Mi prendo la licenza di incominciare con Ron Behagen, nato a New York il 14 Gennaio 1951, uomo dalle riprovevoli cadute ma, ed è quello che a noi interessa, giocatore assolutamente incantevole per gli standard italiani. Nello specifico, nell'élite dei migliori visti all'opera in maglia biancoverde.
Dopo una non trascurabile esperienza Nba, nella stagione '79/'80 scegliendo la Mens Sana segna in modo indelebile una generazione di appassionati senesi, in virtù di un magnetico carisma e di un modo di giocare solido ma che sa ben compiacere gli occhi.
Con Behagen in campo la squadra disputa una buona Coppa Korac in cui sfiora l'accesso alla semifinale e un discreto ma altalenante campionato in cui non centra i playoff.
Non vi sono colpe specifiche a lui ascrivibili, sebbene a taluni piace evidenziare che nelle notti senesi (e fiorentine...) non conduce una vita propriamente da atleta.
E sia, chiamiamolo pure viveur, ma è solo l'antesignano di molti altri poi passati da Viale Sclavo. Alla resa dei conti però, con classe, fantasia e scaltrezza riversa sul parquet un campionario di cose qualitativamente pregevolissime, che nella pur fornita galleria dei giocatori del Club finiscono per porlo in modo imperituro tra i grandissimi e indimenticabili.
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Il 13 Gennaio 1974, nella vittoria 79-71 contro la Brina Rieti che ha in Gianfranco Lombardi l'allenatore/giocatore (segna 6 punti), con Carl Johnson a quota 21 + 19 rimbalzi, il capitano mensanino Umberto Campanini segnandone 8 stabilisce il proprio record di punti in una partita di serie A.
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Pur avendo chiuso in vantaggio il primo tempo, il 14 Gennaio '79 l'Antonini perde a Rieti 76-68, con i padroni di casa dell'Arrigoni che hanno da Sojourner, Meely e Zampolini ben 68 punti in tre, tanti quanti l'intera Mens Sana (Bucci a quota 24).
E' la prima di sei sconfitte consecutive che per un team spintosi oltre i propri limiti (tre giornate in testa alla classifica) segnano il ritorno alla realtà.
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Della partita di Coppa Korac giocata il 9 Gennaio 1980 e vinta 95-85 contro i francesi dell'Aspo Tours, prossimi a divenire campioni nazionali, mi piace ricordare il gesto tecnico/atletico di prim'ordine di Gianni Tassi, che ferma un tiro da fuori area del nazionale francese Jacques Cachemire, più alto di lui di una manciata di centimetri, stoppandogli la parabola dopo aver saltato da dietro alle sue spalle.
Sul campo neutro di Reggio Emilia quattro giorni dopo, lo stesso Tassi, Ceccherini e compagni fanno un doppio miracolo battendo la Pinti Inox Brescia che in campionato è in serie positiva da 8 turni.
La squadra allenata dal “Barone” Sales è forse la più fisica del torneo, innervata com'è da atleti e corporature fuori dal comune.
Basti ricordare Bill Laimbeer, centrone poi a lungo in squadre vincenti in Nba e a tutt'oggi considerato il giocatore più sporco e duro che la lega professionistica americana abbia mai avuto.
Con lui Marco Solfrini di vent'anni; l'esplosivo e muscolare playmaker Palumbo; l'ala Marusic; Marc Iavaroni e in panchina per ogni evenienza i 212 centimetri di Ario Costa.
Prima di quello della vittoria (93-91), l'altro miracolo, quello di riaccendere una partita che a pochi minuti dal termine sembrava chiusa a causa del largo vantaggio dei bresciani.
E' principalmente Ron Behagen a farsi carico dell'entusiasmante rimonta, sulle ali di una serie di ciuff da 6/7 metri che sembra infinita.
Il Napoletano quella sera chiude con 34 punti, sfiorando il suo record in maglia senese.
Impazziti di gioia, al suono della sirena i tifosi si riversano sul parquet e sui giocatori, come a palio vinto i contradaioli sul tufo.
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A Vigevano, segnando 41 punti all'American Eagle nella partita vinta 103-95, l'8 Gennaio '84 George Bucci pareggia la sua seconda prestazione balistica di sempre.
La precedente a Milano quasi 6 anni prima (7 Maggio '78), in occasione della partita di playoff contro il Cinzano di Mike D'Antoni.
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Il 13 Gennaio 1985 sfortunato ritorno sulla panchina senese per Carlo Rinaldi, che vede la sua squadra perdere in casa 77-74 contro la Pepper Mestre.
Al dodicesimo scontro diretto tra società, per la prima volta i mestrini battono la Mens Sana.
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A Fabriano, 365 giorni dopo, in un'altra gara persa di 3, segnando 35 punti C.J. Kupec sigla il suo massimo score nelle 26 gare da mensanino.
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14 Gennaio 1990, serie B, a Cagliari una partita di estrema sofferenza che infine diviene pietra miliare della scalata alla serie A.
Priva dall'avvio dell'insostituibile Diego Pastori e del suo cambio Battistella, nel tempo supplementare a causa dei falli la Mens Sana si trova a corto di titolari.
L'allenatore Lombardi deve necessariamente schierare un senior, Maurizio Lasi, al fianco di 4 junior: Daniele Aprea, Francesco Braccagni, Vincenzo Di Giuseppe e Alessandro Frosini. Quest'ultimo è un pivot di ruolo; gli altri arrivano al metro e novanta solo alzandosi in punta di piedi.
Però nei minuti in campo i giovanissimi biancoverdi spremono ogni risorsa fisica, tecnica ed emotiva, tanto da chiudere la frazione avanti di due punti, 88-86, per un successo che ha del clamoroso per com'è maturato.
Il solo Aprea non va a punti, ma contribuisce come gli altri alla vittoria, soprattutto in chiave difensiva.
Una vittoria che se fosse una figlia porterebbe belli evidenti i tratti somatici di Luca Finetti, all'epoca dei fatti vice di Lombardi e coach di quella vispa juniores mensanina.
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L'8 Gennaio 1995 al Palasport di Viale Sclavo c'è un'atmosfera particolare, ma straordinariamente festosa per il derby tra Mens Sana e Pistoia.
Delle due squadre quella senese ha in campionato una percentuale di vittorie inferiore al 45%, l'altra addirittura al 40%, sufficienti però a farle rientrare entrambe nella zona playoff.
Quel che più conta è che sono distanti da quella retrocessione, data l'inconsistenza dei team di Montecatini e Reggio Emilia, e non è una cosa da poco per una neopromossa come la Comerson di Pancotto.
Già, Cesare Pancotto. Nel giorno in cui festeggia il quarantesimo compleanno, oltre ad essere l'acclamato beniamino degli appassionati senesi, che ha saputo riportare in A1 al primo tentativo, lo è anche degli ospiti, i pistoiesi, a cui ha regalato quelle stesse emozioni due anni prima.
L'atmosfera è altresì corroborata dal sentito gemellaggio che le tifoserie fanno vivere fin dall'estate dell'86.
Per i senesi le cose in campo si mettono bene, perché hanno ottime risposte (anche difensive) sul perimetro e sotto canestro reggono botta con Turner e Comegys, invero appena al di sotto dell'efficacia abituale a causa della solidità della coppia Embry/Howard, su cui coach Papini fa convergere gran parte dei giochi pistoiesi.
Guidati dalla verve di Vidili e Fumagalli i biancoverdi mettono saldamente le mani sulla gara e portano a sé i due punti per la classifica ben prima del quarantesimo, quando il tabellone segnapunti si arresta su un eloquente 93-78.
Intanto l'amichevole atmosfera si è guastata a causa di una bagarre accesasi dopo uno splendido alley-oop di Matteo Anchisi, schiacciato in canestro dal felino Dallas Comegys.
L'altro senese John Turner e il pistoiese Stephen Howard vengono alle mani e si scaraventano a terra dopo alcune provocazioni. Subito Comegys si getta sul groviglio, poi altri intervengono a sedare la rissa.
Ma dal parquet la contesa si propaga inarrestabile agli spalti e contrappone le due tifoserie, che in un istante mandano alle ballòdole l'ormai decennale gemellaggio.
Tuttavia sopravvive tutt'oggi in alcuni datati esponenti della curva nord un sincero e ricambiato rapporto di stima e amicizia con i corrispettivi pistoiesi.
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Il 14 Gennaio 2001 si fissa una delle immagini più iconiche della storia recente della Mens Sana Basket.
Dopo una gara in cui insieme a Chiacig (argine difensivo, ma al contempo 24 punti con 10/12 ai liberi), Brian Evans e Sly Gray ha condotto la Mens Sana alla vittoria (73-67), Boris Gorenc ha una frizione col presidente canturino Francesco Corrado e di conseguenza con l'intero palasport.
Alle offese, minacce e alla pioggia di sputi risponde con una posa plastica, simile alla gigantesca statua del “Cristo redentore” che troneggia su Rio de Janeiro.
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Nella vittoria 77-62 sui baschi del Tau Ceramica, l'8 Gennaio 2003 Mirsad Turkcan fissa in 21 il numero record di rimbalzi che un giocatore mensanino abbia preso in una partita di Euroleague e contestualmente in 17 quello dei difensivi.
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Nel Gennaio 2009, in sei giorni i biancoverdi superano al PalaSclavo i futuri campioni d'Europa del Panathinaikos (82-77), poi a Udine la Snaidero di 31 punti (92-61) e infine a Nancy, ancora in Euroleague, in una partita dove 7 biancoverdi vanno in doppia cifra, i padroni di casa con 24 punti di scarto (103-79).
In quelle tre partite Terrell McIntyre offre assist come monete d'oro nei quiz in tv. Soprattutto nell'ultima, a Nancy, perché in soli 22 minuti d'impiego ne distribuisce addirittura 11.
Produrne più di 10 in una sola gara non è per lui una novità, perché nel 2007 ne aveva fatti contare una volta 12 e una 11, sempre a spese di Cantù.
Nell'anno di grazia 2008, di nuovo 12 nella sfida per il terzo e quarto posto della Final Four di Madrid, poi 11 contro Rieti e 10 contro Biella.
Nel 2009 oltre agli undici di Nancy, ne smazzerà altrettanti a Zagabria in Ottobre e 10 a Villeurbanne in Novembre.
E nel 2010 infine, 11 anche al Real Madrid.
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Giugno 2010 segna la fine del rapporto con grandissimi giocatori quali McIntyre e Sato.
Giugno 2012 quella con Andersen, Lavrinovic, Kaukenas, McCalebb, Thornton, Zisis e addirittura Pianigiani e Stonerook.
La squadra che nasce quell'estate è stravolta e lontana parente di quelle che hanno assicurato anni di successi.
Ha sì talento, ma già sul nascere è minata nel fisico (Marcelus Kemp), nell'attitudine (Kasun), nelle certezze (Sanikidze), nella panchina (Rasic), eppure ha l'urgenza di trovare un difficile amalgama tra esperienze cestistiche tanto diverse tra loro, appoggiandole a quattro capisaldi: Banchi, Carraretto, Moss e Ress.
Un compito spinoso portato poi sorprendentemente a termine, ma che nei mesi ebbe inciampi e delusioni alternati a momenti esaltanti (stagione regolare di Euroleague e conquista della Coppa Italia).
Uno dei passaggi peggiori fu vissuto in diretta televisiva il 14 Gennaio 2013 sul campo di Sassari, dove campioni in carica vennero largamente battuti dal Banco di Sardegna: 96-66, trenta punti.
Passivo che per trovarne uno simile in campionato bisogna percorrere a ritroso ben 469 partite e tornare al 22 Maggio 2001, a gara3 dei quarti di finale dei playoff, quando la Paf Bologna inferse alla Ducato di Frates un 96-65, eliminandola dalla corsa scudetto.
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Il 14 Gennaio 2011 rimbalza l'annuncio della firma di Marko Jaric con la Mens Sana fino alla fine della stagione in corso.
Giocherà 17 gare in campionato (5,4 punti di media) e 12 in Euroleague (11,3 di media).
Il suo picco di forma sarà tra la fine di Marzo e l'inizio di Aprile, con convincenti prove sia in campionato che in Europa, tra cui la decisiva gara 3 del playoff conto l'Olympiacos, che dominerà grazie a una prestazione da un punto al minuto e oltre il 90% al tiro.
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