Eccone a voi un numero limitato, ma da un punto di vista storico a mio parere altamente significativo.
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Nel giorno del primo trionfo dei tre consecutivi di Francesco Moser sul pavé della Parigi-Roubaix, il 16 Aprile 1978 la Sapori, che a differenza dell'Althea Rieti è ormai esclusa dalla lotta per i primi posti e lo scudetto, gioca al PalaLido di Milano la prima partita degli spareggi che assegnano i piazzamenti dal quinto all'ottavo.
La veloce e aggressiva Xerox di Dido Guerrieri vince 114-105, guidata da quel fuoriclasse che risponde al nome Chuck Jura, pivot mancino tecnico e mobilissimo, spesso risolutivo anche in fase difensiva, perché rimbalzista e stoppatore.
Sono ben 52 i punti segnati ai biancoverdi, grazie ai quali uguaglia il record personale stabilito nell'Ottobre del '75 a spese della Brina Rieti. Uno score strabiliante, che nelle statistiche storiche mensanine è tutt'oggi il secondo dopo i 54 di Joe Bryant (Marzo '86) relativamente al bottino personale realizzato da un avversario in una singola gara.
In casa Sapori il miglior marcatore è Bucci (29 punti), seguito da Quercia (23) e da Bovone (22), ma tutti e dieci gli uomini a disposizione di Brenci vanno a segno. Anche i giovani Manneschi (4), Bacci (3) e Daviddi (2).
Ma voglio spendere ancora due parole per Enrico Bovone, che dopo un avvio di stagione da separato in casa, dal girone di ritorno ha ritrovato centralità in seno alla squadra.
Trentadue anni appena compiuti, una carriera importante che va esaurendosi, contro la Xerox sale per la quarantaduesima volta da mensanino sopra i 20 punti. Sarà purtroppo l'ultima.
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Il 53% di vittorie in stagione regolare non deponeva a favore di Pancotto e della sua Olitalia all'inizio dei playout, nell'Aprile del 1994.
Se da un lato la squadra mostrava di avere le potenzialità per giocarsela e tentare di fare il colpo su ogni campo e contro qualsiasi avversario, dall'altro pesavano tutti quegli esami di maturità falliti in stagione e una continuità di rendimento e risultati rimasti chiusi in boccio.
Il 17 Aprile il primo tempo giocato a Fabriano sembrava confermare l'insoddisfacente trend, acuendo la sensazione di disagio dei tifosi giunti fin là, che vedevano la squadra soffrire e subire. Soffrire. E subire: 52-33 per Roberto Guerrini, John Turner e la loro Teamsystem.
Succede assai di frequente in Aprile di uscire col sole, ritrovarsi sotto le nuvole già dopo pochi passi e poi sotto la pioggia.
I cambi d'umore del tempo sono repentini e sorprendono nel volgere di pochissimi minuti. Uno spazio temporale ristretto come può esserlo l'intervallo di una partita di basket.
A Fabriano accadde proprio questo. La Mens Sana che entrò negli spogliatoi alla fine del primo tempo era nemmeno parente di quella che poi ne uscì pochi minuti dopo per castigare i padroni di casa con una frazione da 41-20.
Risultato ribaltato (74-72), acquisiti due punti del peso specifico di quattro, umore alle stelle, avanti il prossimo.
Il prossimo, che arriva il mercoledì al PalaSclavo, è la Baker Livorno che ha disputato l'A1 e non intende mollarla.
Ray Sugar Richardson e Gianmarco Pozzecco (come scopriremo in seguito) sono giocatori per cui val bene la pena spendere qualche Lira di biglietto, ma in partite in cui ci si gioca la stagione il senese medio non va al Palasport per veder tirare di fioretto: preferisce la sciabola. Proprio quella che va giù pesante sui livornesi nel secondo tempo.
Sì, ancora una volta nel secondo tempo!
Dopo che il primo si chiude 42-36, la ripresa dei biancoverdi è un torrenziale 62-38, che inscrive nella storia di quel campionato un 104-74 finale, nemmeno immaginabile alla vigilia.
Ecco che battute in tre giorni Fabriano e Libertas, la sempre più consapevole Mens Sana si trova a punteggio pieno in testa alla classifica insieme alla sorprendente Floor Padova, protagonista di un importante blitz sul campo della Clear Cantù.
Nelle due partite fin lì giocate Darren Daye è stato esemplare, illuminante; Stefano Vidili ha sbagliato tanto nel tiro dalla lunga distanza, ma è risultato incontenibile in avvicinamento a canestro; Bob Thornton, là sotto, ha fatto reparto da solo.
E poi Matteo Anchisi! Il più piccolo, il più timido, il più acerbo all'apparenza, ha dato un contributo determinante e forse inatteso. Non tanto nel tiro, dove pur essendo preciso ha osato pochissimo, ma in tutti gli altri aspetti del gioco.
Personalità, regia, sacrificio, altruismo. E un'insospettabile consistenza ai rimbalzi: 8 a Fabriano, ben 13 con la Baker!
La promozione in A1 passa anche dalle sue mani.
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Nel 2000 la serie degli ottavi di finale contro la Lineltex Imola propone gara2 domenica 16 Aprile e gara3 il mercoledì successivo, con la Mens Sana che parte dall'1-0 dato dalla vittoria casalinga in gara1.
A Imola la Ducato cade pesantemente (82-57) dopo aver sofferto sin dall'inizio. I biancoverdi difettano di aggressività, sbagliano tiri, pagano pegno al rimbalzo, hanno il solo Larry Middleton in doppia cifra (19) e non sembrano gli stessi che in gara1 hanno magnificamente distribuito responsabilità e punti.
I romagnoli hanno invece ben altra intensità e comunque sfruttano la naturale vena offensiva di Vincenzo Esposito.
Gara3 a Siena è la resa dei conti, perché deve stabilire chi nei quarti di finale affronterà la Fortitudo Paf di Recalcati, Basile e Myers, testa di serie numero uno e stra-favorita per il titolo.
Parte a molla la Mens Sana, accesa da 2 triple consecutive di Emiliano Busca e quando comincia a prenderci anche Middleton (17 punti già al quindicesimo minuto) sugli spalti è tutto un leccarsi i baffi e battere le mani, tanto più che nel primo tempo Esposito rischia il non pervenuto (soli 6 punti, con 1/8 al tiro).
Prendono il largo i biancoverdi, vanno al riposo sul +12 e nella ripresa toccano il +15.
Ma contestualmente alla richiesta di Vitucci di difendere a zona, si sveglia Enzino.
Il combinato disposto imolese ha effetto. La difesa chiude l'area ai biancoverdi, che iniziano a sparacchiare da 3, mentre la guardia casertana centra la retina senza soluzione di continuità.
Quando Imola riappare a -1 sono ancora due triple di Middleton a riavviare il motore della macchina mensanina, che nonostante le iniziative di Esposito (30 punti nel solo secondo tempo) taglia per prima la linea del traguardo (82-77), acquisendo i quarti di finale e con questi il ritorno in Coppa Korac.
E' una vittoria in gran parte ascrivibile a Middleton (35 punti in 36', con 8/10 da 2, 4/8 da 3 e 7/8 ai liberi), ma come detto è anche di Busca (le bombe del primo tempo e 5 assist), di John Turner (12 rimbalzi e 2 stoppate), di Sylvester Gray (rimbalzi e canestri decisivi nel finale), di Travis Mays (da fuori non ci prende, ma in entrata è chirurgico) e perfino di Sidney Johnson, che nel primo tempo tanta parte ha nella pressione a Esposito.
Quell'Esposito che nell'anno più prolifico della carriera (31,1 punti di media a partita), nelle 5 gare stagionali contro Siena ha finito per segnare qualcosa come 34,8 punti a sera: 37, 39, 33, 29 e i 36 di gara3.
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Il 16 Aprile 2002 la Mens Sana vince 94-71 il ritorno della semifinale di Coppa Saporta, guadagnando l'accesso alla finale continentale.
Partiti dal +29 della gara d'andata, allo Yad Eliyahu di Tel Aviv i ragazzi di Ataman non si limitano a controllare ritmo e avversari dell'Hapoel Gerusalemme, ma attaccano determinati e spengono con un fulmineo parziale di 14-2 ogni residua velleità dei padroni di casa.
Grandissimo Chiacig, pirotecnico Gorenc, adorabile Stefanov, ma è l'intero contesto a girare a mille. Da Topic a Rossetti, da Zukauskas a Tolbert, passando per Oztas e Bulatovic, che da settimane soffre di dolori alla schiena. Solo il grande Naumoski ha una serata inconcludente. Capita.
Ma più dell'aspetto agonistico mi preme ricordare in quale contesto si giocò la partita.
Una trasferta ad altissimo rischio, da più parti caldamente sconsigliata a causa del sanguinoso conflitto in atto tra palestinesi e truppe israeliane.
A metà Marzo la partita di calcio Hapoel Tel Aviv – Milan era stata dirottata a Cipro, mentre il 3 Aprile l'Ulker Istanbul aveva rinunciato al viaggio in Israele per un turno di Euroleague, in parte per il rifiuto di alcuni giocatori, in parte per l'impossibilità di trovare compagnie disposte ad assicurare quelli propensi a tentare un blitz di poche ore, ma senza pernottamenti.
In proprio o attraverso la mediazione della FIP la Società tentò di convincere la FIBA a cambiare la sede dell'incontro, ottenendo un risibile spostamento di poco più di 50 km da Gerusalemme a Tel Aviv.
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Nel 2004 in 3 giorni la Montepaschi prima dilaga in casa contro l'Euro Roseto di Norm Nolan e Luke Recker (106-79) poi, pur priva di Vukcevic, infortunato con i rosetani, al Pianella riserva lo stesso trattamento (104-86) ai padroni di casa dell'Oregon Scientific, facendo raccogliere alla Società la centocinquantesima vittoria esterna in partite di serie A.
Giunti in campionato alla terza vittoria consecutiva, per la brillantezza e la sicurezza con cui ottengono le vittorie gli uomini di Recalcati danno la netta sensazione di aver effettuato un decisivo cambio di passo rispetto a un mese prima.
Gli appassionati lo notano, ne godono, ne parlano, ma incrociano le dita, perché ancora non sanno che in Italia quella serie di vittorie sempre più esaltanti si protrarrà a lungo, molto a lungo, interrotta solo da una larga ma ininfluente sconfitta al PalaEur nell'ultima giornata di stagione regolare.
Con l'inizio dei playoff la marcia riprenderà inarrestabile anche in trasferta e condurrà al primo tricolore il 5 Giugno 2004.
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Partita da record al PalaSclavo giovedì 19 Aprile 2012 contro la Sidigas Avellino, battuta col punteggio di 109-79.
Protagonista assoluto è Marco Carraretto, che con 10/11 al tiro (7/7 da 2 punti, 3/4 da 3) stabilisce la quarta prestazione percentuale societaria di sempre con un minimo di 10 tiri, andando a porsi subito alle spalle del 13/14 di Marco Solfrini e Erick Green e del 12/13 di Kaukenas, ottenuto il 12 Febbraio 2006, guarda caso ancora contro Avellino.
Non è finita, perché quelli realizzati agli irpini sono per la Mens Sana i centesimi “100 punti” in 1220 partite giocate in serie A.
Per la precisione, 70 volte “100” in casa e 30 in trasferta.
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