sabato 2 maggio 2020

Per la maglia - Episodio #1: Lo spezzato Sapori

L’attesa per rivedere sul campo una maglia biancoverde durerà ancora molto. Oggi inauguriamo una nuova rubrica, nella quale parliamo proprio del simbolo per eccellenza.

PREMESSA - Non sarà uno studio esauriente su tutte le canotte indossate nella storia. È una selezione, puramente arbitraria, di alcune maglie che sicuramente si ricordano meglio di altre. O che colpiscono di più rivedendo vecchie foto del passato, perché non tutti c’erano nel 1973 o erano troppo piccoli (o appena nati, come il sottoscritto). Maglie che magari, in epoca di disegni vintage e sguardi al passato, non sarebbe male riproporre…

La citazione del 1973 si riferisce all’anno dell’approdo in serie A e della divisa di cui si parla in questo episodio: la maglia Sapori.

dalla copertina di Siena Basket,
il periodico del Club Biancoverde
LE CARATTERISTICHE - Su base verde, un bandone bianco obliquo, a salire frontalmente da sinistra a destra. All’interno, in rosso bordato giallo, la scritta Sapori, orientata trasversalmente. Dietro il bandone prosegue, almeno nella prima rappresentazione di quel disegno, sovrapposta dal numero, anch’esso in rosso, contornato in bianco-giallo. A fare da cornice sopra e sotto alla fascia bianca due sottili righe, una arancione (tonalità molto chiara, in alcune foto sembra più giallo scuro) e una verde; arancione era anche il numero frontale, parallelo allo sponsor e posto sopra la scritta Mens Sana Siena. Tutto molto accattivante.

Altra caratteristica che balza all'occhio è il colore del pantaloncino: bianco, con righe verdi sui fianchi e sul giro-coscia (anche se in una primissima versione le righe sui fianchi erano arancioni). Lo spezzato andava di moda. E i mutandoni attillati tipici di quel periodo potevano anche cambiare colore. Qua, in questa foto bianco e nero di Augusto Mattioli che ringraziamo, si scelse proprio l’arancione, per un abbinamento che, onestamente, grida vendetta.


C’era anche una terza maglia, all’epoca, di un colore sorprendente. Ne parleremo in un altro episodio. Mentre, rimanendo in tema 'spezzato', non si può non far notare questo abbinamento. Maglia 'da trasferta' molto semplice, bianca con lettering rosso, e braghe orange. E il verde? Latita. Nello scatto in questione lo si nota soltanto sui calzettoni. Anche Antonini, qualche anno più tardi, utilizzerà, seppur raramente, una versione con maglia chiara e pantaloncino scuro.

da Giganti del Basket, 1975

Nella stagione 1975/76, di punto in bianco, si abbandona la divisa tradizionale per una maglia interamente verde, in realtà abbastanza banale. Lo sponsor Sapori è sempre inclinato, ma perde i suoi caratteristici colori per integrarsi meglio con il resto (una cosa simile la farà anche Soundreef in tempi molto più recenti). Anche il numero è verde, contornato di bianco per renderlo visibile, per un effetto che non conquista tutti: il font documentato sotto non aiuta a far pendere il pollice verso l'alto, però è un esperimento che non merita di essere accantonato a prescindere.

dalla copertina di Il Basket, 1976
L’idea della banda trasversale torna in auge a stagione già iniziata nel 1976/77, ma con un paio di varianti: non prosegue più dietro, ma si limita alla parte frontale, sparisce l’arancione e rimane solo il verde a fare da cornice al fascione bianco. Anche il numero sul davanti cambia collocazione, passando a sinistra e perdendo la sua caratteristica più intrigante, l’obliquità. Sul girocollo si aggiunge il verde. La scritta Mens Sana Siena resta sul lato destro, anche in questo caso però orientata verticalmente. Solo la scritta Sapori resta trasversale.

dal libro "Mens Sana, semplicemente" (orig. Il Basket)
Nel 1977/78 cambiano radicalmente design e colore (sarà argomento di un'altra puntata). In un paio di circostanze però ricompare la divisa verde ‘tradizionale’ di quegli anni. La variante più essenziale è l’inserimento del logo dello sponsor tecnico Puma, la cui collocazione tra la P e la O di Sapori lascia ampiamente a desiderare, così come quella sul pantaloncino, troppo vicina al numero.

dal libro "La fabbrica degli scudetti"
Non dispiacerebbe, opinione personale, che il giorno in cui dovessimo rivedere la Mens Sana in A (anzi, il giorno in cui rivedremo la Mens Sana in A), fosse utilizzato proprio un disegno simile a quello del 1973. Magari come terza maglia, o per occasioni/ricorrenze speciali. Altre volte (ne parleremo) si è cercato di imitare divise del passato, con effetti non sempre convincenti. In questo caso, forse, si andrebbe a segno.

(Grazie a Gabriele Grandi per il contributo di archivio, oltre che per la preziosa memoria storica)


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