lunedì 11 novembre 2024

Mens Sana, si è fermato l'attacco. Il percorso da fare e la responsabilità verso la piazza

Un’altra sconfitta, la seconda consecutiva. L’81-73 subito dalla Mens Sana è un’ulteriore prova del momento di calo che sta vivendo in questo periodo la squadra di coach Paolo Betti. Peraltro coinciso con il periodo del calendario in cui la squadra si ritrova a dover affrontare, di fila, le squadre sulla carta più forti. La classifica è cortissima e per ora la Mens Sana non ha subito scossoni in tal senso, trovandosi ancora nel gruppone delle prime 6. C’è però da registrare qualcosa, specialmente in fase di esecuzione. Perché Prosek, da solo, non può bastare.


LA CHIAVE

Lucca e Virtus sono state due partite simili. Arriviamo subito al nocciolo della questione: quando la Mens Sana ha trovato, come in questi due casi, avversari in grado di tenere a freno la sua irruenza, freschezza e atletismo, l’attacco biancoverde si è fermato facendo molta fatica a trovare soluzioni contro difese schierate. Le percentuali al tiro dei due match sono simili: se con Lucca la Mens Sana aveva chiuso con 21/71 dal campo con la Virtus il dato complessivo è di 24/71. A questi si devono aggiungere i 10 errori dalla lunetta che, in una partita persa di 8, hanno un grande peso specifico.

Difensivamente le cose vanno bene, la squadra sembra riuscire a reggere l’urto degli avversari, sebbene sia con Lucca che con la Virtus sia sempre stata costretta a rincorrere, ma è in attacco che sembra fare più fatica

A livello di singoli mancano i punti di Ragusa (0 con la Virtus) e di Pucci (che sembra in una fase meno ispirata rispetto all’avvio di campionato), così come di Pannini (2) e Neri (a secco contro la Virtus). Tognazzi è forse l’unico che ha il potenziale per trovare vantaggi partendo dal palleggio ma, raddoppiato sistematicamente, spesso viene chiuso in vicoli ciechi e forzature. E la difesa della Virtus, così facendo, lo ha fatto uscire presto dall’incontro.


IL PROTAGONISTA 

Il protagonista è sempre il solito Gianluca Prosek, giocatore bidimensionale e a tratti totale per la Mens Sana. 30 punti contro la Virtus conditi da 11 rimbalzi per l’ennesima doppia doppia stagionale. Però, come detto, la Mens Sana non può essere solo Prosek. Bene che contro la Virtus si sia sbloccato Belli (le sue triple sono state importanti per la rimonta fino al 65-65, quando poi la Virtus ha piazzato l’allungo decisivo): perché questa Mens Sana ha bisogno di trovare via via protagonisti diversi e di avere quante più alternative possibili per cercare di tenere il passo di un campionato che sembra aumentare sempre più, giornata dopo giornata.


LA PROSPETTIVA

«Un percorso sin qui ottimo che continua ad alimentarsi dell’entusiasmo e della carica agonistica di una piazza cestistica che spinge forte la squadra biancoverde. Adesso però arriva un bel tour de force». Lo dicevamo all’indomani della vittoria con San Miniato. E qualcosa nel frattempo è già cambiato. Lo 0/2 con Lucca e Virtus rischia di far vacillare qualche sicurezza alla Mens Sana. Specie alla vigilia di una settimana tostissima dove c’è da affrontare Quarrata, Empoli in casa e il Costone al PalaOrlandi per chiudere il girone di andata. 

Li avevamo chiamati «esami di maturità» ma non ci sono rischi di bocciatura. La Mens Sana tutta (società, staff e squadra) sa quello vuole, cioè la salvezza, e che per ottenerla non è dovuto (anche se auspicabile) dover arrivare nelle prime 6 al termine della prima fase. Il percorso può essere più lungo e sofferto e questi due ko consecutivi per certi versi lo dimostrano. 

Cosa non è cambiato? La «carica agonistica della piazza». 150 persone all’esterno dei cancelli del PalaCorsoni perché il settore ospiti all’interno non li poteva contenere tutti sono un’immagine forte. I tifosi sono i primi stakeholders (tradotto portatori di interessi) di una qualsiasi realtà sportiva. Vanno rispettati. Se non altro perché fanno sacrifici (anche il semplice pagare il biglietto) per assistere e sostenere la propria squadra. In quest’ottica la Mens Sana deve sentirsi responsabilizzata perché ha numeri che nessun’altra ha. Se la si guarda in quest’ottica, lavorare per migliorarsi e cercare di porre fine quanto prima alle striscia negativa deve essere un ulteriore e importante stimolo.

Andrea Frullanti


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19 maggio 1973 

 

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