COSTONE: 6
Analizzare la stagione del Costone non è cosa facile. All’inizio dell’anno, è innegabile, c’era molta attesa. Forse più dall’esterno che dall’interno della società. È chiaro che la finale playoff della scorsa stagione e l’aver conteso fino alla fine la promozione ad una corazzata come Arezzo avesse acceso e non poco i riflettori sulla squadra di coach Francesco Braccagni. L’arrivo di Juliatto, poi, aveva caricato ancora di più di aspettative.
Il risultato finale, il 6 in pagella, è quello di una sufficienza forse non così ampia come in tanti (anche noi) si potevano attendere. Proviamo a spiegarci: il rendimento, guardando ai numeri, c’è stato. In casa il bottino è positivo: 8 vittorie e 2 sole sconfitte. Nella prima parte di stagione, il PalaOrlandi (da quest’anno PalaNannini) è stato un autentico fortino su cui la squadra ha costruito le sue fortune e la sua classifica.
Decisamente più zoppicante il rendimento lontano dal proprio parquet, con sole due affermazioni di fronte a ben 8 ko. Troppo poco per poter lottare per le primissime posizioni e, quindi, per giustificare e rispondere alle aspettative iniziali.
A influenzare il giudizio è poi quel senso di amaro in bocca dovuto soprattutto alle ultime uscite del Costone, coincise con due sconfitte consecutive con Empoli e Minibasket Carrara. Un match, quest’ultimo, che aveva anche indotto coach Francesco Braccagni a lasciare il suo incarico. Dimissioni che poi non erano state accettate dalla società, prima dell’interruzione forzata a causa del Coronavirus.
Una situazione, questa, che necessariamente potrà avere degli strascichi quando la società della Piaggia si troverà a disegnare il suo futuro, una volta conclusa l’emergenza sanitaria. Un progetto di ripartenza che, con o senza Braccagni, dovrà tener conto anche della stagione appena conclusa dove si è visto a tratti una buonissima squadra (su tutte segnaliamo la vittoria interna contro Fucecchio del 19 gennaio) che forse non è mai riuscita a esprimere a pieno il suo vero potenziale. A causa anche di numerosi infortuni che hanno attanagliato l’annata giallo verde: si pensi per esempio a Duccio Benincasa, out nelle prime giornate di stagione e poi infortunatosi al ginocchio contro Pontedera il 2 febbraio.
In conclusione: c’è da mettere un punto e andare a capo. Se si vuole guardare al bicchiere mezzo pieno, possiamo almeno dire che, grazie al Corona, c’è più tempo per programmare e pensare al futuro.
COLLE: 7 E MEZZO
C’è poco da dire a Colle e, in particolar modo, ai suoi giocatori. Una cosa su tutte: grazie. Sì, perché è per merito della grande volontà dei componenti di questa squadra che quest’anno si è potuto giocare a basket in una piazza storica come Colle. Gli appelli a istituzioni e sponsor, le iniziative di raccolta fondi, l’autotassazione iniziale: sono tanti gli spunti che fanno meritare un grande plauso a coach Marco Meoni e a tutta i suoi ragazzi. A partire dai vari Capaccio, Noviello e Peruzzi e cioè dalla vecchia guardia: un gruppo solido che ha lottato con ogni forza per far sì che si giocasse ancora al PalaFrancioli.
È qui che si spiega un voto così alto in pagella. Anche perché tutti questi sforzi profusi all’esterno si sono tradotti anche in tanta, troppa, fatica sul campo. Sono stati tanti i risultati sfumati nei minuti finali degli incontri, anche a causa di tanti infortuni che hanno minato le risorse a disposizione di un roster già corto di suo. Un collettivo che comunque ha sempre lottato, con ogni forza, seppur nei bassifondi della classifica.
Ciò nonostante non sono mancati i colpacci messi a segno dai colligiani, su tutti nel derby con il Costone del primo dicembre: un esempio, come altri, delle grandi doti morali del Colle basket 2019/2020.
Peccato che questa piccola-grande storia di sport sia stata interrotta prima del rush finale di stagione. La speranza è che, anche in questo caso, il tempo fermato dal Coronavirus possa essere tempo guadagnato per appianare la situazione societaria e programmare, con calma, il futuro del basket a Colle.
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