Diciamolo subito: la Virtus non arriva come vorrebbe al confronto con la Mens Sana. Anzi, c’è una bella dose di pressione addosso ai rossoblù alla vigilia della sfida ai “cugini” di viale Sclavo. La sconfitta al PalaFilarete di Firenze contro Legnaia è indubbiamente un passo indietro per la squadra di Evangelisti che, solamente 7 giorni fa,sembrava aver ripreso il suo passo con Lucca (guarda caso la stessa squadra che poi ha veementemente fermato la Mens Sana). Quindi, nel campionato dei grandi equilibri, arriva un Virtus-Mens Sana che rappresenta una nuova ripartenza per entrambe le squadre. Forse ancora di più per la Vitus. Per informazioni su come si riparte citofonare al Costone che, nell’ultimo turno, ha messo in campo il carattere e la forza di chi non si impaurisce di fronte a un risultato negativo. Vittima sacrificale del caso è stata Spezia.
QUI VIRTUS
Difficile capire cosa
succede alla Virtus. A Firenze era partita con il piede giusto ma poi, nel
secondo quarto, ha subito un parziale complessivo di 23-3. In estrema sintesi: fino
a qui la Virtus è stata molto, troppo, altalenante. Troppi gli alti e bassi che
non permettono alla squadra di esprimersi come invece potrebbe.
Quali sono le ragioni di queste “montagne russe”? Un
primo fattore sono gli infortuni che hanno contraddistinto l’avvio di stagione.
Bartoletti e Calvellini prima, ora Joksimovic (uno dei grandi colpi estivi).
Per quest’ultimo si cerca di accorciare i tempi di recupero (a Firenze era in
panchina solo per onor di firma), vedremo se sarà in campo con la Mens Sana.
Sempre tra gli esterni, la cui batteria sembrava uno
dei punti di forza della Virtus, si soffre di mancanza di alternative. Dal Maso
e Calvellini (vedi i motivi di cui sopra) stanno rendendo meno di quello che ci
si aspettava. Ma anche in cabina di regia, partito Laffitte, si sente la
mancanza di un’alternativa a Bartoletti. Per il quale si devono aggiungere gli
ormai noti acciacchi fisici registrati.
Un’istantanea che ci fa vedere come il “cantiere”
Virtus sia ancora molto aperto. Anche per permettere ai nuovi di integrarsi e
coesistere al meglio con i confermati dalla passata stagione. Tanti aspetti sottolineati
in rosso nell’agenda di coach Evangelisti che, dal canto suo, può e deve cercare di far
fruttare il materiale che ha a disposizione.
Magari evitando frenesie che, guardando alla classifica
e al ritardo accumulato, potrebbero venir fuori in casa Virtus. Non è facile ma,
da questo punto di vista, la partita con la Mens Sana e le motivazioni che
porta con sé potrebbero rappresentare il punto di svolta dell’annata. Almeno è
quanto si augurano in via Vivaldi.
QUI COSTONE
Non ha frenesie e sembra vivere al meglio la stagione
il Costone. Specialmente con un’impeccabile “media inglese”. Vi ricordate
questa statistica che tanto andava di moda nel calcio degli anni ’80 e ’90? Era
una media ponderata dei risultati interni ed esterni che, in estrema sintesi, dava
grande valore all’imbattibilità interna. Ed è quanto ha sottolineato il Costone
dopo il successo su Spezia: 5/5 per la squadra di Belletti al PalaOrlandi, un
dato che solidifica la posizione in classifica dei gialloverdi, in coabitazione
con Mens Sana e Arezzo, alle spalle della grande favorita Empoli (peraltro battuta
in casa da Nasello e soci).
Il Costone ha doti e mentalità da grande. Michele
Belletti poi sta insistendo sull’equilibrio e la lucidità delle scelte che deve
effettuare in campo la sua squadra. Dal canto loro, i giocatori stanno rispondendo
con prestazioni intelligenti e lucide. C’è grande collaborazione e poco
individualismo. Ed è forse questa la cosa che rende più orgogliosi a
Montarioso. Poi è chiaro che le individualità non guastano: in tal senso,
guardate come gioca Bastone e come, con grande applicazione e attitudine, sia
sempre al posto giusto nel momento giusto. In attacco e in difesa. È un
protagonista silenzioso ma che rappresenta una delle maggiori armi a
disposizione del Costone. La chiave dell’ottimo avvio di campionato gialloverde
è proprio questa: fiducia, attitudine, lucidità. Con tutti al servizio del “noi”.
Da parte nostra, non ci sembra affatto poca cosa… anzi.
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