Il girone di andata della Mens Sana è terminato con la sconfitta del PalaOrlandi. 66-58 in favore di un Costone più cinico e forse lucido nei frangenti finali del match. L’incontro è stato deciso dagli episodi che lo hanno indirizzato verso i padroni di casa. La Mens Sana non ne esce ridimensionata seppur con un po’ di rammarico perché – ma è facile dirlo con senno di poi - sarebbe bastato poco per portare a casa i due punti.
LA CHIAVE
È stata una partita in cui le difese hanno prevalso sugli
attacchi. Marrucci su Banchi, Pucci su Bastone e Ragusa su Zeneli le scelte iniziali
di coach Paolo Betti che hanno dato ottimi frutti. Specie in un primo tempo in
cui la Mens Sana ha sempre condotto, toccando anche il +8 con i canestri di
Prosek e Tognazzi (belli i loro duelli rispettivamente contro Nasello e
Bruttini). A inizio secondo tempo però il break costoniano ha ribaltato la
partita, insieme ad un’ottima difesa che ha concesso ai biancoverdi appena 9
punti in tutto il 3° periodo, di fatto costringendo l’incontro a un lungo punto
a punto. Deciso infine negli ultimi 2 minuti di gioco.
Con la Mens Sana che aveva perso già Ragusa e Pucci per raggiunto limite di falli, il 5° fallo di Prosek (antisportivo su Bastone, molto meno bello il confronto tra i due, nervoso e spigoloso che non rende merito alle abilità di entrambi) ha mandato Bruttini in lunetta: il +4 sul 58-54 ha lanciato la volata costoniana. La Mens Sana, forse stanca per il grande sforzo profuso durante tutto il match, non è riuscita più ad avvicinarsi, i liberi e i tecnici hanno portato al 66-58 finale.
È stata una partita molto intensa e fisica. Quasi un’appendice delle finali dello scorso anno per tensione e carica agonistica. Con una cornice “calda” che ha preceduto e seguito il confronto. Ma di cui, non ce ne vogliate, non ce ne occuperemo. Il punteggio e l’andamento del match testimoniano il grande climax emotivo che ha accompagnato la sfida. Sembrava di essere già ai playoff e non alla fine del girone di andata della stagione regolare.
La Mens Sana può recriminare perché è stata la squadra che ha messo maggiormente in difficoltà il Costone al PalaOrlandi, forse l’unica che a Montarioso l’ha sorpresa per come ha tenuto gli uno contro uno. Specie nel primo tempo. Nel secondo tempo è venuta fuori forse la maggior scaltrezza dei gialloverdi che hanno difeso in maniera più furba rispetto ai biancoverdi.
Il dato dei tiri liberi è eloquente: 9 tentati dalla Mens Sana contro i 26 tirati dal Costone hanno un peso specifico enorme. Perché significa che, nell’ambito di una partita in cui i giocatori se le sono “sportivamente” date, una squadra ha tirato il triplo dalla lunetta rispetto all’avversaria, di fatto attaccando con lucidità e mascherando meglio i contatti nella propria metà campo. I bonus raggiunti presto dalla Mens Sana - nel terzo quarto specialmente - hanno concesso al Costone la possibilità di trovare punti a cronometro fermo e, in una partita dal così basso punteggio, questo fattore è stato assolutamente rilevante.
IL PROTAGONISTA
Nonostante la sconfitta, che fa male, dal punto di vista
morale la Mens Sana può e deve elogiare le prestazioni dei suoi singoli. Anche
chi ha messo pochi punti a referto, dove in doppia cifra figurano solo Tognazzi
e Belli, 16 e 10 punti. Buon apporto di Neri, a cui comunque manca ancora un po’
di efficienza al tiro (e deve lavorare per trovarla), Marrucci e Pannini. Peccato
per il 5° fallo arrivato presto di Pucci che, nel quarto quarto, aveva messo a
segno i suoi 7 punti di fatto trascinando i suoi e mettendo in difficoltà il Costone.
Prova equilibrata e lucida anche in difesa, dove si è sacrificato un po’ su tutti.
Meritava maggior fortuna, come tutti i suoi compagni, ma stiamo parlando di un
giocatore che sta dando segnali di ripresa e crescita dopo un periodo difficile.
LA PROSPETTIVA
Anche se si è concluso con una sconfitta, la Mens Sana può e
deve uscire dal PalaOrlandi a testa altissima. Lo ha sottolineato anche coach Paolo
Betti come l’atteggiamento e la mentalità di squadra fatte vedere in casa del Costone
siano quelle giuste. Occorre proseguire su questa strada. Con maggiore
equilibrio e lucidità. Doti che “s’imparano” crescendo. Proprio come è il motto
della squadra. C’è ancora una metà di stagione regolare da affrontare e la Mens
Sana è in piena lotta per un posto tra le prime 6. C’è materiale su cui lavorare,
c’è del potenziale ancora da esprimere, c’è da guardare al domani con fiducia e
senza frenesie. Lavorando con entusiasmo come la squadra e l’ambiente hanno
dimostrato di saper fare nei mesi e negli anni scorsi. Il cammino è ancora
lungo ma la strada, se la squadra è quella vista contro il Costone, è quella
giusta.
Andrea Frullanti
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