Avere solo due squadre davanti (peraltro entrambe battute) e ritrovarsi in vantaggio o al massimo alla pari rispetto a ogni squadra che punta alla promozione, eccetto Scafati e Agrigento, continua a non rendere la Mens Sana una squadra che oggi può aspirare a vincere il campionato. Ma la vittoria su Barcellona, la quarta consecutiva, è quella che sancisce intanto il raggiungimento del primo obiettivo stagionale, la salvezza.
Non c'è ovviamente la certezza aritmetica. Può sempre crollare il mondo, e qualora succedesse se ne prenderà atto. Ma la Mens Sana è a +12 e con lo scontro diretto a favore su Barcellona ultima, a +6 sulla zona playout e a +4 sull'uscita dalla zona playoff. L'analisi di Alessandro Ramagli ha aggiunto un elemento interessante: "Questa è la quarta partita del girone di ritorno in cui andiamo 2-0 con gli avversari o ribaltiamo lo scarto dell'andata".
Per una squadra che ha i risultati dalla sua parte, fa bene Ramagli a ponderarli sulla base di come arrivano, oltre che con chi arrivano: "Abbiamo giocato una buona partita offensiva, ma in difesa ci siamo lasciati andare in certi momenti giochicchiando un po' troppo, ci è mancata quella continuità difensiva che ci poteva permettere di spaccare la gara". Con chi è arrivato il successo: contro l'ultima in classifica che, per quanto in ripresa, si è oltretutto presentata a Siena in sei, senza Centanni.
Come è arrivato il successo: a strappi. Da -9 dopo tre minuti a +10 a inizio terzo quarto al +1 di fine terzo quarto, fino al +14 tre minuti dopo, e infine dal +15 di metà quarto periodo ad avere un solo possesso di vantaggio nell'ultimo minuto. Ma anche sempre in controllo. E' arrivato col massimo di punti in maglia Mens Sana di Bryant, 31 con 16/17 ai liberi. Col massimo di assist di Roberts, 8, e nei prossimi giorni ci sarà modo di parlarne. Con 7/11 da tre di Borsato nelle ultime due partite. Mandando cinque giocatori in doppia cifra.
Non solo: con la seconda miglior prestazione offensiva dell'anno (98 punti), perché si sapeva che sopra i 75 punti segnati non ci sarebbe stata partita,ed eccedere questa quota di un terzo ha aiutato anche a cancellare l'altra variabile, quella di Barcellona sempre vincente con almeno il 33% da tre. Invece i siciliani stavolta hanno perso pur chiudendo con 12/27, 44%. Bravi loro a vivere una giornata del genere, soprattutto Migliori (un 6/8 da tre bisogna anche saperlo infilare).
Ma qualcosa si poteva fare meglio nel giorno in cui si è eguagliato il massimo stagionale per punti subiti (91), contro il terzultimo attacco del girone che ha segnato 20 punti più della propria media, e che così tanto aveva segnato solo un'altra volta. Nel giorno in cui gli attacchi hanno vinto sulle difese, la buona notizia è che la Mens Sana ha saputo trovare un modo per vincere, (anche) grazie al maggior numero di possessi grazie al miglior lavoro a rimbalzo d'attacco (col contributo di Udom, 3, e Ranuzzi, 2), e grazie al maggior numero di perse a cui si è comunque costretta Barcellona: 15, il 50% in più della Mens Sana.
Tutto questo per capire che ha senso tenere i piedi per terra. Ma resta pur sempre il momento più alto da quando un anno e mezzo fa una storia si era interrotta in finale scudetto. Resta pur sempre il momento di godersela.
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