Un'agibilità in scadenza. Costi. Chi se ne occuperà. Chi NON se ne occuperà. Scenari. L'assessore allo sport Paolo Benini è intervenuto oggi sulle pagine della Nazione in un'intervista a Pino Di Blasio di cui segnaliamo alcuni estratti. Prima le dichiarazioni, poi qualche considerazione.
"A ottobre scadrà la proroga sull'agibilità".
"L'impianto non è messo male come pensavamo, potrebbero essere necessari lavori meno gravosi (...). Secondo la relazione dell'ingegner Montagnani non serviranno tanti soldi. Potrebbero bastare 700-800mila euro oppure poco più di un milione, dipende dai progetti".
"La Polisportiva Mens Sana deve pensare alla progettazione, tocca a loro pensare alla ristrutturazione e agli adeguamenti sismici indispensabili. Il Comune non ha titolo per intervenire".
"Nessuno si illuda che il Comune possa prendersi il palasport. Noi possiamo solo agevolare i privati perché pensino a gestioni e strategie più efficienti e redditizie".
Il piano operativo prevede "Impianti sportivi, studentato, una cittadella dello sport strutturata che avrebbe le potenzialità per generare redditi".
Eventuali cordate e fondi: "Qualcuno è sparito, qualche trattativa è ancora in essere".
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Provando a tirare le somme:
- Benini non è il Sindaco, non è neanche uno degli esponenti di punta della Giunta sui temi immobiliari. Per dire che non è necessariamente il Libro Sacro: cioè, ci sono anche cose non sotto il suo controllo che passano sopra la sua testa (come per tutti). Al di là di questo, è stata comunque l'unica voce della Giunta sull'argomento.
- L'agibilità per il campo centrale del palasport è fino a ottobre. Risultava in scadenza prima dell'estate. La sostanza è il rischio, che non si scopre oggi, di non avere più una casa per la stagione 2021-22.
- Quello che non è nelle dichiarazioni è la possibilità, visto che la sicurezza nella fruizione non è a rischio, di pensare alla proroga di un anno dell'agibilità per ragioni di Covid come avvenuto in numerosi altri contesti. Naturalmente non sarebbe LA soluzione. Ma intanto sarebbe una pezza (non la prima). In attesa di scenari che oggi non ci sono).
- Non saranno costi gravosi, ma intanto per i lavori necessari serve un milioncino. Fossero anche 700-800mila euro è uguale: la Polisportiva non ce li ha.
- Il Comune non ce li mette. E "nessuno si illuda che il Comune possa prendersi il palasport".
- Serve trovare qualche privato che ce li metta. Attirato dalle "potenzialità per generare redditi" del piano per la zona che prevede uno "studentato" e una "una cittadella dello sport strutturata".
- Più o meno le idee su cui si basavano le proposte più o meno affidabili dei soggetti di cui si è parlato ormai negli anni, dal fondo inglese nelle settimane del fallimento della Mens Sana dei Macchi ad altri imprenditori interessati all'area fino all'altro fondo che nei mesi successivi era andato abbastanza avanti nei colloqui con la Polisportiva e col Comune finché non è diventato evidente che le volumetrie concesse sono molto distanti da quelle che secondo gli investitori possono far stare in piedi un investimento di quel tipo (che deve comunque prevedere non solo la parte immobiliare ma anche una sistemazione per le attività che si svolgono adesso al palasport).
- In mancanza di una soluzione (quelle ipotizzate qua sopra o altre che non si conoscono) si chiude, che sia maggio o ottobre: basket, ma anche pallavolo, pallamano... In questi giorni al palasport, seppure in locali diversi, è arrivato anche il baseball.
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