Ci siamo. E' arrivato il 25 novembre, il giorno della seconda asta dei trofei della Mens Sana. Dalle 8 alle 8. Una ferita da sanare: quella della fine della Mens Sana Basket in primo luogo, e in secondo luogo quella dell'esito della prima asta il 3 giugno. Che qualcosa ha detto, se non insegnato. I meccanismi stavolta saranno quasi gli stessi a parte alcune differenze sostanziali come la divisione in lotti (se ne parlò qui).
L'altra volta la strategia fu di mandare deserta l'asta: funzionò per le prime quattro fasi, una diversa tattica sulla quinta fase (quella a offerta libera) non avrebbe esposto al rischio di perdere i trofei da eventuali mani non amiche e soprattutto poteva aver già chiuso i giochi a un prezzo molto relativo (inferiore ai duemila euro, IN TEORIA). Stavolta il Comitato La Mens Sana è una Fede sarà presente. E, sul piano economico, ci sarà anche la Mens Sana. Ecco come.
Lezioni dall'altra volta? "Ci fu tanta paura che effettivamente ci fosse tanto gioco al rialzo - ha detto alla vigilia a Palla al Cerchio il presidente del Comitato Alessandro Lami -. La base di partenza erano i 60mila euro sparati dal curatore fallimentare, roba che non sta né in cielo né in terra. Un gioco al rialzo che poi non si è verificato per le aste che ci sono state. Per questo stavolta si è azzardato di più".
Sei persone hanno dato la disponibilità al Comitato per monitorare le aste l'intera giornata. Un altro paio daranno una mano e un po' di cambio: non essere tanti è anche una scelta, per evitare confusione. Degli oltre 40 lotti, è stata fatta la scelta di dare la priorità a 37 lotti: praticamente quelli dei titoli della prima squadra e delle giovanili, tralasciando i megalotti con targhe, riconoscimenti e abbigliamento.
La decisione è stata presa in accordo con la Mens Sana, che contribuirà. Polisportiva o Basket? Alla riunione col Comitato c'erano i vertici della Polisportiva e un consigliere della sezione Basket... Che tipo di contributo dà la Mens Sana? Ha messo a disposizione la cauzione. Avere le disponibilità per pagare la cauzione a così tante aste fu uno degli ostacoli alla partecipazione il 3 giugno. Dunque, sono 50 euro per iscriversi all'asta di ogni lotto, moltiplicato per 37 lotti, che fa quasi duemila euro. Alla vigilia secondo il Comitato questa cifra andrà poi moltiplicata per le cinque diverse fasi dell'asta (in verità le informazioni arrivate dall'IVG erano state diverse, vedremo).
Tirando le somme, non è difficile dedurre la cifra messa a disposizione dalla Mens Sana. Essendo cauzione, viene restituita dopo l'asta, o almeno viene restituita l'eventuale eccedenza rispetto al prezzo pagato per aggiudicarsi l'asta. Quindi di fatto è come se fosse tutto budget messo a disposizione, perché teoricamente tutto spendibile. Non è il disvelamento di un segreto di stato, ma il funzionamento dell'asta valido per chiunque volesse partecipare.
A questo denaro andrà poi aggiunto quello delle sottoscrizioni. Essendo sottoscrizioni non sono versamenti già avvenuti, ma promesse: i soldi saranno anticipati (dalla Mens Sana?) e poi restituiti una volta riscosse le sottoscrizioni. Rendere pubblica la disponibilità sarebbe strategicamente insensato, ma "è un budget che ci dà una certa sicurezza, con l'intenzione di non farsi prendere per il collo, come per i 60mila euro di richiesta iniziale", dice Alessandro Lami.
Vediamo come finisce e se sarà un intervento efficace (dalle premesse sembra di sì ma le somme si tirano alla fine) ma intanto è già da segnalare la presenza della Mens Sana in tutto il processo. L'altra volta ne fu reclamato l'intervento, se ne sentì la mancanza, almeno simbolicamente, per quanto in coerenza con la strategia adottata. Poi per promuovere o bocciare, come sempre, aspettiamo i fatti.
Poi ci sono questioni accessorie: il personale dell'IVG che ha pubblicamente rinunciato alla propria parte di compenso, che verrà girata alla Mens Sana per l'acquisto della bacheca in cui mettere i trofei. Ma a questo si penserà dopo l'asta, dopo aver visto com'è andata, così come all'idea di un museo del basket senese, o almeno mensanino, in cui includerli.
E dopo l'asta si penserà alla vera questione sostanziale qui da sempre sostenuta: il riconoscimento in capo alla nuova società delle vittorie della Mens Sana Basket, che ne era una costola. Non è un mostro giuridico, è quello che è stato concesso dalla Fip a tutte le nuove emanazioni delle società storiche. Intanto ci sono dei simboli da portare a casa. Non era una questione prioritaria al momento in cui comportava svenarsi a prezzi poco sensati. A condizioni accettabili, è qualcosa a cui la gente della Mens Sana tiene molto. Rispettare questa posizione sarebbe e sarà già un'ottima premessa.
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