Una partita intensa e senza un padrone. Che ha vissuto di momenti diversi e numerosi avvicendamenti d’inerzia. Alla fine l’ha spuntata il Costone perché è una squadra forte e profonda che, proprio per questo, ha avuto il passo migliore nei frangenti finali e decisivi del match. La Mens Sana non ne esce ridimensionata, tutt’altro: la squadra è fisicamente e mentalmente nella serie anche se adesso vede la strada in salita. Perché contro quando la difesa del Costone sale di tono anche il miglior attacco del campionato rischia di fermarsi. Nella sostanza, gara-1 è stata decisa così.
MENS SANA
IL MIGLIORE
Daniele Marrucci. Se avesse vinto la Mens Sana l’mvp dell’incontro
sarebbe stato lui. Uomo ovunque dei biancoverdi ha basato la sua prestazione su
una granitica difesa nei confronti di Banchi. Da lì si è caricato e ha trovato
ispirazione anche in attacco dove si è preso sempre le sue responsabilità sia
con tiri piazzati che in penetrazione. Importante anche il suo contributo a
rimbalzo con 8 palle vaganti catturate. Merita comunque una menzione di merito
anche Vittorio Tognazzi, 16 punti e unico altro biancoverde in doppia cifra.
Perché Tognazzi ha giocato con l’atteggiamento giusto, con convinzione e consapevolezza,
senza eccessi e senza troppe forzature, dimostrando grande maturità.
COSA HA FUNZIONATO
L’approccio iniziale è stato positivo. La scelta di mettere
Marrucci sulle tracce di Banchi e Iozzi su quelle di Nasello ha dato i suoi
frutti specie in avvio di partita, quando si è vista una Mens Sana decisamente
più in palla rispetto al Costone, anche grazie all’entusiasmo di essere
arrivati alla finale dopo la serie con San Vincenzo. Mai come a inizio partita
si era visto un Costone così in difficoltà.
IL MOMENTO PEGGIORE
La Mens Sana ha retto fino agli ultimi 3 minuti di partita.
Con il canestro in contropiede di Cucini è stato raggiunto un +3 (66-63) che di
fatto ha innescato la veemente reazione costoniana. Lì sono mancate le energie,
fisiche più che mentali, per reggere l’impatto della difesa gialloverde che,
riorganizzatasi, non ha più fatto segnare la Mens Sana chiudendo poi la contesa
in attacco con le triple di Banchi e Terrosi.
COSA MANCA
La parola chiave è lucidità: dote che ha avuto il Costone e
che, alla fine, è mancata alla Mens Sana. Saperlo però non può far altro che
aumentare consapevolezza in vista delle prossime partite. Ma oltre a questo
serve altro. In gara-1 sono mancati i canestri di Prosek, il più attenzionato
dalla difesa del Costone e costretto sempre a fare tanta fatica per trovare
spazio nel pitturato, e soprattutto di Puccioni, il cui 0 a referto pesa
tantissimo. Per la guardia biancoverde è stata una serata no e il giocatore ne
è assolutamente consapevole, considerando che è uscito praticamente in lacrime
dal campo. Del resto se un tiratore perde la fiducia, è noto che rischia di
entrare in una spirale di negatività che lo condiziona oltremodo. Ed alla fine,
sarebbero bastati anche solo 2/3 canestri per aprire scenari diversi nel finale
di partita.
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COSTONE
IL MIGLIORE
Troppo facile dire Ferdinando Nasello, miglior realizzatore
dell’incontro con 24 punti a referto. Spicca su tutti la prova di Gianni Terrosi,
autore tra l’altro dell’ultima tripla che ha fissato il punteggio sul
definitivo 73-66. Gianni Terrosi è, ed è stato in gara-1, il giocatore che ha
letto meglio la partita, capendo cosa fare e in quali momenti. Soprattutto in
difesa dove, nonostante la fama di grande attaccante, è stato autore di una
prova super ruotando e adeguandosi a turno sugli esterni avversari. Poi ci sono
18 punti, tutti pesantissimi. In doppia cifra anche Banchi con 13.
COSA HA FUNZIONATO
Il Costone ha vinto nuovamente in difesa (e con questa siamo
a 12 vittorie di fila tra poule promozione e playoff). Perché la squadra si è
mantenuta sui suoi standard, concedendo 66 punti agli avversari in linea con la
media stagionale, ma fermando di fatto l’attacco della Mens Sana che invece viaggia
con circa 83 punti a partita. La chiave è tutta qui: la dimostrazione è il parziale
decisivo di 10-0 che ha chiuso il match negli ultimi minuti di partita: serrate
le fila difensive per la Mens Sana è stato praticamente impossibile aprire la
scatola difensiva del Costone.
IL MOMENTO PEGGIORE
L’avvio di partita ha fatto correre più di un brivido lungo
la schiena dei costoniani. Perché il mix tra pressione, attesa e impatto
mensanina ha fatto trovare un po’ impreparati i gialloverdi che hanno impiegato
qualche minuto per rimettersi in carreggiata e riprendere il filo del discorso
interrotto oltre 10 giorni fa quando era stata chiusa la serie con Agliana. Poi
è chiaro, c’è stato anche il ritorno della Mens Sana tra terzo e quarto periodo,
ma in quel caso sono più elogiare i meriti e il carattere della squadra di
coach Betti piuttosto che i cali dei ragazzi di Tozzi.
COSA MANCA
Rispetto ad altre occasioni la Mens Sana ha capito come
reggere l’urto con la fisicità del Costone. Ondo Mengue ha fatto enorme fatica
contro Prosek, Radchenko ha fatto cose buone ma spesso rischia di eccedere e strafare,
mentre tra Zeneli e Sabia e finita in parità senza che nessuno due giocatori
più “pesanti” riuscisse a prevalere sullo sparring partner dell’altra squadra. In
vista di gara-2 è lecito attendersi un Costone ancora più attento in tal senso,
per far valere il suo impatto fisico cercando quando più possibile di abbassare
ritmo e numero di possessi.
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IL TABELLINO
Costone-Mens Sana 73-66
(14-19; 35-32; 56-51)
Costone: Banchero, A. Tognazzi ne, Ceccarelli, Radchenko 5, Terrosi 18, Banchi 13, Zeneli 4, Piattelli ne, Ondo Mengue 2, Bruttini 7, Nasello 24, Massari ne. Allenatore: Tozzi
Mens Sana: Brambilla, Pannini 6, Iozzi 6, Giorgi 2, Marrucci 20, Figus ne, Puccioni, Sabia 4, Cucini 6, Perinti ne, Prosek 6, V. Tognazzi 16. Allenatore Betti
SERIE: 1-0 Costone
Andrea Frullanti
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