I giocatori giovani nel roster sono un investimento non solo perché si punta sulla loro crescita, sul fatto di arrivare ad avere domani giocatori più forti di quanto siano oggi. Ma anche perché la Federazione prevede premi per il loro utilizzo.
Il regolamento, per un campionato concepito anche come alveo per lo sviluppo dei giocatori giovani, stabilisce che ogni squadra deve avere tre "under", giocatori nati nel 1994 o prima. Impiegandone due, si paga una "tassa" una tantum di 5mila euro. Impiegandone uno, 15mila. Impiegandone nessuno, 25mila.
Chi punta al salto di categoria, si può permettere di pagarla. La Mens Sana ha scelto un'altra strada, e di "under" ne avrà quattro: Cucci, Marini, Cacace e il decimo uomo di cui si attende l'annuncio. Tutti classe '95, che li rende idonei per rientrare nella quota "under" anche tra un anno, quando verosimilmente la Mens Sana sarà ancora in categoria.
La Fip distribuirà alle società più virtuose nell'impiego dei giovani un montepremi totale di 500mila euro. Per "concorrere" bisogna impiegare gli "under" per trenta minuti complessivi (tre da 10 minuti, per esempio) di media. Non "concorre" chi retrocede e chi usa meno di tre "under" (al momento Verona, Scafati, Brescia, Trapani, Bologna e Mantova. La Mens Sana invece è al momento la squadra che ha più "under", quattro, certo in ricca coabitazione con altre sette squadre.
Chi impiega di più i giovani, minuti alla mano, prenderà 75mila euro, la seconda 60mila, la terza 50mila, poi 40, 35, 30, 25 e 15 fino all'ottava. Si assegnano poi premi per chi manda almeno all'interzona le squadre Under 15, Under 16 e Under 18. Infine si assegnano 5mila euro a testa per ogni giocatore che sarà convocato l'estate prossima nelle nazionali giovanili per Europei o Mondiali. E anche qui la Mens Sana non è messa male.
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