La Virtus mantiene inviolato il PalaPerucatti e torna al successo battendo in casa Arezzo per 76-69. Partita strana, nervosa, contratta e non bellissima: un match che ha faticato a trovare un padrone ma che, alla fine, vede trionfare i colori rossoblù. E questa è la cosa più importante del momento virtussino, visto che “il cantiere” di coach Spinello sembra ancora aperto in Via Vivaldi.
IL MOMENTO DECISIVO
Dopo un primo tempo in cui né Virtus né Arezzo sono riuscite a creare separazione ne punteggio, sono stati gli ospiti a prendere il largo tra la fine del secondo e l’inizio del terzo quarto. La svolta è forse arrivata nel momento più difficile per i rossoblù: con Arezzo avanti di 7 punti, sono arrivati in contemporanea il quarto e il quinto fallo di Federico Bianchi che cercando di subire uno sfondamento ha visto punire la sua difesa. La reazione dopo il fischio è costata l’uscita dal parquet anticipata per il capitano virtussino. Ma lì, quando le rotazioni accorciate potevano mettere ancora più in difficoltà la Virtus, è venuto fuori il grande carattere della squadra di coach Spinello che ha dato il la a una grande rimonta, prendendo per di più il largo nell’ultimo periodo, quando Arezzo si è lasciata anche andare a degli eccessi di nervosismo, pagati decisamente caro. Quattro uomini in doppia cifra: Nepi 21, Olleia 16, Zambonin 14, Bartoletti 13.
LA CHIAVE
In una partita così contratta ciò che balza agli occhi è stata il poco ritmo messo in campo dalla due squadre. Un fattore che si rispecchia anche nelle percentuali di tiro, decisamente deficitarie su entrambi i lati del parquet. La Virtus si è salvata e ha vinto grazie al suo carattere, una dote preziosa e su cui il team rossoblù ha costruito tutti i suoi successi, peraltro solo casalinghi. A questo punte serve continuità, anche e soprattutto in trasferta: la prossima è a La Spezia. La ricetta per la Virtus è questa, la rotta su cui lavorare è tracciato.
Andrea Frullanti
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