* * *
Cardaioli ha tutto per fare il colpo e i suoi atleti eseguono a memoria e con disciplina quei giochi che stanno regalando alla neopromossa una comoda salvezza, ma a due minuti dal termine, ancora in vantaggio 72-69, perde per falli Johnson, il migliore con 29 punti e ha da Ninci un errore su un tiro piazzato e due ai liberi.
Graziata, la Virtus di Dan Peterson non perdona, perché a 22” dal termine Kociss Fultz centra il canestro del definitivo vantaggio bianconero dopo un prezioso rimbalzo offensivo: 75-73.
I biancoverdi recriminano sui propri errori e ne hanno ben donde.
* * *
Sì, tetrapack, quel materiale che componeva la confezione del succo di frutta sponsor dei milanesi, che in una fase del match volò dagli spalti del Palalido e che, stando a quanto stabilito dal giudice sportivo che ribaltò la vittoria del Billy in 2-0 per la Mens Sana, colpì in testa l'allenatore biancoverde Rinaldi impendogli di arrivare al quarantesimo minuto.
Per ottenere il primo vero successo sul campo dell'Olimpia si dovrà attendere il tredicesimo assalto (nel computo vi è anche quello di Coppa Italia del Settembre '92). Più precisamente il 15 Ottobre 1995, quando Matteo Anchisi sparigliò il punteggio con la bomba da metà campo che dette ai senesi il definitivo 91-88.
* * *
Quelle Cantine Riunite schierano tra gli altri Brumatti, Montecchi e sotto canestro i solidissimi Rudy Hackett e Roosevelt Bouie, centro di spessore che ai biancoverdi impone 19 punti, 19 rimbalzi e 4 stoppate.
I senesi invece non sono ancora promossi. Sono sempre in corsa, ma...
Ma dopo 25 turni a 85 punti di media a partita, per la seconda domenica il loro attacco è asfittico e segna ai padroni di casa solamente 61 punti.
La squadra perde 73-61 e quel terzo k.o. consecutivo fa sì che le inseguitrici la agguantino. Al contempo apre una ridda di voci sui dissidi interni all’ambiente biancoverde.
* * *
Allo scadere del match contro l'incerottata capolista Glaxo Verona degli ex Moretti e Frosini, dopo aver deposto la sfera nel canestro sotto la Curva Nord, la corsa liberatoria a braccia alzate di Diego Pastori prelude all'invasione festosa di campo che suggella il campionato da sogno di una squadra con una forte impronta senese.
In realtà la gran parte degli atleti che la compongono scende dal nord, ma da subito sposa la mentalità cittadina e più ancora quella mensanina, per poi rimanere nel tempo fortemente legata a queste istituzioni e alle loro comunità di persone.
* * *
Il primo passo la Ticino lo compie giovedì 26 Marzo, battendo la Filanto Forlì 97-85.
Vidili, 34 punti in 33 minuti e percentuali veramente da NBA (9/12 da 2, 4/4 da 3, 4/6 ai liberi, 5 recuperi) e in seconda battuta Lampley e Solfrini sono i grandi protagonisti di una serata che tiene in vita le speranze di salvezza e la rimanda alla decisiva sfida che si terrà di lì a tre giorni.
Infatti il 29 Marzo tocca alla Pallacanestro Trapani giocare sul parquet senese.
La squadra di Lombardi in classifica è staccata di due punti e deve necessariamente vincere con oltre 5 lunghezze di scarto se vuole avere la possibilità di giocarsi da una posizione di vantaggio la salvezza a Roma nell'ultima giornata.
Al termine di una partita dura, tirata e nervosa all'inverosimile anche a causa di alcuni fischi arbitrali, i biancoverdi s'impongono 84-81, dunque con un canestro in meno rispetto a quanto necessario.
Quel canestro di differenza sarà purtroppo fatale ai fini della retrocessione, perché l'impresa di espugnare il campo del Messaggero Roma sarà pareggiata dalla romanzesca vittoria dei trapanesi sulla Scavolini Pesaro.
* * *
In questa storia si guadagna un posto di privilegio il successivo 25 Marzo, centrando nel canestro della Pompea Roma 45 punti, secondo score di sempre per un giocatore mensanino dopo i 48 di Bucci.
La cosa straordinaria è che li segna con una percentuale sbalorditiva, perché al già eclatante 10/12 da 3 punti unisce un 7/7 da 2, per un complessivo 17/19 più 1/2 ai liberi.
Nel solo primo tempo ne realizza 27, con 10/11 al tiro (7/7 da 3) e la squadra vola: 60-42 al 19'; 61-47 all'intervallo.
Coadiuvato da Amaya, nella seconda frazione ricomincia da dove aveva smesso e il divario non smette di crescere fino al 37' minuto, quando tocca il massimo vantaggio: 98-69, più 29.
Mentre il pubblico del Palasport fa l’aeroplanino per schernire Mario Boni, coach Rusconi richiama Oliver in panchina per la doverosa ovazione.
Da lì in poi la Mens Sana non segnerà più, ma non v'è comunque bisogno, perché la vittoria è ormai acquisita e il risultato finale sarà comunque largo: 98-75.
* * *
Ok, tutto bellissimo, ma la tensione dei match contro Cantù nella seconda metà degli anni ’90 era tanto da meno?
Con Lombardi in panchina e Polti sponsor, i brianzoli nel '97 vincono tre partite su quattro e la Fontanafredda pareggia solo una gara di Coppa Italia a Cantù.
Giunta la settimana oggetto della nostra narrazione iniziano i playoff e la Mens Sana si trova sulla strada proprio la Polti.
A Cantù in gara 1 i superbi King e Davis tengono la squadra in vantaggio fin quasi alla sirena. Raggiunti a 8” dalla fine, i biancoverdi perdono palla e Pete Myers li castiga dalla lunetta (81-80), sebbene l'insospettabile killer sia stato Alessandro Zorzolo.
Bravissimi King e Davis, buono il rendimento della pattuglia italiana, ma gli errori ai tiri liberi e la fragilità dei comunitari Gray e Tomidy tolgono il sonno a Pancotto.
Quattro giorni dopo, in gara 2, la Polti vince di 1 anche al PalaSclavo e accede ai quarti di finale estromettendo i biancoverdi dai playoff.
* * *
E' forse utile ricordare che dopo la rottura del gemellaggio tra tifoserie le sfide tornarono ad assumere toni da sentitissimi derby, in cui si doveva tra l'altro stabilire a chi appartenesse il primato regionale e per questo la battaglia aveva luogo tanto in campo quanto sulle tribune.
Anzi, sulle tribune forse ancor più!
Il 26 Marzo '95 in Viale Sclavo la Madigan ebbe la meglio sulla Comerson 73-71, nella quarta giornata della seconda fase.
Il 31 Marzo dell'anno successivo la CX rese ai pistoiesi pan per focaccia, battendoli 84-82 al PalaCarrara, in quella che per la Società biancoverde è la vittoria esterna numero 100 in serie A.
Ma il giorno e l'episodio che certamente rimagono più nei ricordi sono relativi alla partita di Pistoia del 29 Marzo 1998.
Quando il giocatore Dan Godfread e il senese Gerard King vennero alle mani e furono espulsi, il già caldissimo ambiente s'incendiò al punto che dalla curva pistoiese volò in campo, tra le altre cose, l'asta di una bandiera.
Non colpì nessuno, ma fedele alla propria cultura yankee, Jerry Reynolds ritenne ugualmente doveroso rimandarla con violenza in curva.
Apriti cielo! Gli animi incendiati si esacerbarono ancor più, altre cose piovvero in campo e gli arbitri, la forza pubblica e gli addetti delle due società dovettero prodigarsi oltremodo per riuscire a riprendere la gara dopo una congrua sospensione.
* * *
Marcelo Nicola da tempo non graffia più; Jamel Thomas dopo un Febbraio interessante si scopre soft; Chiacig e Zukauskas, grandissimi gli anni precedenti, sono a fine viaggio.
Così come lo è Carlo Recalcati, umanamente un Signore e tecnicamente un cattedratico, ma non più in feeling con la Società e in panchina ormai assai meno vivace della consorte, la Signora Giovanna, che là davanti nel parterre si dà sempre un gran da fare per dirne quattro agli arbitri.
* * *
Romain Sato spicca per i 28 punti, 10 rimbalzi e 3 recuperi. Rimantas Kaukenas per i 25 punti cuciti con precisione chirurgica. Ben Eze invece, pur impreciso al tiro, molla 5 stoppate in 20 minuti. Infine Marco Carraretto fa 3/4 da 3 in soli 13 minuti.
Ha il suo primo spazio in campo pure Rodolfo Rombaldoni, ultimo acquisto in vista dei playoff.
La pratica TD Shop è chiusa con l'eloquente punteggio di 111-83 e a proposito di playoff, Stonerook e compagni avviano al PalaAlgida una marcia di 14 successi consecutivi che sarà interrotta solo il 30 Maggio dalla Lottomatica Roma, al PalaSclavo, in gara 1 delle semifinali scudetto.
* * *
Per l'ambiente mensanino sono anni di vacche grasse, se si escludono i ciclici infortuni o problemi fisici che affliggono i vari campioni.
Ed è proprio in quest'ottica che il visto viene speso su Wilks, considerato una specie di polizza assicurativa su un eventuale forfait di uno dei cardini del sistema di gioco di Pianigiani e Banchi: Terrell McIntyre, da tempo alle prese con un problema a una caviglia.
Quel venerdì sera gran parte degli spettatori accorsi al palasport per assistere al turno di campionato ha un momento di debolezza nel vedere il Sindaco Zukauskas sul “suo” parquet per l'ennesima volta, ma la prima con una maglia diversa da quella mensanina.
Il numero 5 è ancora lì in dosso, ma i colori sociali sono il bianco e il rosso della Victoria Libertas Pesaro.
Nel riscaldamento rispuntano per lui stendardi dismessi da quasi due anni.
Alcuni reclamano una foto, una stretta di mano, un occhiolino o un sorriso. Poi arrivano i fiori di rito.
Ma è quando Alessandro Marchini lo chiama in campo per la presentazione delle squadre che l'emozione corale è davvero tangibile.
Il fragore di quell'applauso arriva prima allo stomaco che alle orecchie e lustra molti occhi.
* * *
All’intervallo la vittoria è già virtualmente acquisita: 46-21, con l'ex Benjamin Ortner da applausi.
Nel terzo quarto, sopra di oltre 30 punti, ai giocatori della Mens Sana vengono probabilmente meno le motivazioni e con un 28-2 a cavallo dell'ultimo parziale Cantù si riporta a -5 con ancora tempo utile per un sorpasso che avrebbe dell'incredibile.
La tripla di Moss prima e due azioni personali del positivo Bobby Brown sono invece i sussulti che svegliano i compagni dal torpore e il pubblico dall'incubo.
Finisce 73-66, ma che fatica!
* * *
A Rieti per una partita importantissima, la Mens Sana è certamente favorita dall'infortunio nelle prime battute di gioco di Olasewere, ma poi sa farsi forte delle sue certezze e principalmente degli attributi di Tomas Kyzlink, che redditizio per l'intero arco della gara, la decide con una sequenza di tre giocate da campione.
Sono suoi infatti gli 8 punti che nel finale prima impediscono ai padroni di casa di fuggire e poi ribaltano il vantaggio in favore di Siena.
L'atletica guardia inizia lo show con due triple fondamentali e lo completa con un capolavoro di finta e backdoor che gli consente di liberarsi del difensore per andare ad appoggiare al tabellone la palla del definitivo sorpasso.
Il risultato finale è 79-77 e con esso il rischio playout è scongiurato.
***
Leggi anche:
Storia da Grandi: Bantom e Alexis, i record di Daye e Gorenc, Orsini top e Varese surrealeI feel Promotion: La prova del punto a punto, il clima al palazzo, i tiri liberi e i Big Three
In Ghiaccio
Nessun commento:
Posta un commento