Nemmeno il più abile degli sceneggiatori avrebbe potuto scrivere un copione così emozionante e un finale a sorpresa come quello del derby tra Mens Sana e Virtus. Il successo dei biancoverdi – e di pari passo il ko virtussino - apre di fatto uno scenario nuovo nel campionato: sia in vetta, dove la bagarre per la Virtus si fa più serrata con nuove antagoniste che si iscrivono alla lotta per la promozione diretta; sia in zona playoff, con la Mens Sana che supera in classifica il Costone battuto (di misura e con più di una recriminazione) a Quarrata.
QUI MENS SANA
Vuoi per il palcoscenico - i dati precisi non sono stati resi noti ma erano sicuramente più di mille tifosi al PalaEstra -, vuoi per le emozioni e l’intensità che ha regalato la partita, oggi le luci della ribalta sono tutte per la Mens Sana. L’incredibile vittoria nel derby fa giustamente esultare tutto l’ambiente biancoverde e non solo per come è nata la vittoria: rimontare nei 6 minuti finali il -14 maturato fino a quel momento è un’impresa e come tale va celebrata.
Un’impresa che nasce anche grazie alla spinta del pubblico: il tifo organizzato in queste categorie è croce e delizia, basti pensare alle multe che giocoforza la società sovente è costretta a pagare. Contro la Virtus, il tifo è stato un’arma in più ed ha rappresentato quella molla che ha fatto fare uno scatto d’orgoglio alla Mens Sana quando tutto sembrava volgere al peggio: i cori dalla curva che hanno coinvolto tutti, gli errori e le disattenzioni di una Virtus (che pensava potesse bastarle amministrare) sono stati l’input – forse l’unico che veramente serviva – per ribaltare tutto. Fino al tripudio finale.
E poi c’è il progetto tecnico. Che va avanti con convinzione e unione d’intenti. Soprattutto con un gruppo di giocatori che segue pedissequamente, con intensità e abnegazione, quelli che sono i diktat tecnici che arrivano dalla panchina. Elementi, questi, che permettono alla squadra di Binella di superare i propri limiti. Nel derby si è visto tutto questo: senza Buca, Benincasa e Lazzeri, la Mens Sana si è schierata a zona per quasi tutta la partita ed ha retto botta anche quando le straordinarie individualità virtussine provavano a scavare un solco tra le due squadre. La Mens Sana non si è mai scomposta, non ha mai deragliato: ha incassato e ha colpito nel finale con Menconi (terminale offensivo che si sta ritagliando grande considerazione anche in Gold), Iozzi (che c’è sempre e che, grazie all’intensità che mette in campo, riesce a superarsi) e Tognazzi (la cui adrenalina è mancata tantissimo alla causa quando i risultati non arrivano).
Detto questo, è bene che la Mens Sana continui a mantenere questo atteggiamento. Visto che stanno arrivando partite stra-importanti per Pannini e compagni. Il turno infrasettimanale è stato rimandato a giovedì 30 marzo. E sarebbe stato uno scontro diretto in quel di Altopascio dove difendere il +25 dell’andata. Ma non c’è da preoccuparsi, un altro scontro diretto, forse ancora più impegnativo se si valuta il tasso tecnico dell’avversario, arriva domenica: è Lucca a dover far visita al PalaEstra partendo dalla vittoria (+5) ottenuta nella prima metà di campionato.
QUI VIRTUS
L’altra faccia del derby è quella delusa e amareggiata di una Virtus che ha cullato – e a buon diritto per tre quarti di partita – il sogno di far en plein nelle stracittadine stagionali e soprattutto di agganciare il primo posto in classifica (anche se in coabitazione con Cecina, Prato e Castelfiorentino). Invece, il primo confronto senese giocato lontano dal PalaPerucatti è coinciso con il primo, bruciante per come è maturato, ko per la squadra di Franceschini.
La partita è sempre stata in controllo per la Virtus. Oddio, visto l’esito finale è bene dire in apparente controllo. Sul piano tecnico, infatti, la Virtus ha dato più volte l’impressione di poter chiudere l’incontro a suo piacimento. La squadra di Franceschini è stata per larghi tratti superiore e più profonda a livello di rotazioni e scelte offensive. Ma qui è subentrata la vanità: ci sono stati una serie di episodi in cui si è cercato lo spettacolo, la giocata ad effetto, il no-look, ecc. Tutto questo a discapito dell’efficacia. Insomma, alla Virtus è mancata la zampata finale, il colpo del ko quando la Mens Sana era barcollante sul ring.
Una dote su cui lavorare se l’ambizione virtussina è quella di vincere il campionato o quantomeno di arrivare tra le prime quattro. Anche perché adesso la corsa alla promozione diretta si complica e non poco. Sono sei le squadre in lotta, tutte racchiuse nello spazio di 2 punti: Cecina, Prato e Castelfiorentino a 34 punti; Virtus, Legnaia, Spezia a 32. Buon per Bartoletti e compagni che l’occasione per rifarsi arriva subito. Anzi, le occasioni. Mercoledì al PalaPerucatti va in scena Virtus-Spezia, scontro diretto di importanza capitale nell’economia della stagione rossoblù. A seguire, sabato sera, trasferta a Firenze in casa dell'Olimpia Legnaia, l'altra coinquilina del secondo posto in classifica e squadra che, al pari della Virtus, si è rinforzata tantissimo in inverno per cercare di centrare il salto di categoria senza passare dai playoff.
QUI COSTONE
Oltre alla Virtus, un’altra vittima della vittoria nel derby della Mens Sana è il Costone, uscito battuto di misura in quel di Quarrata. Partita molto complicata per i colori gialloverdi, con la squadra della Piaggia che lamenta - nuovamente - una serie di episodi che l’hanno penalizzata ai fini del risultato finale. Ultimo, anche solo per ordine temporale, il fallo tecnico che ha portato all’uscita anzitempo di capitan Bruttini nei frangenti finali, quando l’ipotesi di rimonta costoniana sembrava quasi concretizzarsi.
In ogni modo, al di là degli episodi, va detto però che adesso sono 3 le sconfitte consecutive riportate dalla squadra di coach Ricci. Un elemento che smorza gli entusiasmi dopo il cambio di allenatore e il conseguente cambio di rotta che aveva caratterizzato la rimonta costoniana verso un piazzamento playoff. Nonostante il cambio di formula del campionato, oggi il Costone sarebbe tra le 4 escluse dalla post-season. Ed anche questo è un elemento che non può far alto che aumentare la frenesia di una stagione sfortunata e difficile per il Costone. E che adesso si avvia verso un rush finale altrettanto complicato e in salita.
Nulla però è ancora perduto. Ci sono 7 partite ancora da giocare, a partire dalla trasferta a Valdisieve. Occasione ghiottissima per rimettersi in carreggiata, raggiungere Mens Sana e Altopascio in attesa del loro recupero, e spegnere sul nascere qualsiasi velleità di rimonta da parte del team fiorentino.
Andrea Frullanti
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