VIRTUS: VOTO 8 E MEZZO
Virtus ad altissimi livelli. Sia per posizione in classifica che per categoria: una Serie C Gold mai come quest’anno proiettata verso l’altro. Ebbene, la prima parte dell’annata ha sfiorato la perfezione per le Vu senesi con gran parte del girone d’andata passato a occupare il primo posto. Il tutto fino allo scontro diretto di Chiusi che ha permesso al San Giobbe di tornare in testa. Una vetta ancora lottata, ripresa, poi ceduta nuovamente ai chiusini, complici anche due sconfitte consecutive (a Livorno, con la Pielle, e ad Arezzo) che hanno rallentato il passo della squadra di coach Maurizio Tozzi, oggi quarta con gli stessi punti di Agliana.
L’8 e mezzo è la sommatoria di tutto questo. Un voto altissimo in pagella ma che forse non rende a pieno i meriti dei rossoblù. Non era semplice ripartire dopo la retrocessione dalla Serie B, la squadra per larghi tratti confermata avrebbe anche potuto subire qualche contraccolpo psicologico. Invece la Virtus ha risposto d’autorità trovando al suo interno, anche grazie al suo florido vivaio, le risorse per eccellere. Un po’ come è sempre stato nella 70ennale storia della società celebrata in questa stagione.
Ebbene tutto questo si è tradotto nell’esplosione di Giulio Bartoletti e Maurice René Ndour, un play e un pivot rispettivamente classe ’99 e 2000, che hanno rappresentato la spina dorsale della squadra nella prima parte di campionato. Risultando anche decisivi in più di un’occasione. Dalla loro definitiva maturazione sportiva passano le fortune della Virtus. Forse è anche per questo che, specie nel ruolo di play, a Bartoletti sono stati affiancati i rientranti Simone Lenardon e Alessandro Nepi: due giocatori di assoluta esperienza che aumentano le varianti tattiche nello scacchiere di Tozzi.
Al resto ci pensa la vecchia guardia: Federico Bianchi, Gerlando Imbrò, Gianmarco Olleia e il confermato Federico Casoni (l’unico acquisto della Serie B ad essere rimasto in Via Vivaldi) sono nomi che rappresentano un’assoluta garanzia per la categoria. I risultati sono lì a dimostralo anche se, guardando al pelo nell’uovo, a tratti è mancata un po’ di costanza di rendimento all’interno dei singoli incontri. Solo così si spiegano le tante rimonte (sia fatte che subite) e l’andamento estremamente palpitante di ogni partita. Ma questo, si sa, è lo scotto da pagare quando il tuo roster deve dividersi tra campo e impegni professionali extra-sportivi. La fatica può lasciare il suo segno. Ma è altrettanto se non più bello vedere lo sforzo, assolutamente encomiabile, e il cuore che i virtussini mettono sempre in campo: è soprattutto grazie a queste doti che si può spiegare il rendimento così alto della Virtus.
CHIUSI: VOTO 8
Primo in classifica ma con mezzo voto in meno rispetto alla Virtus. Perché? Non ce ne voglia il San Giobbe ma a questo punto della stagione ci aspettavamo un divario maggiore sulle altre. Detto che nessuno, dalla società chiusina, ha mai lasciato intendere che il campionato sarebbe stata una passeggiata di salute. Anzi, coach Andrea Monciatti ha sempre tenuto la guardia alta sulle insidie presentate da questa C Gold. E così effettivamente è stato.
Il San Giobbe è però oggi dove tutti si aspettavano che fosse: al comando. Lo scarto minimo, +2 sulla seconda Castelfiorentino (contro cui Chiusi avrebbe dovuto giocare questo fine settimana, maledetto Corona!!), è dovuto a quelle due sconfitte consecutive riportate tra la fine del girone d’andata e l’inizio del ritorno, contro Agliana e Legnaia. Un periodo non facile, quello in questione, in cui si erano fermati per infortunio Borko Kuvekalovic, Alessandro Infanti e Nicholas Groppi.
Insomma, l’8 in pagella è la risultate di una squadra che ha confermato la sua forza senza però cannibalizzare il campionato. Intendiamoci però: è un 8 abbondante che forse sta un po’ stretto alla compagine chiusina.
Poi, al di là di tutto questo, va preso atto che, ad oggi, Chiusi è la squadra maggiormente penalizzata dall’interruzione forzata del torneo. Si pensi per esempio a Matej Radunic: cosa ci vorrà per far ripartire dal punto di vista fisico il potente centro croato alla ripresa della partite? Il tutto se si tornerà a giocare…
Si perché l’assoluta incertezza dello stop da Coronavirus rischia anche di bruciare i tanti investimenti fatti dalla società satellite della Reyer Venezia per primeggiare in questo campionato. E se la stagione dovesse essere definitivamente sospesa? Al danno si aggiungerebbe la beffa, segnando indelebilmente l’annata in corso e la prossima.
In conclusione: la situazione è strana, difficile da leggere, ancora più impossibile cercare di ipotizzare qual si voglia previsione per l’immediato futuro. Non ci resta che aspettare, nella speranza che prima o poi si possa tornare alla normalità. Qualunque essa sia.
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