Il Costone è in Serie C Gold. È questa la sentenza, definitiva, che arriva dopo la vittoria gialloverde, ottenuta per 76-70 sul campo di Altopascio. Un traguardo prestigioso, voluto e raggiunto con una giornata d’anticipo rispetto alla chiusura della regular season. Un risultato meritato per quello è stato l’andamento della stagione e, soprattutto, se si guarda alle due vittorie nei derby con la Mens Sana che, di fatto, hanno deciso il campionato.
La partita della promozione ha certificato la forza del team costoniano: a parte un finale thrilling, con qualche errore di troppo a causa del cosiddetto “braccino”, i gialloverdi sono apparsi sempre in controllo, con una difesa attenta, ottime giocate dal pick’n roll e soluzioni chirurgiche da parte delle proprie bocche da fuoco (per la cronaca, il tabellino recita: Bruttini 23, Ondo Mengue 18, Silveira 11, Niccolò Mencherini 9, Ceccarelli 8, Scekic 7, Leonardo Mencherini 4 punti).
Immolata sull’altare della vittoria la consueta diretta web di Costone channel, andata in panne a metà partita: senza il commento del solito “Bobbe” Bruttini, la partita è stata trasmessa su Facebook con mezzi di fortuna, una camera orientata in maniera perpendicolare rispetto al campo di gioco e la telecronaca affidata al pathos, alle urla e alla tensione di tifosi, dirigenti e staff gialloverdi.
Un altro elemento che dà “una piega” del tutto particolare alla vittoria. Ma al di là delle battute, le cose importanti sono altre: con questo successo il Costone certifica il +2 sulla Mens Sana e la sua irraggiungibilità in classifica, sancendo con certezza matematica il suo salto di categoria in virtù dei due scontri diretti vinti. L’ultima partita, il 24 aprile con Montale, diventa così una piacevole passerella. Un po’ come la maglia gialla sugli Champs Élysées: solo che la festa sarà a Montarioso e le maglie saranno gialloverdi…
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E chissà tra 60 anni come parleremo di questo trionfo costoniano. Chissà se i contorni di questa vittoria avranno la stessa epicità di quelli della stagione 1966/1967, chissà se le date 12 dicembre 2021 e 27 marzo 2022 avranno lo stesso peso decisionale del 20 novembre 1966 e 5 marzo 1967 sulla storia della pallacanestro senese (ci sarebbe anche il 7 maggio, per un ripasso di storia rileggere “Che bello è”). Fu uno spartiacque per il basket cittadino, perché da lì in poi la Mens Sana veleggiò verso il professionismo e la storia del Costone prese un’altra direzione.
Ma già oggi la storia sembra diversissima. Chiamato a un nuovo ciclo vincente dopo le stagioni memorabili sotto la presidenza di Patrizia Morbidi, da quando è griffato Vismederi e con Emanuele Montomoli alla guida, il Costone ha impostato un progetto di crescita per riportare in alto la società della Piaggia. Nelle ultime due stagioni le ambizioni erano massimali: ma se l’anno scorso il Covid e una chimica non ottimale non avevano creato le condizioni per arrivare al successo, in questa stagione il team guidato da David Fattorini è apparso onestamente inarrestabile, soprattutto nei momenti decisivi (leggasi derby).
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Il volto della vittoria è senza dubbio proprio quello del presidente Montomoli che, anche grazie alle sua conoscenze accademiche, ha saputo agganciare e ingaggiare due giocatori come Silveira e Juliatto, due autentici lussi per la categoria. E anche quando quest’ultimo si è fatto male, è arrivato Nikola Scekic, altro elemento di categoria superiore che ha certificato la volontà costoniana di spiccare il volo.
Se poi si parla di “altre categorie”, impossibile non menzionare Bruno Ondo Mengue che a Siena avevamo imparato a conoscere quando era arrivato alla Mens Sana in Serie B (stagione 2014/2015). Dopo un anno di assestamento, dal punto di vista fisico e mentale, Ondo Mengue è diventato il leader tecnico della squadra (insieme alla bandiera Bruttini, ovviamente), trascinando letteralmente il Costone alla vittoria. Vincenti sono anche le due combo-guard, Ceccarelli e Niccolò Mencherini, forse i due migliori play in circolazione, stante lo straordinario mix di tecnica ed esperienza.
Bastano questi pochi nomi per capire come l’ambizione del presidente Montomoli aveva affidato a coach Fattorini una squadra quasi irreale per la categoria. Un team di galacticos che il tecnico costoniano ha saputo far esprimere al meglio, riducendo al minimo le rotazioni (di media, in ogni partita, il Costone ha schierato sempre 7 o 8 giocatori) e affidandosi alla classe e alla forza dei propri giocatori. I risultati, da questo punto di vista, sono stati eccellenti e assolutamente premianti.
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E poi c’è la storia. Anzi, le storie. Quella di Niccolò Franceschini: 10 anni fa fu lui a realizzare il canestro della staffa che consegnò al Costone di Marco Collini la vittoria nei playoff con Monsummano e la promozione nell’allora Dnb. Ad Altopascio Franceschini non era neppure a referto ma tutti hanno ancora negli occhi le sue triple nel derby con la Mens Sana.
La storia del Costone è però la storia di “Gigi” Bruttini, capitano e dna gialloverde da una vita. Il suo è l’ennesimo trionfo in gialloverde: c’era nel 2012, c’era quando sollevò la Coppa Toscana nel 2015 e c’è oggi. Sempre con la canotta 18 sulle spalle e sempre con il Costone nel cuore. Se il volto del successo costoniano è quello di Montomoli, l’anima è senza dubbio quella di Bruttini.
E poi ci sono le storie che devono essere ancora scritte, come il finale di questa stagione. Oggi coach David Fattorini riceve da Pierfrancesco Binella lo scettro di ultimo coach vittorioso per la società della Piaggia. La storia dice che la mitica stagione ’66/’67 si concluse con l’abbraccio tra i due allenatori, Brenci e Cardaioli. Sarebbe bello se un simile gesto festante si potesse vedere anche dopo i playoff…
Andrea Frullanti
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