Un anno fa ci lasciava Ezio Cardaioli, il padre della pallacanestro senese. E anche molto di più. Oltre all'omaggio di Siena, il mondo del basket ha onorato la sua figura storica. A dodici mesi dalla sua perdita, ne celebriamo la memoria sportiva attraverso il tributo del più grande dei suoi avversari in panchina, Dan Peterson. Ecco il suo ricordo:
La prima volta contro - dal libro "Dal basket amatori alla Serie A. Andata e ritorno" |
Ezio Cardaioli era non solo un grande allenatore, ma anche un grande personaggio. Parto dalla sua bravura come coach. Era il maestro assoluto di due cose che facevano esasperare ogni avversario (a partire da Peterson!): le sue zone diaboliche e il suo attacco al rallentatore. Non solo mescolava ogni tipo di zone mai inventata nel basket, la cambiava ogni possesso: 3-2, 2-3, 1-3-1, Box + 1, Triangolo + 2, Match-Up. Una volta, a Siena, noi, Virtus, dovevamo attaccare sette diverse difese in sette azioni. Poi, ogni sua azione in attacco andava oltre 20”, così stancando la difesa che, prima o poi, si rilassava per dare a Siena un tiro comodo. Nessun coach ha fatto "più con meno" che Ezio Cardaioli, sicuro.
Mi è costato anche tre scudetti, con tre diverse squadre. Nel 1974-75, nella poule scudetto, batte la mia Virtus, e così ci mette fuori concorso per il titolo. Nel 1979-80, con Forlì, sbanca San Siro in Gara 1 dei quarti, costringendoci a spendere un patrimonio di energia per rimontare Gara-2 a Forlì (sotto, 30-10, dopo 10’), poi Gara-3 a Milano. Eravamo svuotati contro Cantù in semifinale. Infine, nel 1982-83, con Livorno, con il tiro di Paleari che ci ha sconfitto al Pala Lido, facendoci finire a pari merito per il primo posto con il Banco di Roma, con differenza canestri a loro favore, che ha deciso la finale, 2-1 per Roma, con ogni partita vinta dalla squadra di casa: Roma-Milano-Roma.
Poi, come personaggio, era al livello di Elio Pentassuglia, Dido Guerrieri, Tonino Zorzi o Valerio Bianchini. Sapete che, dopo una partita, gli allenatori si danno la mano. Raramente dicono qualcosa oltre “Buona partita”. Amen. Una volta, abbiamo sbancato Siena. Mi ferma dopo la gara e mi dice: “Ah, oggi, certamente, non mi hai fatto un gran piacere”. Poi, il titolo del suo libro (autobiografia) fotografava lo spirito dell’uomo: “Dal basket amatori alla Serie A, Andata & Ritorno”. Geniale. Infatti, ha fatto proprio così in carriera. Siamo arrivati entrambi in Serie A nel 1973, lui dalla promozione dalla Serie B, io dalla Nazionale del Cile. Incontro durissimo ma anche bello. Grande coach, grande avversario, grande uomo.
Dan Peterson
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