Ora si parla di quello che è stato in questo 2019/20
interrotto in maniera brusca dall’emergenza coronavirus.
PARERE NON RICHIESTO - È stato giusto o no sospendere
definitivamente l’attività? Nessuno di noi è la Cassazione, tutti abbiamo
facoltà di esprimere un parere senza che questo venga preso per legge. Per me
aspettare un altro mesetto prima di dire STOP poteva anche starci. È
un’opinione, non necessariamente la più diffusa. Si è scelto la soluzione più
‘semplice’, chiudere tutto subito e rimandare a settembre. Bisogna prenderne
atto.
RIASSUNTO - Cosa ci ha detto questa stagione? Che la Mens
Sana probabilmente avrebbe vinto in carrozza il campionato, pur avendo scoperto
sul suo cammino due avversarie in grado di tenerle testa sulla singola partita.
Libero, unica squadra capace di battere Sprugnoli e compagni nella maratona dei
tre supplementari del novembre scorso, e Impruneta, unica a rimanere in singola
cifra di scarto al Palaestra.
LA PARTITA - E’ proprio quella con Impruneta la partita
dell’anno. Non era capitato, derby di Montarioso a parte, di arrivare
all’ultimo minuto di gioco con il punteggio in perfetta parità. Merito della
compagine ospite, capace anche di toccare il +9 in apertura di ultimo periodo
prima di subire la rimonta biancoverde. È stata la serata più sofferta, almeno
in viale Sclavo, e per lungo tempo rimarrà anche l’ultima partita cui si è
potuto assistere.
I SINGOLI - Pur considerando le nomination di Pannini e
Sprugnoli, rispettivamente capitano e leader tecnico della squadra, l’uomo in
più è stato Dolfi. Non a caso fino alla primavera del 2019 battagliava due
piani più in alto; si è visto subito, e quasi sempre, che in Promozione era di
transito.
L’INCOGNITA - Si era fatto un piano per i giovani, in realtà
ci si è resi conto ben prima dell’inizio della stagione che giocando solo con i
resti dell’ultima under 20 biancoverde non ci sarebbe stata la possibilità di
lottare per i vertici, anzi probabilmente non si sarebbe arrivati neppure ai
playoff, riservati alle prime quattro classificate. Gli innesti senior sono
serviti (oddio, non proprio tutti…), sia per dare competitività alla squadra,
sia per permettere ai giovani di crescere senza l’ansia del risultato. Quanti
membri dell’attuale roster potranno far parte del nuovo corso? Beh, vediamo la
categoria e poi ne riparliamo.
IL SESTO UOMO - Il pubblico, capace di seguire in massa la
squadra anche nel campionato più infimo della storia. Oltre mille persone nel
derby con Libero, tra le settecento e le ottocento unità in tutti gli altri
match: numeri importanti che saranno replicati a settembre/ottobre/boh, quando
la categoria sarà diversa (si spera) e quando finalmente si potrà tornare a
vedere dieci uomini in canotta lottare sui 28x15.
LA DICHIARAZIONE - “Per la Mens Sana è stata un’annata
iniziata ripartendo da zero grazie all’impegno della Polisportiva, mettendo
insieme competenze e professionalità per ripartire e si è sviluppata attorno al
grandissimo entusiasmo dello staff coordinato da Pierfrancesco Binella e dei
giocatori che hanno aderito a questo progetto di ripartenza, cui ha fatto
immediato seguito quello dei tifosi biancoverdi, che con numeri impensabili
hanno assiepato le tribune del Palaestra e anche quelle dei campi della
Promozione. Un progetto che ha coinvolto anche numerosi sponsor, che vogliamo
ringraziare per l’impegno, la passione e la fiducia. Il senso di vuoto attuale
per quello che purtroppo si è concluso, però, non deve fermarci. Dalle risposte
sul campo date dalla squadra e da questo clima positivo che si è creato attorno
al nostro progetto, vogliamo e dobbiamo ripartire, in attesa naturalmente delle
decisioni da parte della Fip per capire cosa succederà da qui alla ripartenza dei
campionati”. (General manager Riccardo Caliani)
LA PROSSIMA - Qui scatta la lacrima, perché mancano circa
sei mesi all’avvio del prossimo campionato. Sì, è vero, ci sono cose più
importanti adesso, le lacrime vere sono per altre notizie. Però fa strano
pensare che passerà così tanto tempo prima di rivedere il pallone rimbalzare
sul parquet. Prima di sentire lo sdeng sui ferri. Prima di preoccuparsi per il
tabellone incrinato dalle mattonate di avventati fucilieri dall’arco. Prima di
assaporare il ciuff della retina e il boato di esultanza della folla. Tutte cose
che, inevitabilmente, mancano già adesso a chi ama la palla a spicchi.
***
Leggi anche:
Storia da Grandi: La seconda promozione del Dado, i 45 punti di Oliver, l'asta di ReynoldsI feel Promotion: La prova del punto a punto, il clima al palazzo, i tiri liberi e i Big Three
In Ghiaccio
Nessun commento:
Posta un commento