Una vittoria per ingranare definitivamente la marcia giusta, un ko che deve far riflettere. Sono umori opposti quelli di Virtus e Costone dopo la terza giornata di campionato. Se da un lato c’è chi sente di aver definitamente scacciato i fantasmi della falsa partenza, la Virtus, dall’altra c’è chi ha assaporato per la prima volta in stagione il gusto amaro della sconfitta, il Costone. Che deve quindi fare mente locale su cosa non è andato per capire quali siano gli errori da non commettere in futuro.
QUI VIRTUS
La vittoria su Castelfiorentino non verrà certo ricordata come
la partita più spettacolare della storia. Però si tratta di un risultato che una
notevole importanza nell’economia stagionale della Virtus. In primo luogo
perché scaccia forse definitivamente i fantasmi della prima giornata di
campionato, rendendo oggi quel ko più facile da digerire. Del resto, classifica
alla mano, la squadra di Lasi si trova nella metà alta della graduatoria,
staccata di soli due punti dalle battistrada Empoli e Quarrata.
In secondo luogo, ma molto più importante se si guarda al progetto tecnico rossoblù, si tratta di una vittoria di squadra che ha avuto protagonisti diversi con una variegata e altrettanto equa distribuzione di responsabilità. Bartoletti e Dal Maso sono stati i migliori realizzatori con 11 punti, Olleia ne ha fatti solo 7 ma sono stati canestri importantissimi per superare Castello quando i fiorentini si erano portati avanti, le realizzazioni della tranquillità portano poi le firme di Laffitte e Diminic. Insomma, attori diversi, grande collaborazione e un discretissimo sforzo collettivo. Per lo spettacolo ci sarà tempo, forse, nel frattempo coach Lasi fa bene a godersi l’efficacia e il pragmatismo di questo gruppo di giocatori che sta giocando ‘da squadra’. La prova del fuoco di quanto appena detto è dietro l’angolo con la sempre insidiosa trasferta ad Arezzo.
QUI COSTONE
In terra aretina ma ancora più in là, zona Casentino, il Costone
è incappato nella prima sconfitta stagionale. Nulla di trascendentale, ci può
stare perdere a Sansepolcro, tipica squadra ammazza-grandi che solo nel turno
precedente era stata autrice di un altro sgambetto, in quel caso alla Fides
Montevarchi. Anche perché Sansepolcro ha impostato, contro il Costone, la tipica
partita tignosa: in sintesi, appiccicarsi agli avversari, fargli sentire fisico
e mani, spezzargli in ritmo con il ricorso sistematico al fallo tattico. Anche troppo
se si pensa all’eccessiva esagitazione che ha portato alla prematura espulsione
del coach viturgense, Mameli, a causa di un doppio tecnico nel primo tempo.
In quel frangente il Costone si era portato avanti ma poi, nel terzo quarto, ha subito la rimonta di una Sansepolcro appiccicosa come mai in difesa. Il Costone non ha più trovato continuità ed è stato punito nel finale punto a punto, anche perché un vecchio lupo di mare come Norman Hassan non ha fallito i canestri nei momenti chiave della partita.
Ripetiamo: in casa Costone non devono fare drammi per la sconfitta, che ci può stare specie in un parquet così ostico come si è rivelato quello di Sansepolcro. Però è anche vero che la sconfitta ha ragioni precise: l’essersi disuniti di fronte alle difese tattiche dei casentinesi è un fattore su cui coach Tozzi e tutto il suo staff devono lavorare. Anche perché sabato arriva al PalaOrlandi un altro avversario da non sottovalutare: quell’Us Livorno già eliminata dai quarti di finale di Coppa e che, pertanto, avrà tutta la voglia e le intenzioni di rendere pan per focaccia al team gialloverde.
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