La pausa del campionato è il momento migliore per stilare un bilancio parziale della prima metà di stagione. Mancano due giornate infatti alla fine del girone di andata e, più specificatamente, solo una per Costone e Lucca che hanno anticipato quello che sarebbe stato il primo match dell’anno solare: quindi, sebbene un po’ in anticipo rispetto al calendario stagionale, un punto della situazione è quanto mai opportuno per capire cosa attendersi da gennaio in poi.
MENS SANA: VOTO 7
«Al di là di ogni più rosea aspettativa». È questa la frase più ricorrente tra chi analizza e chi vive le vicende cestistiche della Mens Sana. Partita per fare un campionato di rincorsa rispetto a squadre più attrezzate ed esperte, la Mens Sana ha sorpreso tutti per la sua capacità di poter stare e competere anche in Gold. L’attitudine e l’etica del lavoro di viale Sclavo hanno portato a risultati molto più che positivi che sono evidenti e sotto gli occhi di tutti.
Da qui il 7 pieno in pagella. Voto che poteva essere anche più alto se i biancoverdi non avessero lasciato per strada qualche punto: basti pensare al match d’esordio con Valdisieve così come alla trasferta a Lucca, senza dimenticarsi della rimonta subita da un +25 nel derby con la Virtus. Risultati che avrebbero potuto lanciare la Mens Sana verso un altro campionato ma che, da un certo punto di vista, possono avere il grande merito di far rimanere la squadra di coach Binella coi piedi per terra.
Infatti, nel girone di ritorno, l’asticella si alzerà ulteriormente per i colori biancoverdi: la Mens Sana si è conquistata sul campo una considerazione e un rispetto che a inizio campionato non aveva e, conseguentemente, molte avversarie la aspetteranno con più attenzioni, cercando di “scoutizzare” più dettagliatamente il suo gioco e impedendole di esprimersi sui livelli visti in questa prima metà di campionato. Trovare soluzioni alternative dal punto di vista tecnico e delle energie sarà fondamentale in tal senso. Tradotto in soldoni, significa riavere un Pannini in forma e recuperare almeno uno tra Tognazzi e Milano, con un loro efficace inserimento nelle rotazioni. Da questi “nuovi innesti” passeranno le fortune della Mens Sana da qui a primavera.
Plus: la fisicità
Se la Mens Sana ha dimostrato un’inaspettata competitività molto lo deve alle caratteristiche fisiche del suo roster: avere 4 giocatori di stazza che superano o che si avvicinano ai due metri di altezza è di per sé un quid in più; Buca si è inserito bene e a tratti dimostra di avere doti tecniche difficilmente arginabili; poter disporre in alternanza di Empilo, Lazzeri e Iozzi e da 3 (a tratti anche Bovo) è cosa non da poco per la categoria.
Minus: manca un “go-to-guy”
La forza della Mens Sana è il collettivo, quello che manca semmai è un giocatore che si prenda tiri e responsabilità nei momenti decisivi. Un’individualità di spicco, un elemento che risolva le partite quando la palla pesa. Difficile, quasi impossibile, da poter disporre di un simile profilo in un roster composto pressoché da solo esordienti per la categoria.
VIRTUS: VOTO 6.5
«In medio stat virtus», dicevano i latini. Aforisma che si presta alla perfezione per descrivere la prima metà di stagione della Virtus («nomen omen», guarda un po’). Se si guarda alla griglia di partenza di inizio stagione, la squadra di coach Franceschini è dove ci si aspettava che fosse, cioè a rimorchio delle prime. Ok, il treno per la promozione diretta sembra un affare che riguarda Cecina, Castelfiorentino, Spezia e Prato (quest’ultima meno annunciata rispetto alle altre 3), ma la Virtus è lì, pronta a guidare le inseguitrici o almeno a essere la testa di serie numero 2 del tabellone playoff che metterà in palio la quarta promozione (con conseguente vantaggio nel fattore campo almeno fino all’eventuale finale).
6 punti di distacco sono forse troppi per cercare di riagganciare i battistrada: un distacco che è figlio di quel novembre nero che ha attraversato la Virtus, vincendo solo nel derby con la Mens Sana e uscendo sconfitta dagli altri 5 incontri. Quella crisi di risultati è il più grosso motivo di rimpianti relativi alla prima metà di stagione rossoblù, insieme all’uscita dal roster di Cacciatori che obbligherà la società a tornare sul mercato per rimpolpare il settore lunghi.
Da qui il voto: positivo sì ma senza eccessivi picchi di entusiasmo, visto che momenti di difficoltà ce ne sono stati. Un fattore comune a tutte quelle squadre alle prese con un cambio generazionale e di gerarchie all’interno del proprio organico. Quale è la Virtus 2022/’23 dove gli Olleia, gli Imbrò e i Bianchi devono convivere con la progressiva e costante crescita dei vari Bartoletti, Costantini e Calvellini. Se la Virtus troverà la quadra a tutto questo, oltre che un’alternativa importante per sostituire Cacciatori, si presenterà ai playoff come favorita o, quantomeno, come protagonista annunciata.
Plus: l’asse play-pivot
Dopo la crisi di novembre, ma già durante quelle partite perse, è emerso un fattore fondamentale per analizzare la stagione virtussina. Le chiavi tecniche della squadra sono in mano a Giulio Bartoletti, playmaker fatto in casa (made in Siena al 100%, è stato anche alfiere di Piazza, ndr) che sta vivendo la stagione della sua definitiva consacrazione. L’altro leader tecnico è Caridi, giocatore ideale per affrontare questo tipi di campionato, dove c’è da lottare e farsi sentire (non a caso quando si è infortunato la Virtus ha avuto non pochi problemi). L’asse play-pivot rossoblù è la spina dorsale attorno a cui coach Franceschini sta costruendo le sue rotazioni cercando di dare un’identità sempre più definita alla squadra.
Minus: come colmare la partenza di Cacciatori?
La rescissione con Cacciatori lascia semmai una piccola lacuna da colmare nel settore lunghi virtussino. Anche perché Cacciatori è giocatore bidimensionale, con caratteristiche difficilmente rimpiazzabili in attacco e in difesa. Il mercato per il momento non sembra offrire grosse occasioni, la Virtus monitora la situazione ma è chiaro che non farà mosse avventate in tal senso. Nell’attesa di un eventuale nuovo innesto, si rivedrà sicuramente con maggiore frequenza giocare Olleia da 4, ruolo che potrebbe coprire anche Bianchi in determinate situazioni tattiche.
COSTONE: VOTO 4.5
Inutile girarci intorno: risultati alla mano, il Costone è la delusione di questa prima metà di stagione. Il voto traduce in numeri la mancata risposta alle aspettative di inizio campionato che, sulla carta, ponevano i gialloverdi tra i candidati più autorevoli per lottare per posizioni nobili della graduatoria. Gli entusiasmi per il campionato vinto in Silver e per un roster che in estate si era rinforzato con gli arrivi di Banchi, Pisoni e Terrosi si sono infranti con la miriade di infortuni e defezioni che hanno colpito la squadra della Piaggia che praticamente mai si è presentata al completo in questa prima parte stagione (preseason compresa).
L’esonero di coach David Fattorini e l’arrivo di Daniele Ricci rappresentano una svolta per certi versi inevitabile, stante le dinamiche che si sono venute a creare a Montarioso. 4 vittorie in 14 partite sin qui disputate sono un bilancio che grida vendetta. Può semmai rappresentare un segnale d’incoraggiamento la vittoria ottenuta a Lucca nell’anticipo della penultima giornata d’andata. Un fattore positivo insieme a quell’impegno che mai è venuto meno, nonostante tutto.
Il Costone deve ripartire da qui, con l’obiettivo di ribaltare il giudizio maturato fino a questo punto. Come dicono i professori a scuola: siamo a fine primo quadrimestre, margini e tempi per evitare la bocciatura ce ne sono ancora, basta mettersi a lavorare e farlo subito.
Plus: l’orgoglio
Avere in squadra un elemento come Luigi Bruttini ha aiutato e non poco in una situazione difficile, in cui c’erano più motivi per mollare definitivamente la presa durante questo durissimo girone d’andata. Ben al di là dei numeri e di punti messi a segno dal capitano costoniano. La verità è che avere un giocatore che ha il gialloverde scolpito nel dna aiuta tutti i compagni a rimanere collegati mentalmente con ciò che c’è da fare. Uno stimolo che è anche un caposaldo essenziale per cercare di ripartire.
Minus: esaurito il bonus
L’arrivo di coach Ricci significa che il Costone ha voluto voltare definitivamente pagina dando un segnale forte. Si può dire che la stagione gialloverde inizia a gennaio: nei prossimi 5 mesi la squadra della Piaggia si gioca tutto, cercando di rivendicare le ambizioni di inizio stagione. C’è da correre e tanto per recuperare il terreno perso. Potenziale per rimontare c’è, margini di errore no: anche questo è un fattore che potrebbe generare una certa pressione (leggasi frenesia) nell’ambiente costoniano.
Andrea Frullanti
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