Virtus 4 punti, Mens Sana 2, Costone 0. È questa la classifica avulsa dei derby senesi del girone d’andata. Una graduatoria sì ideale ma che in effetti sembra rappresentare un ordine di valori piuttosto esaustivo rispetto a ciò che ha detto fino ad oggi il campionato: Virtus sopra le altre, come ci si aspettava alla vigilia, Mens Sana oltre le aspettative ma ancora con qualche lacuna da colmare, Costone in difficoltà e che da avvio alla cura Ricci per cercare di invertire il trend.
QUI COSTONE
Poco da dire sul derby perso al PalaPerucatti. L’autogestione non ha funzionato. O meglio, non poteva durare più di quel primo quarto chiuso orgogliosamente in vantaggio di una lunghezza dalla squadra della Piaggia. Alla prima accelerata della Virtus, il Costone è andato al tappeto. Positiva poi la reazione e la voglia di rimanere attaccati alla partita fino alla fine, segno tangibile che i giocatori ci tengono. Però, senza un coach vero e proprio (non ce ne voglia Terrosi, lui e i suoi compagni hanno fatto il massimo), è stato piuttosto facile perdere la bussola. Soprattutto dal punto di vista nervoso. I falli tecnici e di pura frustrazione di Banchi e Ondo Mengue nel finale di partita sono assolutamente emblematici in tal senso.
Ma, chiusa questa parentesi, è bene concentrarsi sul domani costoniano e su cosa significa l’arrivo di Daniele Ricci in panchina. Il cambio allenatore vuol dire sostanzialmente solo una cosa: il Costone vuole mettere un punto e andare a capo, come se da gennaio iniziasse una stagione del tutto nuova per i colori gialloverdi. Obiettivo: recuperare il terreno perso nella prima metà di campionato e staccare un pass per i playoff. Nel prossimo turno arriva Altopascio al PalaOrlandi poi si aprirà un periodo, la pausa natalizia, dove la squadra della Piaggia dovrà lavorare per conoscersi vicendevolmente col nuovo coach, resettare il quadro mentale e tecnico, ripreparandosi anche fisicamente all’anno nuovo.
È forse prematuro parlare di nuovi innesti in organico, si può dire che i recuperi degli infortunati possono rappresentare di fatti i movimenti più rilevanti in entrata per il Costone. Terrosi, per esempio, dovrebbe tornare regolarmente a disposizione a gennaio. Silveira è da valutare, ma potrebbe rientrare anche prima. Del resto, in un momento così delicato, se si vuole ripartire, bisogna puntare sulla fiducia e sulla responsabilità di tutti: società, allenatore e giocatori. Da questo punto di vista, la linea tracciata dal Costone sembra piuttosto chiara.
QUI VIRTUS
Seconda vittoria di fila in campionato e una ritrovata solidità. La Virtus sembra essere uscita da quel novembre nero dove aveva racimolato appena una vittoria (derby con la Mens Sana) e 4 sconfitte. 5 se si considera anche il ko interno con Arezzo di fine ottobre. In ogni modo, se la Virtus è riuscita a mettersi alle spalle questo periodo difficile, è perché è riuscita a trovare nuove gerarchie e un’identità di squadra ben più definita. Leggasi anche: chiavi della squadra affidate a Giulio Bartoletti, sempre leader tecnico rossoblù e soprattutto sempre più capace di leggere le partite e capire come e quando prendersi responsabilità o distribuirle ai compagni.
Ruoli che sembrano definirsi sempre più anche per i senatori: con il Costone, per esempio, si sono fatti sentire in maniera decisamente incisiva sia Imbrò (12 punti) che Bianchi (8). E poi c’è un’altra certezza: Caridi, giocatore che, per energia e intensità, rappresenta un vero e proprio termometro tecnico/umorale della squadra. Insomma, basi solidissime che stanno permettendo ai vari Calvellini, Costantini e Berardi di crescere senza troppe pressioni, così come a coach Franceschini di aspettare i definitivi rientri dei vari Cacciatori e Ricciardelli senza dare eccessive responsabilità agli altri. Un equilibrio ritrovato in questo finale di anno solare e su cui lavorare durante la pausa di Natale, visto che poi (l’8 gennaio) ci sarà da affrontare Cecina al PalaPerucatti nel primo incontro del 2023.
QUI MENS SANA
Per la Mens Sana c’è da fare pochi discorsi e analizzare, con obiettività e franchezza, ciò che significa la giusta sconfitta di Agliana. È questo il livello della squadra di coach Binella: un buon livello, che va ben al di là delle aspettative di inizio stagione ma che, al tempo stesso, deve tenere tutti coi piedi per terra perché, contro le squadre più esperte (quali Agliana), la Mens Sana paga dazio alla maggiore fisicità, esperienza ed aggressività degli avversari. E non potrebbe essere altrimenti visto che, se si guardano i curricula biancoverdi, si vede facilmente che solo in pochi hanno esperienze pregresse a questi livello.
Insomma, a oggi la dimensione della Mens Sana è questa: una squadra che sa lavorare e che, proprio per questa sua attitudine, è stata in grado di crescere e migliorarsi in maniera evidente. Però, di fronte a squadre più attrezzate dal punto di vista tecnico e sotto il profilo del talento individuale, è facile (quasi logico) andare in sofferenza. Un fattore che gran parte dell’ambiente aveva messo in preventivo, ma non nei termini espressi fino ad oggi dal parquet.
Una consapevolezza che può aiutare anche in futuro: l’attenzione, l’applicazione e l’etica del lavoro che si respirano in viale Sclavo permettono alla squadra di giocarsela con chiunque, alzando progressivamente la propria asticella, senza fare voli pindarici che rischierebbero di bruciare o snaturare il progetto tecnico impostato a inizio anno. Una prospettiva, questa, che può essere considerata un’altra solida base su cui impostare il match con la forte e quotata Prato, ultima uscita dell’anno solare, in cui la Mens Sana non ha niente da perdere e tutto da guadagnare. Idem per ciò che concerne la seconda parte di campionato: viste le premesse, è logico attendersi un innalzamento del livello globale del campionato, specie nei confronti di una Mens Sana che, già da qualche settimana, viene guardata in tutt’altro modo dagli avversari che incontra per strada. Buca e compagni sono avvisati.
Andrea Frullanti
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