primo quarto, con soli 6 punti concessi ai padroni di casa, e ottimo l’assalto finale al fortino lucchese dopo che gli avversari si erano creati un minimo vantaggio nei periodi centrali dell’incontro grazie ai loro stoccatori offensivi.
La Virtus ha difeso bene, con solidità. Anche a livello mentale. Senza scomporsi e portando sempre avanti la propria idea di pallacanestro. Lo dicono i 14 punti di Calvellini, che insieme ai 10 di Costantini e Gianoli e ai 9 di Braccagni, Zocca e Guerra testimoniano come nell’arco del match ci siano stata una buona distribuzione di responsabilità.
Ma alla fine il risultato non è stato premiante e, purtroppo, è questa la cosa che maggiormente conta. Specie in questa fase di stagione dove ci stiamo avvicinando a tirare le somme della prima fase. Perché a 5 giornate dalla fine della stagione regolare, ci sono ancora 4 punti da recuperare su Arezzo e Mens Sana, rispettivamente quinta e sesta in classifica. La poule promozione è ancora possibile, quindi, ma occorrerà che tutti gli incastri e anche un pizzico di fortuna siano dalla parte dei rossoblù. La corsa è sulla Mens Sana, perché con Arezzo c’è anche la differenza canestri contro la Virtus. In tal senso, il match in viale Sclavo del 18 gennaio ha già tutti i connotati di una vera e propria finale.
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COSTONE
Giornata da dimenticare per il Costone che, per la prima volta in stagione, si è visto superare in casa. È stata Cecina la prima a violare il PalaOrlandi, imponendosi per 92-89, in un match in cui la squadra di coach Belletti ha concesso troppo: prima di questo incontro era di circa 71 punti la media delle realizzazioni subite in casa dai gialloverdi, oggi quel dato è salito a 76.6; in assoluto il Costone ha la quinta miglior difesa del campionato, 75.6 la media. Pochi numeri che dimostrano come i 92 concessi a Cecina siano veramente un qualcosa di straordinario per quello che è stato il percorso stagionale costoniano. Anche se, anche all'andata, erano stati 88 i punti che avevano condotto i marittimi alla vittoria. Segno che Cecina sa dove colpire e che, nel suo roster, ha le risorse per dare fastidio al Costone: tipo ad esempio fisicità per tenere in difesa i post gialloverdi e rotazioni offensive che hanno fatto male a Banchi e soci.
Contro Cecina il Costone si è svegliato tardi, con 32 punti messi a segno nel solo ultimo quarto, trascinata dai suoi principali realizzatori: Zeneli 21 punti, Nasello 18 e Bastone 14. Serata più incolore per i gemelli Paoli che alla fine hanno avuto in mano i possessi per mandare la partita all’overtime, senza però concretizzarli.
La sconfitta però non rappresenta un dramma per il Costone. È un inciampo, ci può stare, a patto che la squadra di rimetta in carreggiata subito. Il ko con Cecina si può dire che ha rallentato il cammino, non che lo ha fermato: al Costone manca pochissimo per accedere alla poule promozione. Tradotto, una o due vittorie. E poi si potrà pensare a prepararsi al meglio alla seconda fase.
Andrea Frullanti
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