Le bocce non sono ferme, anzi è proprio il momento in cui il campo sta formando la parte decisiva delle valutazioni sulla stagione della Mens Sana. Il cammino diverso durante questa poule promozione rispetto alla prima fase - per tanti motivi anche intrecciati tra loro, dall'oggettività di un livello più alto alla flessione nel rendimento di alcuni giocatori, fino alla necessità di adattarsi a un basket differente: tutta esperienza preziosa da cui imparare in vista dei playoff - finisce paradossalmente per dare più valore a ogni singola partita vinta rispetto a quanto se ne riconoscesse prima.
Perché se il percorso complessivo resta quello di una stagione notevole, in confronto alle aspettative ma anche a prescindere, la consapevolezza di quanto costruito e il rispetto per il lavoro fatto sono la spinta a vivere le settimane che mancano col gusto di chi non vuole smettere di divertirsi, e continuerà a ballare finché ce n'è. In una rincorsa coerente tra quello che succede in campo e quello che succede fuori, arrivare più avanti possibile è in linea con un momento storico in cui si guarda avanti, e non più indietro per la paura di cadere di nuovo. E comunque si guarda avanti non solo per la grazia ricevuta di dover tornare chissà dove tutti sentono che sia giusto essere (per lo meno non adesso) ma per una crescita organica di tutto quello che da qualche mese si sta muovendo di nuovo attorno alla Mens Sana.
Tra i tanti movimenti, uno dei più imminenti è la formalizzazione dell'ingresso nel capitale sociale dell'Associazione dei tifosi, arrivata al momento vicina a quota 400 tesserati, ingresso che era in vista già dalla costituzione della nuova società dell'estate scorsa e arrivato ora allo striscione del traguardo. Entrerà con una quota tra l'8 e il 10%, in base a valutazioni ancora da completare, ed esprimerà un consigliere, che Io tifo Mens Sana ha già deliberato che sarà Guido Guidarini, in un cda che si allargherà di due nomi: entrerà anche un ulteriore componente in quota Polisportiva, che già esprime le figure di Maestrini, Corsini e Favilli, mentre Claudio Ridolfi è in rappresentanza dell'altro socio Etruria Retail.
Non è previsto al momento l'allargamento della compagine societaria ad altri soggetti: se le manifestazioni d'interesse che ci sono state non si sono concretizzate in un accordo è anche per la cautela con cui si sta vagliando l'entrata di nuovi soci, oggi che le cifre relativamente basse rendono più alla portata l'ingresso nel capitale sociale, riservandosi di valutare preferibilmente soggetti che possano essere il veicolo per un salto di qualità a livello societario. L'interesse in crescita nei confronti della Mens Sana piuttosto è in questo momento canalizzato più sul fronte delle sponsorizzazioni.
Ultima quella di Betsson Sport, il progetto di comunicazione del gruppo Betsson, azienda svedese con sede a Malta che si occupa di betting e casino online (con brand come StarCasinò e Betsafe), per dare visibilità in Italia al proprio marchio pubblicizzando un omonimo portale di infotainment: consuetudine ormai consolidata nel settore, visti i divieti imposti dal Decreto Dignità alla sponsorizzazione diretta da parte delle società di scommesse. E' la stessa Betsson che secondo indiscrezioni investirà 150 milioni in cinque anni per andare sulle maglie dell'Inter, per avere un'idea delle dimensioni dell'azienda.
Non che siano cifre che abbiano minimamente a che fare con la Mens Sana, coinvolta da Betsson in un diverso tipo di iniziativa che raccoglie una serie di società del territorio in giro per l'Italia (a cui comunque si è aggiunto in questi giorni anche il Napoli). Esaurite le valutazioni interne sull'opportunità di una partnership in questo settore, la sponsorizzazione porterà per un anno e mezzo di accordo una somma inferiore ma non così tanto rispetto a quella garantita su base annuale dal main sponsor: non decisiva ma importante, insieme alle altre voci di entrata.
Senza dunque volerci vedere dietro l'arrivo degli emiri, che oggi non c'è, un dato nuovo è che per questo rapporto è stata la Mens Sana a essere cercata, attraverso una società di marketing sportivo di livello nazionale, e fa il suo effetto dopo anni in cui non arrivavano sponsor neanche andando in giro col piattino, e anche le realtà del territorio preferivano andare altrove.
E' l'onda lunga della differente attrattività del nuovo corso societario, cominciato con lo spin off dell'estate scorsa - la nascita di una società formalmente indipendente, seppur con ogni evidenza tuttora controllata con la maggioranza assoluta dalla casa madre - e proseguito attorno al valore aggiunto ormai acclarato della nuova presidenza di Francesco Frati di fianco alla continuità del lavoro di Riccardo Caliani, oltre alla cura dei rapporti con le aziende di Michele Bottoni e al ruolo di cui si è fatta carico in questo ambito anche Io Tifo Mens Sana con i suoi rappresentanti, anche nel ricostruire la rete di contatti e relazioni cittadine di cui non erano rimaste neanche le macerie ma solo terra bruciata dopo i disastri lasciati dagli anni della gestione Macchi.
Così prima di Betsson c'era stato il nuovo main sponsor Note di Siena. C'era stato il supporto di un profilo istituzionale come Sei Toscana. C'era stata la partnership con altre aziende (Tecna, Pef, Relais La Costa, TeKeVoi, Macelleria Da Duccio, che messe insieme valgono quanto il main sponsor) nel quadro del rapporto con Confapi, la confederazione della piccola e media industria, che ha visto nella Mens Sana non tanto e non solo un veicolo commerciale quanto un modo, in una logica di nuove visioni aziendali, per investire su attività sociali rilevanti sul territorio di riferimento, scegliendo una realtà molto radicata, impegnata in ambito giovanile, che ha un palazzetto pubblico, che ha come presidente un ex rettore, che sta ripartendo come prova a fare la città.
E se a lungo il cambio di passo rispetto alla scorsa stagione è sembrato in soldoni più fumo che arrosto - e comunque anche il fumo è importante, nel senso di percezione all'esterno, nel momento in cui c'è da rilanciare una realtà, e la sua immagine - oggi il conto aggiornato dice altro. E racconta cioè di una raccolta che ha alimentato un aumento del budget stagionale circa del 20 per cento rispetto alla scorsa stagione.
Certo, c'è stato da destinare risorse a quei costi di amministrazione, consulenza del lavoro e biglietteria che, staccandosi dalla Polisportiva, ci si è dovuti sobbarcare in più rispetto al passato. Certo, la Mens Sana resta una realtà peculiare in cui l'utilizzo del campo costa molto più che altrove, per capirsi più di quello che si spende per i giocatori, e anche adesso che il palasport è di proprietà comunale. Ma quanto manca per immaginare di poter sostenere una categoria superiore?
A spanne per una Serie B Interregionale serve qualcosa attorno al 30 per cento in più rispetto alla base costruita quest'anno, e già ragionare in quest'ordine significa immaginare una stagione non con l'acqua alla gola. Non è un passo così tanto più lungo rispetto al 10-15 per cento di incremento su questa stagione che ci vorrebbe comunque se si restasse in categoria con l'obiettivo - quasi obbligato a questo punto - di fare un campionato a vincere, come le favorite di quest'anno.
Son soldi, ma rispetto al passato non si guarda al passo avanti come il rischio di andare di nuovo gambe all'aria, anzi ci si sta ragionando. Cominciando a immaginare da dove dovranno arrivare le risorse in più: sponsor attuali, sponsor nuovi, botteghino... Non si parla di acquistare diritti, non al momento, ma è il senso che si diceva all'inizio di affrontare questo finale di stagione con l'obiettivo di andare più avanti possibile ai playoff, per farsi trovare pronti in caso di ripescaggio. Il finale di questo capitolo sarà l'inizio del prossimo.
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