Nell’ultima puntata l’argomento era la maglia nera,
omettendo volutamente considerazioni sulla divisa Kipsta utilizzata per due
stagioni. Questo perché aveva caratteristiche particolari che meritano
un’analisi più approfondita. Così come la canotta Mondosport del 2018/19,
destinata a rimanere per chissà quanto tempo l’ultima in un campionato con
davanti la sigla A…
Oggi si parla delle maglie che raffigurano al loro interno immagini della città. Una soluzione, quella del riferimento al territorio, vista in tantissimi altri contesti: l’Armani con il Duomo di Milano (guarda un po', dopo essersi presa Moss, Hackett e Banchi, anche l'idea della maglia...), di cui alcuni elementi saranno richiamati anche nella prossima divisa Puma del Milan, o anche la pianta della città sulla maglia della Roma (stagione 15/16). Come si vede nel collage preparato, in maniera diversamente impattante da caso a caso. Esempi anche in Nba: vengono in mente la storica skyline di Denver o quella più recente di Dallas.
Spesso si
utilizza la serigrafia, con efficacia talvolta molto dubbia: la maglia della
Nazionale di calcio nel 1994 aveva lo stemma della Figc ripetuto infinite volte,
quella dei prossimi Europei fregi rinascimentali di cui non si sentiva tutta
questa necessità. Per rimanere in casa Mens Sana, ecco una versione con una
parte del logo raffigurata in maniera più grande nel disegno.
Ma torniamo all’argomento di oggi, la città. Il botto lo fa
Kipsta, che prende il posto di Champions nell’estate del 2012 e presenta tre
divise (bianca e verde per il campionato, nera per l’Eurolega) caratterizzate
da tre richiami alla “più bella delle città”: Duomo, Torre del Mangia e
contrade.
LE CARATTERISTICHE - Il Duomo è richiamato nel colletto, che
presenta una doppia caratteristica: una parte a V ed una circolare, proprio
come le cornici delle finestre. La Torre è sul dorso; da lì partono
diciassette strisce diagonali tono su tono, che salgono verso sinistra. Stessa
direzione, salita da destra a sinistra, stavolta però su tutto il fronte, per
le diciassette righe della parte anteriore. Questo crea uno stacco non corrispondente
(e quindi non entusiasmante) quando si arriva all’altezza del fianco sinistro,
ma è solo una delle criticità di una buonissima idea realizzata con qualche
pecca. Ci torneremo.
Video di presentazione di Kipsta |
Ora si rimane ai dettagli: non mancano, ahimè, spunti
tricolori. Giro spalla e colletto (anche nella parte posteriore) sono
caratterizzati da riferimenti (esteticamente inutili) al verde bianco e rosso
della bandiera italiana. Il numero, bianco, è collocato al centro, sopra lo
sponsor. Pantaloncini total black a parte una banda verde sul giro coscia.
Banda che resta verde sulla divisa bianca e si inverte, bianco su verde, in
quella da trasferta.
Euroleague |
LE PECCHE - Il font è probabilmente il più brutto mai usato
nella storia delle maglie Mens Sana. Quando si cerca di innovare capita di
andare un po’ troppo oltre, questo è uno dei casi. Ma c’è di peggio: nella
versione Eurolega le diciassette righe creano una sorta di bandone grigio che
mal si armonizza con il resto della maglia. Limitarsi alla parte dorsale, senza
abbandonare il riferimento al numero diciassette, forse avrebbe attenuato
l’effetto negativo. Un effetto che, va detto, è decisamente meno fastidioso,
anzi non lo è assolutamente, nelle due versioni da campionato. Altri dubbi: il
numero, specialmente se a singola cifra, si sovrappone alla Torre, così come il
nome del giocatore in alto e la scritta Siena in basso. Però sulla bianca l’impatto
è decisamente migliore che sulla nera.
L’ULTIMA? - Facciamo un salto temporale di sei stagioni.
Questa sotto è l’anteprima dell’anteprima. Uno scatto che ho realizzato
personalmente qualche minuto prima della presentazione ufficiale delle divise
per il 2018/19. Tralasciando la qualità dell’immagine (comunque nettamente superiore
alla qualità della gestione societaria…), si possono vedere alcuni dettagli
fondamentali che hanno caratterizzato la versione casalinga e quella da
trasferta.
Particolarità, il disegno non è lo stesso: nella maglia da casa troneggia
la skyline cittadina (utilizzata, nelle parte bassa della schiena, anche dalla
Virtus) mentre in quella da trasferta c’è un riferimento, non visibilissimo (riguardando
le prime foto della presentazione con il ‘modello’ Misljenovic la domanda che
sorge spontanea è “ma c’è o non c’è?”), al Palazzo Pubblico e alla Torre del
Mangia. Per la divisa da trasferta si è scelto di presentare un verde piuttosto
scuro, non entusiasmante, ma la tonalità selezionata per la parte superiore
della divisa casalinga, un verdino stinto che tende a sfumare, è ancora più
inquietante.
STEP UP - Attenzione, però: quando inizia la stagione il
verde della seconda divisa fortunatamente schiarisce, diventando molto più
gradevole, il numero frontale si sposta al centro facendo spazio al Logo
Mondosport. E l’immagine di Torre e Palazzo comunale viene contornata in oro,
diventando finalmente visibile anche ad una certa distanza. E inserendosi in maniera abbastanza
naturale nel contesto. Bordi e colletto restano bianconeri (senza però l'accortezza di separare nero e verde), il numero dorsale è
nero con contorno bianco.
Pagina Facebook Mens Sana Basket 1871 (come le successive) |
Con questa variazione di tonalità apportata in corsa il
disegno da trasferta si rianima, raggiungendo livelli di apprezzabilità
impossibili da ottenere con la prima versione. Altrimenti non sarebbe stata una
cattiva idea ribaltare i concetti, mettendo la Skyline sulla maglia da
trasferta, utilizzando due punti differenti di verde per valorizzare il disegno
e invece proporre Palazzo Pubblico e Torre del Mangia sulla divisa casalinga.
RAZZIE AWARD - In realtà non c’è una documentazione completa
sulle sopramaglie utilizzate nella storia della Mens Sana, quindi può darsi che
qualcosa sia andato perso nel tempo. Difficilmente però si sarà fatto peggio di
questa, che per distacco viene eletta la sopramaglia più brutta della storia di
viale Sclavo: base nera con Torre e palazzo comunale in bianco, con spalle
verdi. Nel mezzo il blu e arancio di On Sharing. Ma che è sta cafonata? (cit.)
LARGO AI GIOVANI - Niente Skyline nel settore giovanile. La divisa utilizzata nella disgraziata stagione 2018/19 (nella foto una delle squadre guidata dagli ottimi Duccio Petreni e Andrea Zanotti) è semplice,
semplicissima, ma più coinvolgente, forse per il punto di verde più brillante, del lavoro
arzigogolato preparato per la prima squadra. E nettamente migliore della
anonima maglia indossata per il precampionato (qui indossata da Del Debbio) e
consegnata, idealmente, ad ogni giocatore nella sera della presentazione
(perché non tutte le divise nuove erano ancora pronte). Notare anche il marchio Macron, avvicendato da quello Mondosport nella maglia poi utilizzata per le 25 gare di campionato.
CONSIDERAZIONI FINALI - Troppo critico? No, l’idea di
mettere un riferimento cittadino (e cosa c’è di più senese della Torre del
Mangia?) sulla maglia non dispiace. Certo, sia con Kipsta sia con Mondosport si
poteva inserirla meglio nel contesto. Complessivamente il lavoro dell’azienda
francese merita apprezzamento, fatta eccezione per la divisa nera. Buona anche
l’idea della skyline, seppur grossolana nella realizzazione, così come il
legame con le diciassette contrade, anche se la realizzazione finale poteva essere più accattivante. Molto bella l’idea di Kipsta del colletto che
richiama il Duomo, con la stonatura dell’utilizzo del tricolore (già detto
troppe volte, prometto di non farlo più fino all’ultima puntata di questa
rubrica).
THE WORST IS YET TO COME - In realtà Frank Sinatra cantava ‘The
best is yet to come’, il meglio deve ancora venire. Qui però c’è da occuparsi
del peggio espresso in passato. Sarà l’argomento della prossima puntata.
***
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