La Virtus cola a picco a Livorno, battuta 71-60 dal Don Bosco ultima forza del campionato. Le trasferte di Lucca e Livorno dovevano essere la rampa di lancio per la rincorsa virtussina, oltre che un modo per cercare di sistemare anche il pessimo rendimento esterno che fino a questo momento ha fatto registrare solo due vittorie fuori casa (a Castelfiorentino l’8 dicembre e a Pisa il 27 febbraio, ndr) e ben 11 risultati negativi. Invece, al netto di sfortuna, influenze e infortuni vari, rischiano di affossare il morale della squadra oltre che minare il cammino verso i playoff.
IL MOMENTO DECISIVO
La partita si è decisa sostanzialmente nel primo quarto: la Virtus ha completamente fallito l’approccio alla partita ed è entrata in campo pigra del punto di vista difensivo e totalmente slegata in attacco, dove si è visto qualcosa di positivo solo grazie alle iniziative di Olleia dal post (Olleia con 16 e Zambonin con 17 unici due in doppia cifra, ndr). Ma anche in questo caso stiamo parlando di iniziative sporadiche e individuali. I punteggi parziali di primo e secondo quarto hanno rappresentato una condanna per la Virtus: 17-8 al 10’, 36-21 dopo 20’. A Livorno è bastato amministrare la gara per far sua la partita. Don Bosco che prima di affrontare la Virtus aveva vinto solo due partite in tutto il campionato. È forse anche questa una chiave di lettura? La Virtus ha sottovalutato l’avversario? Lasciamo ai ragazzi di coach Spinello il beneficio del dubbio.
LA CHIAVE
Adesso, alla Virtus, occorre un cambio di mentalità. Oltre che un cambio di passo. Che la stagione sia complicata e sfortunata per più motivi è un dato di fatto, ma è anche vero che l’atteggiamento dei rossoblù a Livorno (e in parte anche a Lucca) è stato troppo passivo. Una lacuna quasi sempre evidenziata in ogni partita giocata lontano da Siena. Sorprende poi vedere una squadra, che faceva del collettivo e della coesione un suo punto di forza, mollare alla prima difficoltà. O almeno, non è quello a cui ci hanno abituato negli anni i vari Lenardon, Bartoletti, Nepi, Bianchi, Olleia e Imbrò. Anche da parte loro serve uno scatto di orgoglio e una presa di responsabilità, quantomeno per cercare di concludere la stagione nel miglior modo possibile.
IN CAMPIONATO
Nel frattempo siamo solo a metà dell’intenso tour de force che attende la Virtus nel mese di marzo. In programma (in ordine) ci sono gli incontri con: Gema Montecatini e Castelfiorentino in casa, Herons Montecatini fuori e poi il recupero del match con Prato (31 marzo) ancora al PalaPerucatti. Premesso che i match contro le due termali possono anche essere dati per persi, vista la grande forza degli avversari, gli altri due sono di vitale importanza per la stagione rossoblù. Quantomeno per cercare di salvare il rendimento interno che è speculare ma fortunatamente opposto (solo 2 sconfitte in 10 partite disputate in Via Vivaldi) rispetto a quello in trasferta: sono le vittorie casalinghe che, fino a questo momento, stanno mantenendo la Virtus in linea di galleggiamento e di fatto ancora in corsa per i playoff. Adesso, l’obiettivo principale è non disperdere questo “tesoretto”.
Andrea Frullanti
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