mercoledì 16 ottobre 2024

Basket City: Virtus a corrente alterna, Costone approccio sbagliato. I perché dei ko di misura

Perdere ci sta. Vanno capite semmai le motivazioni che hanno portato ad un risultato negativo. Ed è quello che si stanno domandando alla Virtus e al Costone, entrambe battute di misura – di appena un punto – da squadre sulla carta abbondantemente abbordabili. L’analisi delle sconfitte, quella interna dei rossoblù contro Castelfiorentino e quella del Costone ad Arezzo, devono far riflettere, quantomeno per cercare di non ripetere gli stessi errori.


QUI COSTONE

Il Costone deve capire il perché di quei cattivi approcci ad Arezzo. Nel primo e soprattutto nel terzo quarto quando, di fatto, la squadra di coach Belletti ha subito un parziale di 10-0 che ha permesso ai padroni di casa di impattare le sorti dell’incontro e di lanciare la lunga volata finale, decisa a 20” dal canestro di Bischetti (22 punti totali).

In sostanza, si può dire che il Costone è rimasto negli spogliatoi nel secondo tempo, assalito dalla grande vitalità degli aretini. Un torpore che solo i gemelli Paoli hanno provato a scuotere: vani però alla fine i 14 punti di Matteo e i 12 di Filippo, di tra cui un paio di triple nel finale che sembravano indirizzare il match in favore dei gialloverdi. 

Quello che più ha sorpreso sono stati però i passaggi a vuoto difensivi del Costone. Tante situazioni in cui è mancato un po’ di dialogo e di aiuto tra gli uomini di Belletti che, proprio per questo, si è molto arrabbiato in diverse fasi del secondo tempo.

In ogni caso, fare drammi non serve. E non è nemmeno opportuno nel caso del Costone. La squadra non era imbattibile dopo le 3 vittorie delle prime 3 giornate e non deve recriminare più del dovuto per un risultato che, per quella che è stata la partita con il +10 all’intervallo lungo, lascia comunque tanto amaro in bocca. 

Ma anche un anno fa, più o meno alla quarta giornata, il Costone conobbe il sapore amaro della sconfitta (in quel caso a Sansepolcro). Da lì in poi però suonò la sveglia e partì la marcia pressoché inarrestabile della squadra di Tozzi. Se la si guarda da questo punto di vista, l’augurio è che la sconfitta possa essere terapeutica.


QUI VIRTUS

Fa decisamente più male il ko interno della Virtus, subito per mano di Catelfiorentino e, nello specifico, dalla tripla di Corbinelli allo scadere che ha deciso la partita. Un risultato pesante perché è il terzo risultato negativo dei rossoblù nelle prime 4 giornate, troppi per le aspettative di inizio anno, subito per di più da una squadra che era ancora a secco di vittorie e che, ha detto di molti addetti ai lavori, sembra quella meno attrezzata del girone.

Ma come mai la Virtus è arrivata a giocarsi la partita all’ultimo possesso? È questo il vero interrogativo che deve far riflettere coach Evangelisti e il suo staff. Un gruppo che al momento sembra viaggiare troppo a corrente alternata. È stato così nel derby perso con il Costone dove, nonostante la rimonta che testimonia la qualità del gruppo formato da Olleia e soci, alla fine la squadra ha pagato l’extra-sforzo in termini di energia e lucidità. 

Idem per quanto riguarda la partita con Castelfiorentino, con i rossoblù indietro e costretti a rincorrere nel primo tempo, bravi poi a mettere il naso avanti nel terzo quarto ma incapaci di arginare l’assalto castellano nell’ultimo periodo. 

Questione solo di energie? Mancanza di un vissuto di squadra? Il gruppo fortemente rinnovato deve ancora capire come muoversi da collettivo? Non si capisce quali possono essere le ragioni di questa mini-crisi virtussina. Anche perché, per quella che è la formula del campionato, è chiaro che ogni sconfitta pesi tantissimo nel computo complessivo del cammino stagionale. 

Trovarsi poi 1-3 dopo 4 giornate non aiuta l’autostima e, anzi, mette ancora più pressione sul lavoro che la squadra deve fare sul parquet. Però, una squadra che ha tra le sue fila gente del calibro di Bartoletti, Dal Maso, Joksimovic, Zocca, Olleia, Costantini, Calvellini, Gianoli e Braccagni non può arrendersi pressione alla pressione di un momento negativo. Anzi, deve capire come uscire dal momento di impasse. Stiamo parlando di individualità forti che, anche per orgoglio personale, possono e devono rialzare la testa e rimettersi in carreggiata. 


Andrea Frullanti


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