Gran duol mi prese al cor quando lo ’ntesi,
però che gente di molto valore
conobbi che ’n quel limbo eran sospesi
(Dante Alighieri, Inferno, Canto 4, 43-45)
Il Limbo è quella parte dell’Inferno descritto da Dante dove si trovano le anime dei non battezzati e di chi quindi non ha ancora espiato il peccato originale. Siamo nel primo cerchio dell’Inferno: tutti sono “sospesi”, in uno strano stato a metà, senza pene ma anche senza la visione salvatrice di Dio.
Ora sgombriamo il campo da scomodi ed elevati paragoni poetici e torniamo a dedicarci al basket di casa nostra. La sospensione dei campionati ci fa vivere settimane assolutamente paradossali: i campionati partiranno il 10 gennaio, ci sono limitazioni importanti per lo svolgimento degli allenamenti ma le attività vanno comunque portate avanti. In un modo o nell’altro.
Ecco il nostro Limbo. Cercare di fare sport senza poterlo praticare a pieno.
Ora, senza addentrarci nella stucchevole discussione del perché si sia arrivati a questa situazione, superflua e inconcludente soprattutto dal punto di vista della salute pubblica e dell’emergenza sanitaria che stiamo tutti vivendo, limitiamoci a osservare cosa stanno facendo le società per mantenersi attive e, quindi, in vita. Il nostro viaggio parte da Via Vivaldi, dalla Virtus.
Stante le ultime restrizioni, la società ha dovuto sospendere il minibasket, ma ha mantenuto e rimodulato le attività di prima squadra e di tutta la restante parte del settore giovanile. Sempre attiva anche la foresteria dove sono rimasti alcuni giocatori (per la prima squadra Bovo e Ndour) che proseguono coi loro allenamenti, studi, didattica a distanza ecc.
Gli allenamenti, individuali e solo atletici, si svolgono sulla piattaforma Zoom: per due volte a settimana i giocatori si collegano con il preparatore atletico Giacomo Barbetti per effettuare, a distanza e in sicurezza, sedute di lavoro fisico. Stesso dicasi anche per il settore giovanile (2 volte a settimana per ogni squadra) dove Barbetti si alterna con Stefano Simeoli.
Le giovanili si ritrovano poi il sabato, nel parco comunale di Via Aretina, per poter svolgere un allenamento in presenza, con ogni giocatore che da casa porta borraccia, asciugamano e tutto l’occorrente. La prima squadra di coach Spinello fa la stessa cosa al campo scuola di Via Avignone, il martedì e il giovedì, negli spazi orari (dalle 18 alle 20) che il Comune di Siena ha concesso gratuitamente alle società.
Poi c’è il basket, dal punto di vista tecnico. Ogni giocatore a seconda di disponibilità di playground, campi e canestri in prossimità della propria abitazione ha un programma da svolgere in autonomia, da casa.
Oltre a tutto questo in Via Vivaldi si sono sempre rispettati tutti i protocolli sanitari per la sicurezza pubblica: separazione e sanificazione degli spazi per poter permettere l’accesso alle docce con mantenimento delle distanze, igienizzazione delle mani, misurazione della temperatura e utilizzo della mascherina negli spazi comuni. Oltre a questo controlli periodici e tamponi per la prima squadra.
Insomma, la Virtus non sembra essere impreparata di fronte ai vari scenari che il Covid le ha messo e le metterà di fronte. Toccando ferro, se da settembre la società non ha registrato nemmeno un positivo tra atleti di prima squadra e giovanili (circa 300 persone), oltre che tra membri dello staff, della dirigenza, della segreteria e relative famiglie, significa che i protocolli sono stati rispettati in maniera rigorosa, puntuale e funzionale.
La speranza a questo punto è partire regolarmente il 10 gennaio con il campionato. Magari rivedendo i protocolli sanitari e la formula del torneo stesso. Magari alzando anche il livello di attenzione e aumentando i controlli, fanno sapere dalla società. C’è piena disponibilità in tal senso e, anche per questo, i contatti con la Fip sono costati e quotidiani.
Purché a gennaio si parta: non si può rimanere per sempre nel Limbo e, senza attività sportiva, sarà durissima per tutti. Virtus compresa.
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