A questo giro la rimonta non è riuscita. Sconfitta di misura per la Mens Sana a San Vincenzo in gara-3 e serie riaperta sul 2-1 per i biancoverdi. Il tutto a confermare quanto, nonostante tutto, l’equilibrio regni sovrano tra le due squadre. Cosa che non succede nell’altro versante del tabellone dove il Costone ha già liquidato Agliana e attende di sapere da chi verrà raggiunto in finale.
LA CHIAVE
Si potrebbe stare a questionare ore e ore sul fatto di come
sarebbe stato meglio o peggio gestire gli ultimi possessi. Si potevano fare
scelte diverse? Visto il risultato finale è fin troppo facile rispondere sì.
Però il nocciolo vero della questione è un altro: come mai la Mens Sana non è
mai riuscita nella serie a reggere l’urto dell’impatto che ha San Vincenzo sulle
partite?
È successo sempre, sia in gara-1 che in gara-2 e si è ripetuto anche in gara-3: nel primo tempo la squadra sembra non trovare le contromisure per arginare Bianchi, Persico e soci. Poi nel secondo tempo è sempre cambiato qualcosa – è successo anche a San Vincenzo, dove i padroni di casa hanno messo a segno appena 22 punti nel secondo tempo – e le partite sono tornate in equilibrio. Ma è chiaro che partire con un handicap di -10 o -15 sul tabellone non è mai semplice e non sempre si riesce a ribaltare la situazione.
È sicuramente questo lo spunto principale di analisi che separano la squadra di coach Paolo Betti da gara-4. Una partita che la Mens Sana dovrà giocare con maggiore lucidità e attenzione. È una nuova sfida, se vogliamo, per un collettivo molto emozionale e capace di “accendersi” quando vive e sente le partite in maniera molto forte. Ma l’ulteriore step di crescita può essere rappresentato proprio da una maggiore obiettività e consapevolezza di quello che c’è da fare in campo. Serve sangue freddo insomma, anche perché – obiettivamente – è ancora San Vincenzo che gioca spalle al muro. Non la Mens Sana. Approcciare in maniera frenetica gara-4 non aiuterebbe a frenare l’inerzia dei marittimi.
IL PROTAGONISTA
Sarà che sente l’aria di casa (per lui, di Rosignano Marittimo, quello con
San Vincenzo è di fatto un derby), sarà che in una serie anche fisica le sue
doti atletiche vengono esaltate. È stato Marrucci il migliore in campo per la
Mens Sana in gara-3. Una prova di carattere condita da 17 punti in 31 minuti di
impiego sul parquet. È stato il giocatore più sfruttato da coach Betti, anche
per merito del suo consueto grande apporto sul piano difensivo. In doppia cifra
sono arrivati anche Prosek e Puccioni, 17 e 10 punti, ma a entrambi è mancato
il lieto fine, così come sempre questi due giocatori lo avevano vissuto in gara-1
e 2.
FRONTE COSTONE
Tutto come da copione. Il Costone chiude la serie sul 3-0 con Agliana ed è la prima finalista del campionato. Un risultato importante per la squadra di coach Maurizio Tozzi e rivendicato in una gara-3 dominata dal primo all’ultimo minuto. Eloquente il punteggio: 80-55. Mai nella serie Agliana è riuscita a tagliare il traguardo dei 60 punti (ha messo a segno 55.67 punti di media nei playoff). E questo la dice lunga non solo sulle differenze di carattere tecnico che c’erano tra le due squadre ma anche – e soprattutto - sul piano della “fame” e delle motivazioni.
La vera differenza è che il Costone, a
prescindere dalla propria forza, gioca con umiltà, applicazione e grande
collaborazione. Specialmente in difesa. Doti che premiano il lavoro quotidiano
fatto in palestra da tutto lo staff gialloverde e che adesso, con una piccola
pausa per ricaricare le pile, stanno preparando la squadra della Piaggia a
giocare la finale come meglio non si può fare.
Andrea Frullanti
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