Già, il quintetto base. A Omegna, pardon Verbania, ha sfiorato il minimo stagionale: 47 punti, uno solo in più di Barcellona. Certo, il turno infrasettimanale, contraddistinto dall’ennesimo lungo viaggio su e giù per l’Italia, ha ‘costretto’ Ramagli ad attingere a piene mani alle rotazioni per avere gente fresca sul parquet. Cosa che aveva fatto in maniera ridotta contro Reggio (solo 35 minuti) ma che era stata gestita in modo omogeneo nelle altre cinque partite (mai più di 61 minuti e mai meno di 52 per la panchina).
Il termine ‘panchinaro’, sia chiaro, è improprio: sarebbe più politically correct parlare di ‘titolare aggiunto’, caratteristica che fa la differenza. Borsato lo è stato, nei numeri contro la Paffoni e nella gestione del gioco in altre occasioni, Cucci pure, specialmente nelle prime uscite. Il problema, semmai, è che per il momento solo loro due hanno dimostrato di poter sostituire i cinque partenti: solo qualche buon sprazzo per Bucarelli, il nulla, o quasi, da Cacace e Marini.
Resta il fatto che nelle partite in cui la panchina ha segnato più punti (Omegna 27, Barcellona 21, Scafati 17) sono arrivate tre sconfitte, mentre in quelle in cui la produzione è stata minore (Latina 16, Reggio Calabria 12, Casale 11) sono arrivate tre vittorie. E viceversa, o quasi, col quintetto base: fatta eccezione per la partita di Trapani (69 punti dei titolari, appena 4 della panchina), quando lo starting five ha prodotto di più in termini di incidenza dei punti segnati è arrivata la vittoria, quando ha inciso di meno sono arrivate le sconfitte. E comunque il dato da rimarcare resta la concomitanza tra le due performance più produttive della panchina (Omegna, Barcellona) e le due peggiori partite stagionali.
Altra caratteristica della panchina: nelle tre vittorie Borsato e company si sono presi 7,6 tiri a partita, quando perde il dato sale a 11,7, ovvero quasi il doppio. La conclusione sembra scontata: meno la palla è nelle mani del trio americano, Ranuzzi e Udom, più aumenta la possibilità di sconfitta.
Cosa serve a questo punto? Massimizzare e integrare il rendimento di titolari e panchinari. È chiaro che questa integrazione fa parte di un processo di crescita costante che non si può concludere dall’oggi al domani: non è che d’incanto domenica sera contro Tortona ci sarà una distribuzione perfetta di punti e tiri. Ci si arriverà strada facendo, giornata dopo giornata, forse neanche troppo presto. Intanto però non si può prescindere dal rendimento dei big.
ps: i colleghi di Spicchi d'Arancia in serata rilanciano la notizia dell'arrivo alla Mens Sana del 16enne montenegrino Janko Cepic. Per saperne di più, un mese e mezzo fa ne avevamo parlato qui
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