"L'ultimo spenga la luce"
Ripartenza
Forse per qualcuno era scontato, per me no. Rivedere delle partite al PalaEstra quest'anno, anche se solo attraverso lo schermo, la ritenevo una possibilità molto remota. Invece sono stato sbugiardato e, pur con tutte le difficoltà dovute alla situazione (quarantene, tamponi, squadre dimezzate dalle assenze per covid durante la stagione), c'è stato per davvero un campionato da seguire.
Un campionato su cui resterà per sempre un asterisco sopra, fosse anche solo per la perenne assenza di tifosi sugli spalti, ma comunque un campionato. Un anno fa anche solo questo era pura utopia. Invece c'è stato tutto: vittorie, sconfitte, esaltazioni e delusioni, giocate belle e giocate drammatiche, siamo tornati a parlare di pallacanestro e di Virtus, Mens Sana e Costone per un po', non è stato male. Si parla un po' troppo e a sproposito di "ritorno alla normalità", ma questo è stato effettivamente un primo, anomalo e disfunzionale, tentativo in quella direzione.
Poteva finire meglio? Forse. Ma in effetti poteva proprio non esserci niente neanche quest'anno e se c'è qualcosa che abbiamo imparato nell'ultimo anno e mezzo è proprio a non dare nulla per scontato.
Infortuni
Difficile scindere la stagione dalla Mens Sana dal fatto che nel suo momento migliore abbia perso due uomini chiave come Pannini e Benincasa. Le toppe messe qua e là e le aggiunte al roster alla fine non sono servite a ritrovare un equilibrio che non c'era più. È stato a tutti gli effetti il momento che ha fatto crollare un po' tutto il castello di carte che era stato costruito, fatto comunque di momenti altalenanti ma che avevano sempre trovato una quadra nei finali di partita fino ad allora. Ma non tutto viene per nuocere, dato che da questi momenti è scaturita la consapevolezza della regola aurea: C Silver raga.
La firma di Perin a due settimane dall'eliminazione
Derby
A conti fatti il 2/2 della Mens Sana nei confronti del Costone resterà come il ricordo migliore di questa stagione della Mens Sana (e il peggiore per quanto riguarda i gialloverdi). Due partite tra l'altro tirate e decise negli ultimi minuti, due partite per cui resta il rammarico di non aver avuto il pubblico a giocare la propria parte, che sicuramente avrebbe pesato in qualche modo. Difficile selezionare un momento specifico, credo ognuno si ricordi qualcosa di particolare. Io personalmente sono grato di aver stampato in mente in maniera indelebile l'immagine di Ondo Mengue che perde di mano da solo il tiro da tre della vittoria nel ritorno. Grazie a tutti per aver reso quel momento possibile.
Spiegato bene
E poi?
Finito tutto con un po' di mestizia rimane una realtà che dice che la Mens Sana (al momento) è un'onesta squadra di Silver senza particolari ambizioni, come del resto dichiarato anche a inizio stagione. L'andamento della regular season aveva fatto pensare ad altri possibili lidi, ma per tanti motivi la realtà alla fine ha riportato un po' tutti coi piedi per terra.
Come dice il super mega direttore ora c'è da capire che si vuole fare da grandi, perché la realtà che ci circonda è quella di un medio-grande paese in cui sarà sempre più difficile e sfidante trovare finanziamenti/sponsor/entrate. Mentre al contempo le strutture che ti ritrovi avranno sempre più bisogno di manutenzioni, anche particolarmente onerose. Oltre a questo ti porti storicamente dietro un pubblico sempre più anziano e ancora più distaccato dopo l'esperienza Covid. Mi rendo conto che ormai non si può più parlare di rigalvanizzare una piazza in qualche modo, è quantomeno ridicolo dopo due fallimenti e mezzo.
Si tratta forse di costruirsi una nuova dimensione e farla accettare. Si tratta di scrollarsi di dosso un passato che ora è quasi più un peso quando vuoi portare persone a palazzo. Mettere in chiaro che quella Mens Sana lì è preistoria, mentre il presente è una piccola società col suo settore giovanile che tenta di fare bene dei campionati minori. Forse è più noioso e meno d'impatto da presentare, ma è più onesto.
Abbiamo passato anni a vedere partite infime di A2 credendo di meritare di meglio per un malriposto senso di superiorità. Forse invece la verità è che per meritare di meglio dobbiamo prima costruire qualcosa di concreto, fare un po' pace coi fantasmi del passato e accettare che non sono niente di più di fantasmi.
La dimensione della Mens Sana è sempre un po' stata quella di essere piccola e tignosa contro gente molto più grande e preparata, ma da diversi anni ci siamo autoconvinti che delle vittorie in più in Serie A renderebbero automaticamente migliori di società che da decenni fanno quadrare i conti e lavorano a testa bassa per portare ragazzi a giocare a pallacanestro.
Se continuiamo a pensare alla Mens Sana come a qualcosa di grande in un ambiente piccolo prima o poi ci sveglieremo accorgendoci che dentro a quella cosa grande non c'è rimasto più niente.
Francesco Anichini
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