Chi vince ha sempre ragione, dice il proverbio. E sul campo il Costone ha avuto ragione, perché gli importanti investimenti fatti per allestire la squadra si sono dimostrati vincenti. In coppa ma soprattutto in campionato. Con la società chiamata adesso a tentare di fare un ulteriore salto di qualità nella categoria superiore.
IL GIUDIZIO SULLA STAGIONE
Come si può giudicare negativamente una stagione in cui si è sempre stati
in testa dalla prima all’ultima giornata, in cui a gennaio si era già messo un
trofeo in bacheca e in cui nel momento più importante dell’anno (seconda fase e
playoff) è stata inanellata una serie di 12 vittorie consecutive? Il Costone ha
saputo confermare sul campo tutte le aspettative e le attese che ricadevano sulla
squadra dopo l’importante campagna acquisti estiva. Un fatto assolutamente non
banale nello sport: basti vedere quello che è successo alla Fides Livorno prima
e a Prato poi, squadre che partivano con altrettanti favori del pronostico ma
che si sono disciolte alle prime difficoltà. Il Costone invece no: ha mantenuto
sempre il suo passo, costante, forte, granitico. La vittoria finale, per quello
che si è visto sul campo, è un qualcosa di assolutamente meritato.
LA CHIAVE
Se si guarda ai singoli, si potrebbe parlare del talento offensivo di
Nasello, Banchi e Bruttini, ma anche dell’atletismo esplosivo di Radchenko, della
lucidità di Terrosi, così come della solidità di Ondo Mengue e Zeneli. Per una
squadra così forte, giocoforza sono tanti i protagonisti da dover menzionare. Ma
la vera chiave dei successi costonianti è stata la difesa, un elemento su cui
ha impostato fortemente il suo lavoro coach Tozzi, insieme al vice Riccardini.
Aver avuto per tutto l’arco della stagione la miglior difesa non è stato
solamente una questione numerica, è stata bensì l’essenza della costruzione del
gruppo che, lavorando insieme in fase di non possesso, ha messo al servizio del
bene comune tutti i vari tenori che componevano la squadra. Un lavoro corale,
quindi, che ha portato a risultati a dir poco straordinari.
IL MOMENTO PIÙ DIFFICILE
Non è stato tutto facile. C’è stato anche un momento di
flessione subito dopo lo sforzo, mentale e fisico, di aver giocato
e vinto la Coppa Toscana in casa. Dopo quell’appuntamento, tra l’11
gennaio e il 10 febbraio, sono arrivate 3 sconfitte in 7 partite (in casa dell’Us
Livorno, a San Vincenzo e a Montevarchi) che hanno un po’ rallentato il passo
dei gialloverdi che, infatti, nella poule promozione partivano alle spalle della
Mens Sana. Ma lì c’era anche una situazione meno agevole con infortuni che via via sono capitati a Radchenko, Ondo Mengue,
Terrosi, Banchi e Zeneli. Tra turni infrasettimanali e impegni ravvicinati, il
Costone ha dovuto tirare un po’ il fiato. Anche se, questo tipo
di flessione e in quel periodo dell’anno può essere considerato assolutamente
fisiologico.
IL MOMENTO DECISIVO
Molto prima dei playoff o delle 8 vittorie su 8 partite di poule promozione, ancora prima della vittoria in Coppa Toscana, anticipata da 10 vittorie di fila
in campionato, la vera svolta della stagione costoniana è arrivata con una sconfitta:
quella di Sansepolcro del 15 ottobre. Perché dopo i preliminari di coppa in pre-season e un paio di giornate di campionato in cui ai gialloverdi era
bastato “giochicchiare” per un quarto o due per vincere, quella
partita ha fatto suonare la sveglia e tutta la squadra ha cambiato marcia e
mentalità. È stato come se quel ko fosse servito a capire cose servisse per
vincere. Risultati alla mano, la lezione è stata appresa a pieno.
IL PROTAGONISTA
Impossibile non parlare di Ferdinando Nasello come mvp della stagione
costoniana. Perché al pari di tutta la sua squadra era arrivato con grandi
attese come colpaccio di mercato e, sul campo, non ha tradito le
aspettative. Anche perché ha giocato con grande umiltà, senza eccedere in
virtuosismi fini a se stessi (come se ne sono visti tanti da parte di giocatori
quotati). Ha sempre messo in campo praticità e pragmatismo. Doti essenziali per
vincere, facendo sempre quel che serviva per far vincere la
sua squadra. Non possiamo avere la controprova di quanto stiamo per dire ma
crediamo che sicuramente, nonostante la grande qualità del resto della squadra,
senza Nasello il Costone avrebbe fatto molta più fatica ad arrivare dove è arrivato.
L'ALLENATORE
Però il vero fuoriclasse del Costone non è stato Nasello. È stato coach
Maurizio Tozzi. L’essere riuscito a far lavorare insieme un gruppo di giocatori
così carismatici (dai nomi importanti e tutti con numerosi anni di esperienza alle spalle), facendo accettare loro doveri, gerarchie, scelte tattiche e
imposizioni varie rappresenta veramente qualcosa da sottolineare e da
rimarcare. Specialmente dopo la deludente e per certi versi scapestrata
stagione 2022/23. Del resto, stiamo parlando del coach senese (forse anche
toscano) più vincente che ci possa essere in questa categoria. In tal senso, la
sua fama e il suo blasone sono superate solamente dalla qualità del suo lavoro.
Complimenti e basta.
IL LAVORO FUORI DAL CAMPO
Il Costone si sta strutturando. La presidenza Montomoli sta investendo nella
prima squadra ma ha anche avviato un percorso di crescita delle proprie
giovanili, della propria organizzazione, delle partnership con le altre società, a
partire dai rapporti con la sezione femminile e il Baskin. Lodevoli in tal
senso anche le iniziative con le scuole e gli eventi di solidarietà cha hanno accompagnato
e fatto da corollario agli incontri della prima squadra. Insomma il Costone
vuole essere sempre più solido e attrattivo. Aver portato più di 300 persone nel
settore ospiti del PalaEstra in occasione dei derby stagionali con la Mens Sana è qualcosa di rilevante e che testimonia la volontà di creare un seguito fidelizzato e
partecipe alle vicende gialloverdi.
LE PROSPETTIVE
La B interregionale rappresenta un nuovo banco di sfida. Non tanto a livello sportivo perché a livello di nomi, con un paio di innesti mirati, la squadra che ha vinto la Serie C sembra pronta per dire la sua anche nella categoria superiore. Ci sarà però da vedersela con società più quotate e strutturate, che hanno una lunga storia alle spalle. Più in generale ci sarà da fronteggiare un'annata in cui la gestione del campionato (tra allenamenti, trasferte, risorse umane ecc.) meriterà uno sforzo ulteriore di crescita. La B interregionale sarà quindi un banco di prova soprattutto per la società e per i suoi dirigenti che si dovranno confrontare con una dimensione molto più impegnativa e professionalizzante rispetto a quanto non lo abbiano mai stati fino ad oggi. Insomma, è una sfida. Che il Costone si è meritato di fare con la vittoria del campionato.
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