Tre anni sono domani, si era scritto a fine estate, per dare conto dell'urgenza obbligata sul tema del palazzetto, a oggi esposto al rischio di non essere più utilizzabile alla scadenza del certificato di idoneità sismica nel 2027. Non è terrorismo, non è voler cercare la notizia a effetto dove non c'è. Rischia seriamente, invece, di NON essere sempre la solita situazione che si risolve "all'italiana" con deroghe che tanto poi arrivano (e lo dice anche il cambio di passo che c'è stato nell'affrontare la sicurezza del palazzetto negli ultimi anni). La speranza e l'obiettivo è che che affrontare di petto la questione, nota da tempo alle parti interessate, sia nell'interesse di tutti per provare a non ritrovarsi fuori tempo massimo.
Tre anni sono domani non come modo di dire generico, né per voler fare gli esagerati, ma sulla base della mole, della lunghezza e anche della difficoltà potenziale già delle indagini e delle analisi per avere innanzi tutto la necessaria fotografia dello stato della struttura. E soprattutto poi tenendo conto della mole, della lunghezza e della difficoltà potenziale, ma anche dei costi, delle opere eventualmente da fare: nel peggiore dei casi notevoli, anzi nel peggiore dei casi tali da dover cercare una soluzione alternativa (e a quel punto ancor di più tre anni sono "domani". Anzi sono "ieri"). Solo che nel frattempo non sono più tre anni, sono passati quasi sei mesi, e nulla si è mosso. Ma promette, questo sì, sul fronte dell'amministrazione comunale, di muoversi adesso a passo doppio. Per forza.