lunedì 14 ottobre 2024

Perché quella della Mens Sana a La Spezia è una vittoria che carica l'ambiente

Oggi celebriamo un’impresa. Perché tale è stata la vittoria della Mens Sana a La Spezia. Un’autentica battaglia sportiva conclusasi dopo due tempi supplementari con il punteggio di 101-100 in favore dei biancoverdi. Insomma, se ci si aspettava una risposta dopo la prova al di sotto le aspettative contro l’Olimpia Legnaia, la squadra di coach Paolo Betti ha risposto con tutta l’intensità, la voglia, il cuore e la grinta che questa Mens Sana sa mettere in campo.

La partita è stata equilibratissima, grazie a due squadre che si sono affrontate a viso aperto, sfidandosi e cercando di superare il diretto avversario con tutte le proprie forze. Era partita meglio Spezia nei primi minuti ma la zona mensanina aveva fermato la fluidità dell’attacco ligure. La Mens Sana aveva preso così l’inerzia della gara, toccando più volte il massimo vantaggio grazie alla serata ispirata di Belli (27 alla sirena finale) e alla costanza di Prosek (17). Poi però era salita di tono la difesa spezzina che progressivamente, grazie ai vari Carpani, Ramirez e Merlo, aveva trascinato a lunghissimo finale punto a punto.

Una lunga volata protratta fino al 50’ dopo i primi 40 minuti si erano chiusi sull’81-81 e il primo overtime sul 90-90. Ai supplementari, sembrava di assistere al primo incontro tra Rocky e Apollo, con due pugili stanchi e suonati che, ciò nonostante, non smettevano mai di darsele e di cercare l’allungo decisivo. La Mens Sana si è attaccata tutto il cuore di Tognazzi (26 in totale) mentre dall’altra parte erano le triple di Pettinaroli (23) a tenere in vita gli spezzini. Strano poi il destino che ha voluto che lo stesso giocatore avesse la palla in mano per un tiro da 3 per cercare di mandare il match al terzo supplementare ma ha preferito cercare la penetrazione, di fatto condannando la squadra alla sconfitta.

Tanti gli episodi che hanno contraddistinto l’incontro. Ma un fattore spicca su tutti: la Mens Sana ha vinto perché l’ha voluto di più. Non è partigianeria, ma in fin dei conti, la squadra che ha provato maggiormente a vincere (proprio perché ci ha creduto maggiormente) è stata la Mens Sana e, forse, è anche per questo che poi il risultato finale ha premiato i biancoverdi. 

Così, mentre ai supplementari le due squadre perdevano via via molti elementi per raggiunto limite di falli (per la Mens Sana Ragusa, Belli e Pucci), dalla panchina uscivano elementi che non si sottraevano alla lotta. Tutt’altro. Non è un caso che poi il canestro del 101-98, l’ultimo per i biancoverdi, è stato messo a segno da un Neri non ancora al 100% ma preziosissimo come non mai. Al pari di capitan Pannini, non al meglio, ma lucidissimo e attento quando è stato chiamato in causa praticamente a freddo nel secondo overtime.  

La vittoria è di quelle che 'gasano' tutto l'ambiente. Perché dà la consapevolezza che la squadra può fare di tutto e che, soprattutto, non deve temere nessuno. Fa bene coach Paolo Betti a dire che c’è ancora tanto da fare e, in effetti, sul piano tecnico è così. Ma sa anche che questo tipo di partite danno una marcia in più per guardare avanti con fiducia e ottimismo. Il risultato finale, la vittoria, è importante perché è il punto esclamativo su tutto questo. Ma anche se non fosse arrivata la fiducia e la consapevolezza non sarebbero mancate. Con la “W” – ripetiamo, meritata – tutto ciò si carica di tanto entusiasmo in più.

Andrea Frullanti


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