sabato 28 settembre 2024

Ricominciamo

Ricominciamo a divertirci. Ricominciamo da tre. Ma...
  
Quando due anni fa, per la prima volta nella storia, la Mens Sana si è trovata nella stessa categoria e nello stesso girone con le altre due storiche società cittadine, la Virtus e il Costone, è stato naturale - anche come innesco per riaccendere la passione in città: ed è successo - sposare con convinzione la narrazione del "campionato delle tre senesi", e della "stagione dei sei derby". Stavolta no. Non per fare i fenomeni e, con un artificio retorico, provare a eludere l'evidenza della realtà: certo che la B2 al via vede di nuovo nello stesso campionato Mens Sana, Virtus e Costone. Ma sarà più bello, e così sarà su questo blog, viverla e raccontarla diversamente
 
Cioè come il campionato della Mens Sana, che fa storia a sé, con l'entusiasmo di un salto di categoria - arrivato per ripescaggio - che era vitale per cavalcare e non disperdere lo slancio della scorsa stagione. E poi, inteso come differente motivo di interesse, il campionato del derby tra il Costone, che con la promozione di maggio ha visto consacrata dal campo la crescita del proprio progetto, e la Virtus, che ci arriva come capofila a livello tecnico e organizzativo del movimento cittadino degli ultimi cinque anni. Consapevolmente o no, l'asimmetria della scelta su quali stracittadine si giocheranno al PalaSclavo (e quali no) non è altro che un'interpretazione analoga, che separa in due la lettura della stagione che verrà: Mens Sana da una parte, Virtus e Costone dall'altra. Sono realtà diverse, e così le racconteremo.


   
IL TRABOCCHETTO
  
Viverla come confronto tra senesi, è già capitato di dirlo, è un trabocchetto. Per tutti. La Mens Sana è a livello ambientale un elefante nella cristalleria in qualsiasi categoria diversa da quelle (le prime due serie) che ha vissuto quasi ininterrottamente per 43 stagioni su 47 prima del fallimento del 2014. Poi sul parquet giustamente "la palla è rotonda", "si parte dallo 0-0" e soprattutto in campo ci vanno i giocatori e non la storia (e infatti per riaccendere la fiamma nella scorsa stagione sono stati determinanti i protagonisti in campo). Ma il trabocchetto è al di fuori del perimetro del 28x15 dove, anche a costo di fare la figura della nobile decaduta, offrire la sponda a qualsiasi tipo di contesa significherebbe rischiare la deriva in un provincialismo che stona con la dimensione che la storia le ha attribuito.
 
La ricerca del confronto solletica dall'altra parte Virtus e Costone, ma è un trabocchetto ancora più insidioso per loro e per la percezione dei loro programmi: entrambe sono in un momento espansivo, il migliore non delle rispettive storie ma sicuramente degli ultimi anni, anche per risorse investite e pure per movimento generato. Sforzi in termini di lavoro tecnico e risultati anche in termini di penetrazione sociale che sono una risorsa per il basket cittadino e, innestati su una superiore cultura di queste categorie e capacità di interpretarle, non meritano di farsi schiacciare dal paragone ingrato con una realtà cittadina che ha ben altra portata, e ce l'ha a prescindere da quello che dice e dirà il campo. 

 
L'OBIETTIVO STAGIONALE
 
Senza confondere l'aspetto ambientale con quello tecnico, resta infatti il gusto di battersi sul parquet. Naturale che ci sia chi gioca a nascondino, ma c'è anche chi non cela la fiducia nelle scelte estive e nel proprio progetto tecnico. Bisogna che qualcuno si prenda la briga di fissare l'asticella e lo facciamo qui, tagliamo la testa al toro e diciamo: per tutte e tre obiettivo finire tra le prime sei nella prima fase. Anche perché lo impone la formula del campionato, per non ritrovarsi a giocare la seconda parte della stagione con l'ansia della lotta salvezza. Ma lo dice, naturalmente con diverse gradazioni, anche il buon senso di valutazioni non infondate, seppur ottimistiche.
 
Dura, vista la concorrenza, che tutte e tre ci riescano. Ma c'è un certo fascino nel cammino scelto da ciascuna: l'implementazione nella continuità per la Mens Sana, che ha messo dentro 3-4 titolari importanti (con molti legami passati col club) eppure esce da un precampionato in cui si è confermato come certezza proprio chi, come Tognazzi e Prosek, sembrava essere un'incognita nell'adeguare le proprie caratteristiche al salto di categoria; poi la via giovane imbarcata con convinzione dalla Virtus, che ha costruito - quasi rifondato - per un domani che, con un allenatore accreditato e in rampa di lancio, potrebbe materializzarsi già oggi; infine il Costone che è andato oltre un organico che per valori tecnici era già di categoria, rilanciando con giocatori non da aspettare né da far crescere ma già pronti all'uso e maturi, laddove il potenziale da esplorare si sposta dalla crescita dei singoli all'impatto che il nuovo allenatore saprà avere per renderli una squadra.
 
 
QUANTO VALE IL CAMPIONATO
 
In B2 oggi come dieci anni fa, ritrovarsi in quarta serie dà la suggestione che la Mens Sana sia oggi dove era ripartita nel 2014. La realtà è diversa, non solo perché allora costruì la squadra per vincere il campionato e chi veniva promosso faceva il doppio salto in A2, ma anche per il valore in sé del torneo. Esserci arrivati col Costone e la Mens Sana che hanno raggiunto in categoria la Virtus dà la percezione di essere approdati in territori nuovi, ma, a stretti termini di denominazione, oggi ci troviamo con tre senesi in quarta serie come tre senesi in quarta serie c'erano due anni fa quando si chiamava Serie C Gold, "normalizzando" questa estate gli effetti della perversione di una riforma dei campionati che c'è stata nel frattempo.
 
E' una lettura ponderata a spiegare un po' meglio il valore di questa categoria. Tra l'esperienza del 2022-23, quando la quarta serie arrivava alle spalle di tre categorie in cui c'erano 107 squadre, e proprio quella del 2014-15, quando la quarta serie arrivava alle spalle di tre categorie in cui le squadre erano 46, la B2 di quest'anno si colloca in una via di mezzo: alle spalle di tre categorie in cui ci sono 76 squadre. Resta comunque per la Mens Sana il punto più alto dalla seconda rinascita di cinque anni fa. Ma stavolta immaginare un salto di categoria significa immaginare un salto triplo, o sicuramente più che doppio, in un senso diverso, perché più del doppio sarebbe il budget stagionale che servirebbe per fare la B1, rispetto a quello di quest'anno. Bene saperlo. 


I MOTIVI DI INTERESSE  

Anche per questo la parte interessante, al di là del magnetismo naturale del campo e di quello che dirà, sono gli sforzi e i lavori in corso per moltiplicare le risorse, finanziarie e umane, per darsi forza economica e allargare la base, quella propria e di conseguenza anche del movimento cittadino. L'accelerazione vista l'anno scorso un po' da tutte le società nel coinvolgimento di scuole e contrade richiede la costanza di insistere a prescindere dai risultati immediati perché è un lavoro di lungo termine. Ma un primo pozzo a cui attingere è quello che i club hanno già al loro interno.
 
La Virtus in questi anni ha fatto scuola nella capacità storica di convertire il lavoro fatto sulla base travasandola direttamente nel proprio seguito, iniettando la freschezza di un settore giovanile da 270 ragazzi ad alimentare il bacino dei virtussini storici. Una strada che, forte di numeri ancora maggiori (più di 400 ragazzi compresi femminile, baskin e minibasket) sta cominciando a battere con molta più efficacia che in passato il Costone, che aveva iniziato la scorsa stagione con trenta persone in gradinata e l'ha finita arrivando a portarne alcune centinaia al PalaSclavo.
 
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In casa Mens Sana il dato più importante non è tanto quello dei 600, o 700, o ancora di più abbonati, che sono tanta roba, non solo in rapporto alla categoria ma anche come termometro dell'entusiasmo rispetto ad altre annate. Il dato più importante è piuttosto l'aumento di volti nuovi e giovani al palasport nel finire della scorsa stagione: tasto dolente degli ultimi anni anche in proporzione sul totale delle presenze con un'età media significativa, il cambio di tendenza (a partire dal Settorino, ma sono solo) ha dimostrato che c'è vita oltre il bacino comunque vitale, e unico anche per passione, degli appassionati di lunga data.
 
Dato interessante tanto più che rispetto alle altre società può contare meno sulla miniera delle giovanili, dove (al di là del progetto tecnico in espansione) in termini numerici la Mens Sana è in questo momento la cenerentola in città, a partire dal lavoro sul minibasket che attende con forza un rilancio. Anche se, va detto, che la composizione del pubblico mensanino storicamente si è alimentata in maniera diversa, e sempre in maniera ridotta dal bacino delle giovanili, certo perché diverso era il livello in cui si giocava.
 
Ma intanto, dopo anni quasi da appestati dopo la tragica devastazione dell'era Macchi, nell'ultima stagione abbondante la Mens Sana ha ritrovato appeal con le aziende, un'attrattività più consona alla realtà che rappresenta: chi la affianca non sono più solo mosche bianche, ma da qualche mese i soggetti più interessanti che si avvicinano al basket cittadino scelgono la Mens Sana. Per molto tempo non è stato così. Ricominciamo.

 

 

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