Un successo fortemente desiderato, voluto, lottato (forse anche più del previsto) e, alla fine, ottenuto. La vittoria nella serie (3-1) con Quarrata decreta la meritata promozione della Virtus in B interregionale. Obiettivo dichiarato della società di Via Vivaldi, si tratta di un risultato assolutamente giusto. Proprio perché arrivato alla fine di un cammino non lineare e che ha incontrato non poche difficoltà lungo il percorso. Ma che, proprio per questo, forse rende ancor più bello questo lieto fine.
LA SERIE FINALE
Arrivata ai playoff con i grandi favori del pronostico e superata di slancio una semifinale decisamente abbordabile con Altopascio, la serie finale si era aperta con la doccia fredda della sconfitta in gara-1. Partita in cui la Virtus, reduce da un lungo stop – inusuale per i playoff - a causa delle finali under 19 di Agropoli, si era fatta sorprendere dalla spigolosità e dai tatticismi delle difese quarratine. La sconfitta per 86-80 all’overtime aveva spaventato, gara-2 (vinta 92-81) aveva parzialmente rimesso le cose a posto, prima della vera e propria svolta: la vittoria in gara-3 a Quarrata ancora dopo un supplementare (77-73). Tutto prima della passerella finale di gara-4, terminata 88-66 per la squadra di Lasi (top scorer Calvellini con 24, Olleia con 17 e Dal Maso con 16 punti), dove il maggior tasso tecnico virtussino è venuto fuori. Ancora una volta, verrebbe da dire, visto che da questo punto di vista il divario tra le due squadre è apparso evidente. Seppur mascherato molto bene dagli sforzi di Quarrata.
AMBIZIONE E MONTAGNE RUSSE: LA STORIA DI UNA STAGIONE
In ogni modo non è stata una serie banale. Così come non è stata una stagione banale quella della Virtus. Ciò che non è mai mancata è stata l’ambizione, dichiarata, di giocarsela sempre per i primi posti, cercando di conquistare la promozione diretta. E nelle prime fasi di campionato i risultati hanno dato ragione alle scelte fatte nella passata estate: la squadra affidata a Filippo Franceschini, seppur con qualche piccola sbavatura qua e là, è sempre stata nelle prime 3/4 posizioni di classifica. In linea, del resto, con gli obiettivi fissati a inizio anno. Poi, come si suole dire, l’appetito è venuto mangiando: l’estensione delle promozioni da 3 a 6 (4 dirette e due dai playoff, ndr), ha ingolosito la società che, anche grazie agli investimenti dello sponsor Stosa, ha rivoluzionato il roster: sono partiti Cacciatori e Caridi, sono arrivati Dal Maso, Paunovic e Laffitte. Nuovamente i risultati hanno subito premiato le scelte effettuate: tra dicembre e marzo sono arrivate 11 vittorie in 12 partite, con vittime illustri quali Castelfiorentino, Prato, Cecina, Arezzo, ecc.
IL MOMENTO CHIAVE
Poi è arrivato l’11 marzo e il derby con la Mens Sana. Una partita praticamente già vinta e poi persa negli ultimi 3 minuti. È stata la prima di 4 sconfitte consecutive, pesanti e sanguinose soprattutto quelle con Spezia e Legnaia (-36 il passivo del match di Firenze). Risultati che hanno ribaltato il campionato virtussino visto che, in buona sostanza, fino a quel momento la Virtus era praticamente certa di poter concludere la stagione regolare tre le prime tre. Un autentico crollo che, oltre che a portare all’esonero di Filippo Franceschini e al subentro di Maurizio Lasi in panchina, ha determinato l’arrivo al quinto posto, chiudendo così la stagione regolare come prima delle escluse dalla promozione diretta. Ma anche come grande favorita per i playoff. Pronostico poi pienamente confermato.
I PROTAGONISTI
E lo ribadiamo: sono festeggiamenti meritati quelli della Virtus. Se non altro per la perseveranza e la tenacia con cui è stato conseguito il risultato. Tanti i protagonisti di questa annata. Il primo “uomo-copertina” è sicuramente Giulio Bartoletti, play che ha sempre avuto in mano le chiavi della squadra, sia nei momenti positivi che in quelli più difficili. È stata però la sua stagione più costante, nonostante un infortunio coinciso proprio con il periodo di maggiore crisi della squadra (post derby con la Mens Sana). In tal senso, alternarsi a Laffitte ha aiutato notevolmente, sia sul fronte di una sana competizione interna che per distribuire più equamente minuti e responsabilità. L’altro volto da mettere in copertina è quello di un altro veterano: Gianmarco Olleia, diventato forse il miglior giocatore della categoria nel ruolo di 4 tattico, un elemento capace di continuare a crescere, tecnicamente e moralmente, nonostante stabilmente (e da tempo) tra la vecchia guardia virtussina.
MVP
Poi c’è Matteo Calvellini, giovane ala classe 2002, definitivamente esplosa in questa stagione. La serie finale lo ha ulteriormente incoronato come assoluta rivelazione, anche grazie a un ruolino di marcia di 15 punti di media a partita: coi 24 punti di gara-4 lo scettro di mvp della serie finale spetta indubbiamente a lui. Sempre prezioso, sempre utile, sempre con grande attitudine e applicazione in campo: Calvellini, grazie alla sua duttilità, è stato l'uomo in più della Virtus, rappresentando per di più il credo cestistico della società, visto che stiamo parlando di un ragazzo cresciuto nelle giovanili rossoblù. A ulteriore testimonianza del sempre egregio lavoro svolto dalla cantera di Via Vivaldi. Sia con Franceschini che con Lasi, Calvellini si è dimostrato un elemento importantissimo per questa squadra, determinando una crescita esponenziale sua e di tutto il gruppo.
MERITI DA CONDIVIDERE
Ovvio che infine, in primo piano, ci debba finire anche coach Maurizio Lasi, bravissimo a riprendere in mano le redini di una squadra che stava vertiginosamente sbandando e che di fatto aveva perso la sua identità. Più che allenatore che ha cercato di portare i suoi dettami tecnico-tattici all’interno del gruppo, Lasi è stato anche un fine psicologo per aiutare Dal Maso e compagni a rimettersi in carreggiata e finire la stagione in assoluto crescendo. Ciò nonostante, e malgrado quello sciagurato mese di inizio primavera, non va dimenticato nemmeno il lavoro di Filippo Franceschini che paga la dura legge dello sport: se i risultati non arrivano, il primo a farne le spese è l’allenatore. Un allenatore che però, fino al minuto 37 del derby con la Mens Sana, aveva condotto la Virtus lassù dove dove meritava essere. E dove torna oggi, con qualche settimana di ritardo, ma in maniera asssolutamente trionfale. Un piccolo ritardo che non deve sminuire il valore dell’impresa e del successo ottenuto dalla Virtus in un’annata sicuramente da ricordare.
Andrea Frullanti
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