Una nuova stagione sportiva ai nastri di partenza, un nuovo capitolo da scrivere dell’ultrasecolare storia della pallacanestro senese. Ma il riferimento non deve andare necessariamente al ritorno dei tre derby, a distanza di soli due anni dalla serie C 2022/’23 (si può dire pertanto che ci siamo abituati...). La nuova B Interregionale è in primis una nuova sfida sia per la Mens Sana, che per la Virtus e il Costone. Ognuna pensando solo a se stessa perché tutte e 3 si mettono alla prova. In maniera diversa sì, ma tutte con la volontà di alzare il livello della contesa.
LA FORMULA – Per prima cosa è bene capire quali siano le regole del gioco. Cioè quale è la formula del campionato 2024/’25. Mens Sana, Virtus e Costone sono state inserite nel girone B, interamente toscano con l’aggiunta – ormai una consuetudine – di La Spezia. 12 le contendenti della prima fase che si affrontano nei canonici match di andata e ritorno. Alla fine della stagione regolare, le prime 6 affronteranno il play-in gold incrociandosi e giocando contro le migliori 6 del girone A (Piemonte e Lombardia), portandosi al contempo dietro i risultati della prima fase con le altre qualificate. Le prime 8 alla fine del play-in gold disputeranno i playoff. Le squadre classificate dal 6° al 12° posto in stagione regolare, invece, incrociano le peggiori 6 del gruppo A, anche in questo caso portandosi dietro il “fardello” delle vittorie e delle sconfitte con le contendenti del proprio girone. Al termine della pool salvezza, le prime 3 saranno salve mentre per l’ultima classificata ci sarà la retrocessione diretta. Le squadre che si piazzeranno dal 4° all’11° posto disputeranno invece un play-out su due turni.
BIANCO O NERO – Perché è importante tutto questo? Il fatto che la stagione regolare divida il gruppo in due tronconi significa che non ci saranno sfumature: o inferno o paradiso, o bianco o nero, o si è salvi e si lotta per qualcosa di importante o c’è da soffrire ancora quantomeno per mantenere la categoria. Senza considerare le graduatorie parziali, date dai risultati aggregati, da cui si partirà sia nella pool promozione che in quella salvezza. Una formula, quindi, che non ammette flessioni e non concede relax. Se la si guarda da questo punto di vista, ogni partita può essere potenzialmente decisiva.
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LA GRIGLIA DI PARTENZA – Fossimo in Formula 1 potremo dire che la prima fila è occupata da Empoli e da Quarrata. Sono le due squadre più accreditate perché hanno fisicità ed esperienza (doti fondamentali per avere un ruolo da protagoniste in questo tipo di campionato), ma sono anche quelle che sono cambiate meno in estate, puntellando quello che era un assetto di squadra già ben delineato e forte. Empoli con Maric, Quarrata con Calabrese e Artioli. Dietro di loro è totale bagarre.
In seconda fila c’è chi ci mette Cecina, chi anche la Virtus (che ha cambiato molto in estate ma con acquisti di assoluta qualità), così come potenziali outsider possono essere Spezia, Arezzo (anche loro reduci da rivoluzioni estive), Lucca (che ha fatto il colpaccio di mercato con Dubois) e San Miniato (squadra rivelazione lo scorso anno con uno spiccatissimo talento offensivo). In questo "gruppone" potremo inserire anche il Costone e la Mens Sana, seppur ancora con tanto potenziale da scoprire (discorso che vale soprattutto per i biancoverdi).
Solo Legnaia (che ancora non sembra aver trovato un assetto definitivo) e Castelfiorentino sembrano un passo indietro. Ma questi sono giudizi assolutamente parziali e che, in prospettiva, potrebbero anche essere smentiti dal campo.
COME SI COLLOCANO LE SENESI – Nel gruppone delle inseguitrici (siamo passati al gergo ciclistico) troviamo quindi tutte le senesi, seppur con prospettive e ambizioni diverse (che analizzeremo in seguito in maniera più specifica). Tutte e 3 con obiettivi non dichiarati esplicitamente se non un generico e diffuso “cercare di arrivare tra le prime 6”, così da evitare ulteriori patemi in ottica salvezza. È di fatto un’ulteriore conferma dell’incertezza e dell’equilibrio che sembrano regnare incontrastati in questo campionato, dove tutti si sentono un po’ pionieri in un territorio sostanzialmente inesplorato. Andarci cauti è il minimo che si possa fare in simili contesti.
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QUI MENS SANA
È una nuova scommessa del progetto di crescita progressiva impostato oramai da anni in Viale Sclavo: il ripescaggio estivo è di fatto la conferma che la realtà si sta strutturando sempre più, consolidandosi sia come impostazione di lavoro che a livello di identità. Doti portate avanti con pazienza e costanza dalla società nel corso del tempo. A livello di prima squadra ma anche con il settore giovanile. La fiducia dell’ambiente c’è come testimoniano gli oltre 500 abbonati, un elemento che rappresenta motivo di orgoglio, di carica ma anche di responsabilizzazione per la squadra di coach Paolo Betti. Però, con tanti rookie della categoria, si parte per salvarsi, consci del fatto che il percorso non sarà semplice e che il livello degli avversari è sicuramente salito di categoria. Ma quando si scommette, si sa, l’investimento è primis su di sé. Ma questo è un altro fattore che, immutato, da sempre fa parte nel dna della Mens Sana.
Arrivi: Belli, Pucci, Neri, Maghelli, Ragusa.
Partenze: Iozzi, Cucini, Puccioni, Brambilla.
L'allenatore: Paolo Betti (confermato). Betti è stata una delle chiavi del successo della Mens Sana lo scorso anno. La sua conferma era scontata, ma non poi così tanto perché è logico che un allenatore che si dimostra bravo e con grande etica del lavoro possa avere sirene di mercato anche altrove. Però la sua mentalità, la sua voglia di crescere si sposano alla perfezione con il progetto tecnico mensanino. E lo hanno legato anche a livello umano alla piazza e al tifo biancoverde. Se l'anno scorso Betti aveva scommesso su di sé per la prima esperienza da allenatore senior, quest'anno rilancia. Con la stessa moneta e con la stessa immutata determinazione.
Arma in più: L'entusiasmo e il calore della piazza non mancano. La voglia di crescere e di porsi obiettivi ancora più importanti da parte del gruppo nemmeno. La Mens Sana riparte da qui, dalla stessa voglia di stupire e di superare i propri limiti iniziali, cercando di replicare (o quantomeno di avvicinarsi) allo straordinario crescendo dello scorso anno.
Potenziale tallone d'Achille: Come un anno fa, l'inesperienza potrebbe essere la vera zavorra nel motore biancoverde. Insieme all'impatto fisico con una categoria che sarà decisamente più probante da questo punto di vista. Molto dipenderà da come la vecchia guardia riuscirà a calarsi in questo contesto: Pannini, Tognazzi e Sabia hanno dimostrato una straordinaria capacità di crescita grazie ad un'incredibile attitudine al lavoro. La conferma estiva per loro è stato un premio alle doti dimostrate sul campo ma è anche, come già detto, una nuova scommessa. Che i giocatori fanno su loro stessi dopo quella già fatta dalla società nei loro confronti.
Obiettivo: Mantenere la categoria. Anche senza finire tra le prime 6 ma senza passare dai play-out
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QUI VIRTUS
In Via Vivaldi si gioca a carte coperte: nessuno fa dichiarazioni altisonanti o troppo entusiastiche ma si cerca di mantenere i piedi per terra. Resta che intanto la Virtus ha un anno di esperienza già maturata in categoria. La squadra del neo-coach Marco Evangelisti già sa cosa l’attende in stagione, non solo per averla vissuta sulla propria pelle ma anche perché i nuovi acquisti rossoblù sono tutti giocatori esperti e che hanno disputato la B Interregionale, addirittura vincendola come nel caso di Gianoli con Bergamo. Proprio la guardia lombarda è il simbolo del nuovo corso virtussino: il suo ingaggio è il colpo più altisonante del mercato estivo rossoblù e rappresenta alla perfezione il cambiamento di filosofia, oltre che di ambizione, della società da quando è arrivato il main sponsor Stosa: si gioca per cercare di ottenere sempre il massimo, con grande ambizione. Non è un caso che per molti addetti ai lavori, la Virtus si potrebbe candidare come guastafeste nei confronti di Empoli, Quarrata e Cecina.
Arrivi: Braccagni, Zocca, Gianoli, Joksimovic, Baldasseroni (poi rescisso).
Partenze: Diminic, Bolis, Lombardo, Laffitte, Berardi.
L'allenatore: Marco Evangelisti (nuovo). Torna alla Virtus da allenatore dopo esserci già stato da giocatore. Ritrova un ambiente sicuramente cambiato ma che di fatto può considerare casa. Un fattore non secondario per sentire di avere le spalle coperte in un anno che lo metterà a dura prova. Del resto, nelle ultime due stagioni, la Virtus ha sempre interrotto bruscamente i rapporti con chi sedeva in panchina (Franceschini prima e Lasi poi), quindi è chiaro che molti riflettori saranno puntati sul capo coach. Forse è questa la prova più importante che attende Evangelisti: dimostrare di avere le spalle larghe per farsi carico delle pressioni e permettere alla squadra di esprimersi al meglio in campo.
Arma in più: Oltre a Gianoli, sono arrivati in rossoblù Joksimovic e Zocca, grandi telanti e giocatori di indubbio valore. Così come Braccagni che rientra alla casa madre dopo un anno di esperienza a Sangiorgese. Se tutto questo talento viene messo al servizio della squadra, la Virtus ha da temere ben pochi avversari in questo campionato.
Potenziale tallone d'Achille: Il mercato estivo rossoblù si è chiuso come nessuno si augurava. Per legittimi motivi legati al suo percorso di studio, Baldasseroni ha dovuto dire arrivederci a Siena e alla Virtus. La società non è tornata sul mercato e, quindi, lo slot lasciato da Baldasseroni è rimasto vuoto. Al netto delle gerarchie di squadra, ancora da definire in questa fase di stagione, vedersi costretti a rinunciare ad un elemento appena ingaggiato potrebbe costringere a rivedere i piani tattici che coach Evangelisti aveva impostato (almeno idealmente).
Obiettivo: Ragionevolmente playoff. Forse qualcosa di più
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QUI COSTONE
Si dice che vincere aiuti a vincere e il Costone vuole sfruttare l’entusiasmo dell’onda lunga data dalla vittoria dello scorso campionato. Si diceva poi che già l’anno scorso, sulla carta, il Costone poteva essere pronto per affrontare la B interregionale: a livello fisico e tecnico, il roster glielo avrebbe potuto permettere, si diceva. Oggi con gli innesti di esperienza che la società ha fatto, questo discorso acquisisce ancora più peso. Il Costone del resto non nasconde la sua volontà di crescere e strutturarsi, il presidente Montomoli non si è mai nascosto in tal senso. Un percorso che passa anche dalla scelta di coach Michele Belletti, per dare un'ulteriore impronta professionalizzante a tutto l'ambiente gialloverde. Insomma, il Costone è una matricola terribile, pronta a ritagliarsi un ruolo da protagonista anche in questa annata.
Arrivi: Filippo e Matteo Paoli, Bastone, Torrigiani
Partenze: Banchero, Ceccarelli, Terrosi.
L'allenatore: Michele Belletti (nuovo). Belletti è un tecnico di sicuro avvenire. Il suo curriculum da assistente prima a Omegna poi alla Pielle Livorno ci dicono che il suo profilo è quello di una persona che ambisce a fare del basket la sua professione. La mission costoniana gli permette di misurarsi con un ambiente sì ambizioso ma anche tranquillo, l'ideale per poter impostare e portare avanti il proprio credo cestistico.
Arma in più: Banchi, Nasello, i gemelli Paoli, Bastone e Torrigiani. Il Costone è neo-promossa solo a livello di forma. Nella sostanza è una squadra che ha elementi di esperienza e che già conoscono questo tipo di categoria.
Potenziale tallone d'Achille: La costruzione del gruppo è uno dei fattori su cui la società sta lavorando maggiormente. Avendo così tanti elementi di qualità è importante farli lavorare insieme. Fare gruppo e creare gerarchie condivise che vadano bene a tutto lo spogliatoio è la sfida più importante che si trova davanti il Costone. C'è poi da risolvere il "caso" Ondo Mengue: il giocatore sembrava destinato a partire ma poi non si è trovata un'exit-strategy. Da contratto è ancora un membro del roster gialloverde ma ufficialmente è fuori per infortunio: di fatto è fuori rosa.
Obiettivo: Prime 6 e pool promozione da temibile outsider.
Andrea Frullanti
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