Tanti un'idea non ce l'avevano, un anno fa, di fronte alla prima stagione di sempre dei sei derby tra le tre storiche società cittadine. Per tanti altri quello che conta è la propria squadra, poi non importa contro chi gioca, e forse neanche in quale campionato. Alzare lo sguardo a tutto il basket senese ha invece il senso di ragionare sulla base (di numeri, entusiasmo e interesse) che permetta al movimento cittadino di tornare terreno fertile per esprimere di nuovo una realtà di eccellenza, oltre ad altre con una propria identità.
Per una passione ridotta ai minimi termini, nei numeri complessivi, dalle mortificazioni subite con le vicissitudini degli ultimi anni (evidente che si parli di Mens Sana), un ritorno alle radici è sembrato il mezzo che serviva (o forse solo un espediente, in attesa di soluzioni più strutturali) per tenere accesa in maniera diversa una fiammella altrimenti a rischio estinzione. E magari alimentarla, con un ritorno di fiamma. Se un anno fa questa era vista come un'occasione, l'occasione per tutti di tenere alta la temperatura del basket in città anche grazie ai derby, è solo in linea con quelle valutazioni di allora notare che oggi quell'occasione è andata persa. Con la decisione del Consiglio Regionale sulla formula del prossimo campionato.
Prima di tutto i fatti. Il Consiglio Direttivo regionale di mercoledì 2 agosto ha deciso che la prossima Serie C Unica toscana, frutto della "fusione" di Serie C Gold e Silver in un'ultima stagione di transizione prima che la riforma dei campionati arrivi a regime nel 2024-25, avrà due gironi da 11 squadre ciascuno con questa composizione: in uno Costone con Altopascio, Valdisieve, Pallacanestro Prato, Prato Basket Giovane, Fides Montevarchi, San Vincenzo, Sansepolcro, Folgore Fucecchio, US Livorno, Bottegone, e nell'altro Mens Sana con Agliana, Synergy San Giovanni, CMB Carrara, Cus Pisa, Juve Pontedera, Don Bosco Livorno, Fides Livorno, Shoemakers Monsummano, Pino Basket Firenze, Sancat Firenze.
La formula: Al termine della prima fase, le prime quattro di ogni girone passano, portandosi dietro i punti fatti, a un "girone promozione" da 8 squadre; le prime 4 di questo girone al termine della seconda fase accedono ai playoff per l'unica promozione in Serie B Interregionale. Le restanti 7 squadre (le 3 che non hanno vinto ai playoff e le 4 non classificate) mantengono la categoria.
Le restanti 14 squadre (7+7) che non accedono al "girone promozione", nella seconda fase si portano dietro i punti fatti e sono redistribuite in due "gironi salvezza" da 7 squadre ciascuna. Le prime 2 di ogni girone (quindi 4 in tutto) conquistano la salvezza. Le squadre classificate dal 3° al 6° posto di ogni girone di seconda fase disputano un "playoff salvezza" la cui vincitrice (quindi 2 in tutto) conquista la salvezza. Le tre squadre per ogni girone (quindi 6 in tutto) che non vincono questo "playoff" e le settime classificate dei "gironi salvezza" retrocedono in Prima Divisione Regionale.
In sintesi (se non è chiaro potrebbe dipendere da chi ha scritto, ma anche da chi ha inventato questa formula), su 22 squadre:
- 1 sale in Serie B Interregionale (la vincitrice del playoff tra le prime 4 del "girone promozione" di seconda fase)
- 8 retrocedono in Prima Divisione Regionale (la settima classificata di ciascun "girone salvezza" di seconda fase, più le tre squadre che non vincono il "playoff salvezza")
- 13 squadre (le rimanenti) mantengono la categoria e restano in Serie C Unica
***
L'inquadramento, necessario, per dare il senso della questione. Non è escluso in termini assoluti che Mens Sana e Costone possano incontrarsi, anzi: può succedere nelle fasi successive. Ma perché avvenga serve che entrambe facciano lo stesso tipo di percorso, chiudendo la prima fase entrambe tra le prime quattro del proprio girone, oppure entrambe tra le ultime sette del proprio girone. Se non si incrociano, muore il basket? No. Muore il basket senese? No. Muore la Mens Sana? No. Muore il Costone? No. Non muore nessuno, non siamo di fronte a un dramma da cui non ci si rialza più. Anche a livello economico: per la Mens Sana sposta poco; per il Costone il migliaio d'euro di incasso per quell'unica partita stagionale di per sé sposta anche meno. Per tanti il discorso può chiudersi qui.
Lasciarlo aperto, d'altra parte, non vuole essere una battaglia di retroguardia. Anche perché non c'è più niente su cui battagliare: la decisione ormai è presa. Ma resta la riflessione sulla perdita di un appuntamento che avrebbe fatto bene al movimento cittadino. E che ha fatto bene. Per le presenze al palazzetto. Per l'aumento riferito da alcuni dei bambini al minibasket, che magari non si spiegherà solo coi derby ma è un fatto. Per la ritrovata centralità nel discorso pubblico del basket cittadino, che invece anche a livello mediatico aveva altrimenti visto la propria visibilità abbattersi rispetto alla Robur (e ci sta) ma anche alla pallavolo e al basket di Chiusi. Ora l'appuntamento del derby non c'è più, per scelta. Perché è una scelta la decisione che i derby non fossero una priorità nella composizione dei gironi.
***
Ecco, come sono stati composti i gironi? Prima tappa, la decisione all'unanimità del Consiglio di evitare un criterio solo territoriale, anche per dribblare lo storico squilibrio possibile tra il girone "terra" e il girone "mare". Segno che qualche valutazione sull'aspetto tecnico è stata fatta, anche se poi ogni discorso su quale sia il girone più difficile (e uno sembra esserlo) non può essere definitivo, con le squadre ancora da completare. Ma il successivo obiettivo dichiarato, quello di creare gruppi omogenei dandosi come criterio i valori emersi dalla scorsa stagione, prendendo a riferimento la classifica, trova rispondenza solo in parte nel modo in cui i gironi sono stati effettivamente composti. Come metodo, insomma, non un meccanismo insindacabile di regole fissate, ma un intreccio di valutazioni arbitrarie. Che lascia spazio anche spazio alla riflessione per cui di queste valutazioni (legittimamente, nessuno lo ha negato) non ha fatto parte la considerazione del valore dei derby.
Non è stata una decisione ad personam, o meglio ad civitatem, su Siena. Non è niente di particolarmente nuovo: in altri campionati Bergamo non è stata messa nello stesso girone con Treviglio, e Ozzano (o Faenza, o Imola) non con Bologna, mille casi... Anche in questo campionato San Giovanni e Montevarchi sono in gironi diversi, Fides e Don Bosco Livorno sono insieme ma il vero derby di quest'ultima sarebbe con la US Livorno che invece è nell'altro girone, e la stessa Valdisieve non è con le fiorentine... Spazio per ripensamenti non c'è, anche per non creare precedenti, ma sarebbe bastato spostarne una, o forse tutte e tre, e si sarebbe creato il posto anche per il derby senese. Come detto, le valutazioni sono state altre, anche se tutti hanno negli occhi la botta di energia del derby livornese Pielle-Libertas al piano di sopra. O nel loro piccolo (in confronto) delle stracittadine senesi dell'anno scorso.
***
Non è che si rinuncia ai derby, è la linea comunicativa scelta dalla Federazione, ma si è preferito lasciare la possibilità che succeda alle fasi successive. Rinunciando al certo per l'incerto. La Federazione, contattata nei suoi rappresentanti regionali apicali, rivendica la richiesta di rispetto per le decisioni prese attraverso due passaggi, quello dell'organo tecnico (l'ufficio gare) e poi di quello politico (il Consiglio Regionale), in cui siedono quattro rappresentanti di società di Serie C e nessuna al momento della decisione ha espresso dubbi.
Il Costone d'altra parte si è molto agitato, con passi informali e formali, telefonate e mail a Siena e fuori, e dichiarazioni virgolettate del presidente Emanuele Montomoli. Invece per la Mens Sana, che peraltro in Consiglio esprime la presenza di Riccardo Caliani, che ci sia il derby o meno pare un tema di nessun interesse, ritenendosi rinfrancata dalla sponda arrivata dalla risposta social di qualche tifoso sulla questione.
Prescindendo per un attimo dai citati interessi del movimento, avere una stagione col derby sembra più importante per il Costone, che dal confronto diretto trae linfa per legittimare quella rivalità coi biancoverdi ora che non ci sono più le categorie di distanza che aveva cristallizzato la storia. E in effetti non è di derby che vive l'identità della Mens Sana, una realtà che ha vinto scudetti e fatto Final Four di Eurolega. Ma oggettivamente il suo presente è questo, la Serie C, e ha senso viverlo traendo il meglio dalla situazione attuale, e in particolare il piano migliore per tenere accesa quella fiammella.
D'altra parte essere nello stesso campionato senza incrociarsi col Costone può avere per la Mens Sana l'effetto positivo di non arroccarsi su quell'identità provinciale che rischia di stratificarsi addosso anno dopo anno con la ripetizione di sfide a certe rivali trovate in categoria, una dimensione che proprio per la sua storia non le appartiene. Anche se in termini di risorse, la realtà più vicina a elevarsi a un livello superiore oggi è il Costone.
Magari si è fatta tanta confusione per uno scenario, il derby mancato, che in realtà finirà per essere soltanto rimandato alla seconda fase. Con l'auspicio almeno che sia ai playoff promozione.
***
Leggi anche:
Nessun commento:
Posta un commento