La Mens Sana ha il mal di trasferta. Non è una scoperta di oggi visto che l’ultimo successo lontano da viale Sclavo risale al 27 ottobre, 2 mesi fa, 95-75 a Castelfiorentino. La sconfitta di San Miniato, che ci può stare nell’ambito del campionato, ha però posto l’accento sulla bipolarità della squadra. Che in casa ha un atteggiamento e lontano da Siena tutt’altro.
LA
CHIAVE
San
Miniato non ha mai perso in casa e anche contro la Mens Sana ha fatto valere il
fattore campo, allungando in maniera progressiva e costante nel punteggio. Ma ciò
nonostante colpisce la scarsa tenuta, soprattutto mentale, dei biancoverdi quando
la partita è salita di tono e Menconi e soci hanno preso il largo. Lì la Mens
Sana si è come disciolta, senza trovare contromisure efficaci in una serata in
cui, almeno inizialmente, San Miniato sembrava attaccabile. Però, se permetti a
questo tipo di avversario di prendere coraggio, è chiaro che alla lunga il
conto da pagare diventa piuttosto salato.
LA
PROSPETTIVA
Alla
fine la Mens Sana è arrivata a quota 6 sconfitte consecutive fuori casa. 81-73
con la Virtus, 88-68 a Quarrata, 66-58 con il Costone, 74-68 ad Arezzo, 74-66 a
Cecina e, infine, 89-62 a San Miniato. Tutte partite in cui la squadra è stata sotto
i suoi standard medi (77.9 i punti a partita dei biancoverdi): come a dire, se la
squadra non trova il suo ritmo fa tanta, troppa fatica.
Ancor di più impietoso è il confronto tra le partite interne ed esterne. In casa la Mens Sana ha un rendimento da 6 vittorie ed una sconfitta fin qui, con 81.3 punti fatti a partita e 75.6 punti concessi agli avversari. In poche parole, il rendimento interno della Mens Sana, con 1.71 punti a partita, è secondo solo a quelli di San Miniato e Costone, le uniche due imbattute in casa del campionato. Fuori casa la musica cambia e le “note” di Siena diventano spesso “stecche”: 2-7 il record, con 75.3 punti fatti e 82.8 concessi di media. 0.44 il rapporto tra punti e partite fuori casa, peggio della Mens Sana hanno fatto solo Legnaia e Castelfiorentino.
Insomma, è una Mens Sana dottor Jekyll e miser Hyde quella che arriva alla sosta natalizia. Un bipolarismo evidente che trova tra le mura amiche (con il tifo soprattutto) un quid in più per un rendimento iper-performante che, allo stesso modo ma in senso opposto, vedono arrancare oltremodo Pannini e compagni quando mancano i riferimenti e il calore del palazzetto di casa.
Un elemento su cui lavorare in prospettiva perché, Castelfiorentino a parte, le altre sfide interne sono con Virtus, Quarrata e Costone: partite a dir poco decisive e che segneranno il destino stagionale della Mens Sana.
IL
PROTAGONISTA
Tutte
queste montagne russe, con rendimenti agli antipodi ed emozioni altalenanti,
hanno segnato tutti. Per questo, piuttosto che concentrarsi su chi si è salvato
e chi no a San Miniato, è bene riflettere sul messaggio piuttosto chiaro lanciato
da coach Paolo Betti (il nostro protagonista di giornata) a fine partita. Un concetto semplice: così non va.
Per essere “da lotta” a questi livelli, occorre uno sforzo maggiore. In campo, fuori e da parte di tutti. Aspetti che trascendono gli infortuni e le dinamiche di mercato, dove ancora non sembrano esserci novità concrete: perché i numeri ci dicono che quest’atteggiamento della Mens Sana è endemico e che si tra protraendo da inizio stagione, senza che le assenze o i possibili arrivi possano essere considerate variabili rilevanti.
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