Essere lì dove tutti si aspettavano che potesse essere. Confermare sul campo le grandissime aspettative di inizio stagione, tenendo botta alla pressione che necessariamente c’è su chi “deve” vincere. Il Costone lo ha fatto. Ha fatto tutto questo in stagione lavorando sodo e ottenendo con grande merito, oltre che con estrema autorità, un posto in finale. Con la Coppa Toscana già messa in bacheca a gennaio, è caccia adesso alla sublimazione estrema di una stagione alla grandissima. Per ribadire, ancora una volta, tutto il proprio valore.
Road to the finals: come ci arriva la Mens Sana. La storia dell'annata, un crescendo rossiniano
È stato tutto semplice? No. Perché dopo le due vittorie nei primi turni è arrivata una debacle a Sansepolcro (76-73), risuonata come un’autentica sveglia per l’ambiente gialloverde. È lì che la stagione del Costone ha svoltato: la squadra guidata da coach Maurizio Tozzi ha capito nell’occasione cosa potesse e dovesse significare giocare e lavorare insieme.
Dopo quella sconfitta sono arrivate 10 vittorie di fila. Anzi 12 se si considerano anche le due di Coppa, giocata in casa al PalaOrlandi a inizio anno solare, e che hanno permesso a Bruttini e soci di alzare il primo trofeo dell’anno.
È seguito poi un periodo di calo fisiologico: tante le energie mentali, oltre che fisiche, spese per centrare il primo target stagionale. Così, nel mese di gennaio, arrivano anche due sconfitte: a Livorno, per mano dell’US, l’11 gennaio per 88-79; successivamente il 27 dello stesso mese, a San Vincenzo, 92-83 il punteggio.
È un periodo di sofferenza fisica per tanti elementi gialloverdi: Ondo Mengue e Terrosi non sono al meglio, Radchenko è fuori per infortunio, si fanno male anche Zeneli e Banchi. Ciò nonostante arriva la vittoria interna con Prato (è il 4 febbraio) alla penultima giornata di stagione regolare. Ed è un capolavoro difensivo del Costone, uno dei tanti visti in stagione. Perché nonostante le difficoltà i lanieri vengono lasciati a 62 punti e in balìa dei loro dubbi esistenziali (che li accompagneranno anche nella seconda fase estromettendoli definitivamente dalla lotta per il vertice a cui invece erano accreditati da tutti).
Si arriva così alla poule promozione e la marcia del Costone diventa inarrestabile. 8 vittorie in altrettanti incontri con un dominio difensivo pressoché totale specie nelle partite interne. Il punto massimo di tutto questo è il derby di andata con la Mens Sana, con i biancoverdi (miglior attacco del campionato) che faticarono a superare i 40 punti. Solo ad Agliana e in casa della Sancat arrivano vittorie di misura (rispettivamente 78-76 con tripla decisiva di Banchi e 71-69 a Firenze), per il resto è un assolo costoniano.
È specialmente nella seconda fase del campionato che è emersa tutta la forza del Costone. Perché nonostante la squadra sia dotata dei Nasello, dei Bruttini e degli Ondo Mengue, è soprattutto in difesa che i gialloverdi esprimono il loro dominio, lavorando in maniera coesa, collaborando e muovendosi in armonia con un’unica grande entità.
Tutti fanno enorme fatica a segnare al Costone. Per informazioni rivolgersi ad Agliana che si ritrova di fronte i gialloverdi nei playoff. 3-0 per il Costone in una serie dominata e in cui i pistoiesi non sono mai riusciti a raggiungere i 60 punti all’interno della singola partita.
Premesse rispettate, grande lavoro di coach e staff, una squadra che sa quello che vuole e come fare per ottenerlo. È la ricetta perfetta che ha portato il Costone in finale con l’obiettivo di mettere la ciliegina sulla torta di un’annata ricchissima di soddisfazioni. Per farlo c’è da superare la Mens Sana in una serie di finale: l’avversario più identitario della storia gialloverde come ultimo ostacolo da superare per ottenere la vittoria più voluta e desiderata. Non si può chiedere di più.
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