venerdì 20 dicembre 2019

Storia da Grandi: La prima vittoria esterna in A e il primo vero primato, Vidili, Lampley ed Eze

Il viaggio nella storia della pallacanestro mensanina stavolta si ferma su una piccola parte delle cose della settimana che porta a Natale.

Per migliaia di appassionati italiani seguire il campionato di pallacanestro di serie A 1973/'74 fu come fare penitenza.
La crisi petrolifera mondiale, che nel periodo invernale spinse il governo a imporre lo stop alla circolazione delle auto private la domenica, andò a combinarsi con le disposizioni della FIP, che per gli impianti sportivi interessati al campionato di basket aveva appena introdotto il limite di capienza minima di 3500 posti.

Questa disposizione colse impreparate o comunque non pronte 4 società su 12, costringendo una quinta, la Mens Sana, a una corsa contro il tempo per allestire una tribuna (quella in tubi Innocenti dietro il canestro lato ferrovia) che portasse l'offerta di posti del Dodecaedro oltre la quota minima.
Le società che non disponevano di un palazzetto a norma furono costrette a far giocare le proprie squadre altrove. Così la Forst Cantù andava a giocare le partite a Brescia, la Saclà Asti a Torino, la Canon Venezia a Vicenza e la Brina Rieti a Roma e una volta pure a Siena.
E' per questo motivo che il 23 Dicembre 1973 mentre sul cemento di Viale Sclavo si giocava Brina Rieti - Brill Cagliari, sul parquet di Vicenza la Mens Sana se la vedeva contro la Reyer Venezia.

Dopo aver lungamente condotto nel punteggio e perfettamente difeso su quel magnifico giocatore che era Steve Hawes, a pochi istanti dal termine i biancoverdi si trovarono a inseguire, ma sulla sirena Piero Franceschini centrò il canestro del 66 pari che condusse la gara ai minuti supplementari. Una mini frazione che la Sapori vinse meritatamente 76-70.
Quello sarebbe dovuto essere l'esordio televisivo della squadra senese, ma pochi giorni prima dell'attesissimo evento la Rai cancellò la diretta.

Il match di Vicenza trova comunque una sua ben precisa collocazione nella storia biancoverde, perché vi si inscrisse come prima vittoria in trasferta nella massima serie.
Poco più di quarantaquattro anni dopo, sul parquet di Rieti, un movimento backdoor avrebbe permesso a Tomas Kyzlink di liberarsi della marcatura del difensore per andare segnare il canestro della vittoria numero 304, l'ultima esterna in serie A.
In quel numero sono compresi tre 0-2 a tavolino (nel '75 a Bologna contro la Sinudyne, nel '79 a Milano contro il Billy e nell'83 a Treviso contro il Benetton) e una vittoria sul campo neutro di Bologna per i playoff del '79 contro la Jolly Forlì di Cardaioli, Lasi e Griffin, ma non vi sono purtroppo comprese le vittorie di Voghera (contro Tortona) e Cassino ottenute dalla squadra di Moretti la scorsa stagione, perché cancellate dalla Fip.

* * *

Lo stesso giorno ma di due anni dopo, era il 1975, la Mens Sana vinse per la prima volta contro la Pallacanestro Cantù (allora Forst), interrompendo una striscia di sette sconfitte consecutive nei confronti diretti.
Un ottavo assalto giocato in Viale Sclavo di martedì sera, in cui i biancoverdi guidati da un Bovone da 32 punti s'imposero 80-74.

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Battendo in casa la Xerox Milano per 79-73 (primo tempo 45-31), seppure in coabitazione con la Chinamartini Torino e l'Emerson Varese, mercoledì 20 Dicembre 1978 la Mens Sana salì in testa alla classifica della serie A1 per la prima volta in una fase del campionato che non fosse la prima o la seconda giornata. Era infatti il settimo turno, con più di un quarto del torneo già alle spalle.
Tre giorni dopo, sabato 23 Dicembre, la squadra allenata da Carlo Rinaldi completò il capolavoro andando a vincere a Torino lo scontro al vertice con la stessa Chinamartini.
Giocando Varese la domenica (e vincendo), per un giorno la Mens Sana si trovò da sola in testa alla classifica riportata dai quotidiani.

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Nel disgraziato campionato 1980/'81 invece vi furono pochissime note liete. Tra queste la maturità di Roberto Quercia e la maturazione di Giovanni Tassi.
Le numerose ottime prestazioni offerte dai due giocatori di scuola romana furono certamente tra le cose più applaudite della stagione, ma ve ne fu una che a causa della contemporanea sconfitta casalinga, l'ennesima, non lo fu come avrebbe meritato.
Il 21 Dicembre la Pintinox Brescia violò il Palasport senese non senza sofferenza: 102-99 il risultato.
La delusione per aver visto per la quinta volta in altrettante settimane la propria squadra uscire sconfitta dal terreno di gioco amico fece passare in secondo piano i 39 punti segnati da Quercia. Una prova notevolissima quella di Roberto, che nella classifica societaria lo colloca ancora al sesto posto tra i cannonieri mensanini di ogni epoca per punti segnati in una singola partita di serie A.
Nei decenni meglio di lui seppero fare solo George Bucci (3 volte, record 48 punti), Jimmy Oliver (45) e Carl Johnson (40).
A quota 39 lo raggiunsero Mike Bantom, Darren Daye (2 volte) e Lemone Lampley.
Tutti gli altri, celebrati campioni inclusi, dietro.

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Nel 1984 in tre giorni i biancoverdi prima le prendono ben bene in casa (62-85) dalla Latini Forlì allenata da Cardaioli, che in campo si avvale del prezioso rendimento di Mark Landsberger e Rod Griffin, poi la domenica perdono a Roma sul campo del Master Valentino, forte dei numeri del grandissimo Chuck Jura (33 punti con oltre l'80% al tiro) e Roberto Castellano (30, con 6/9 da 3).
E' la fine del girone d'andata e con la squadra che scivola verso posizioni di medio bassa classifica l'allenatore Lajos Toth rimette il mandato nelle mani del presidente Lanfredini.
Le dimissioni dell'allenatore ungherese, peraltro accettate, arrivano in un momento particolarmente delicato per la Società di Viale Sclavo, perché poco più di un mese prima era stata la stessa famiglia proprietaria ad annunciare il disimpegno economico con la fine del campionato.
Il futuro della Mens Sana Basket è in quei frangenti davvero nebuloso e preoccupante.

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Niente affatto semplici i primi mesi senesi di Stefano Vidili, diviso com'era tra le pressanti attenzioni di Dado Lombardi e i primi tre giorni di ogni settimana lontano dalla Città, perché in servizio militare a Vigna di Valle.
Nelle prime 14 giornate del torneo il suo rendimento in parte ne risentì, perché l'impiego in campo fu limitato a una media inferiore agli 8 minuti, nei quali tuttavia realizzava quasi 5 punti a volta. Finché...
Finché il 23 Dicembre 1990, viste le risposte in campo, Lombardi volle alzarne il minutaggio: BOOOM!
Nei 21 minuti giocati contro l'Aprimatic Bologna, Stefano segnò addirittura 27 punti, realizzando da ogni posizione del campo e chiudendo il vittorioso incontro (96-83) come miglior marcatore.
Se nelle precedenti partite le sue doti erano venute fuori a sprazzi, quella sera Bip mostrò chiaramente quale importante investimento fosse per una società dai passi ponderati come doveva necessariamente essere la Mens Sana in quegli anni.

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La settimana che portava al Natale del '92 vide la squadra di Valerio Bianchini impegnata contro due delle antagoniste all'ambita promozione.
La domenica la Ticino giocò a Desio, dove la spettacolosa prova dell'esterno Mark Davis, i rimbalzi del tedesco Hansi Gnad e le bombe (decisive) di Mauro Sartori le fecero davvero male.
83-71 il punteggio per la Elecon, sebbene i biancoverdi se la fossero giocata per buona parte della gara. Modesta la prova offerta dall'amato ex Diego Pastori.

Tre giorni più tardi invece al PalaSclavo arrivò l'ancor più quadrata Sidis Reggio Emilia, che tra gli altri schierava quel grandissimo talento a nome Mike Mitchell, che per la prima volta si mostrava al pubblico senese.
Per anni nei palasport della penisola fermarlo fu impresa degna di un “fil rouge” di Giochi senza Frontiere e anche in ogni confronto diretto contro Siena i suoi tiri accarezzarono ripetutamente la retina. Compreso quel mercoledì, quando i canestri realizzati furono 11 da 2, 1 da 3 e 11 dalla linea dei liberi, per un totale di 36 punti in 40 minuti in campo.
Ma nonostante il Professore i biancoverdi si aggiudicarono un incontro dalle due facce, perché a un primo tempo dominato e chiuso in vantaggio di 20 punti, seguì una ripresa in sofferenza, chiusa comunque in testa: 92-87.

Come in altre circostanze Bianchini limitò molto le rotazioni, ma ebbe dal suo quintetto base un eccellente rendimento.
Per esempio Letterio Visigalli, che oltre a lottare come d'abitudine in difesa fece 5/7 nelle triple.
Oppure Vidili, che punse da fuori, da sotto e calamitò 10 falli.
Solfrini e Daye lavorarono splendidamente sotto i tabelloni a supporto di Lampley.
Dal canto suo Lemone si espresse sui livelli conosciuti, che per la serie A2 italiana erano uno standard davvero importante.
Nello specifico, nelle due partite di quella settimana catturò in totale 39 rimbalzi: 19 a Desio; 20 contro la Sidis (record personale). Subì poi 14 falli, consegnò 5 stoppate e contro i reggiani centrò persino un tiro da 3 punti, l'unico della sua carriera senese.

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Nel 2000 e nel 2007 due vittorie al Palasport su Varese, entrambe con l'ampio margine di 29 punti.
La prima, Montepaschi – Roosters 113-84, è la vittoria  casalinga numero 250 in serie A e vede sei biancoverdi in doppia cifra, tra cui German Scarone e Brian Evans che bombardano da fuori (5/7 da 3 il primo, 6/9 il secondo), Boris Gorenc martellante in avvicinamento al canestro (8/10) e Roberto Chiacig tirare giù rimbalzi su rimbalzi (18).
La seconda, 103-74 contro la Cimberio nonostante l'assenza di Lavrinovic, è propiziata da un terzo quarto dirompente vinto 37-17, e come prassi consolidata in quel periodo storico vede i giocatori biancoverdi distribuirsi in modo armonico e naturale responsabilità, compiti e segnature.
Per una volta tra i cannonieri di giornata primeggia Benjamin Eze, che con 20 punti stabilisce il proprio record nel campionato italiano.

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Per sopperire alla lunga assenza di Morris Finley, a quella più breve di Rimantas Kaukenas e ai problemi di Terrell McIntyre, costretto dalle contingenze a giocare nonostante un'infiammazione a un piede, il 23 Dicembre 2008 la Società stipula con Arriel McDonald un contratto fino al 30 Giugno 2009.
Di passaporto sportivo sloveno, è un playmaker stagionato ma dal prestigioso passato europeo, perché vincitore di ben 8 campionati nazionali (3 sloveni, 3 israeliani, 2 greci), quasi altrettante coppe nazionali (3 slovene, 3 israeliane, 1 greca), una Suproleague, una Fiba EuroCup e per finire in bellezza, votato MVP di due finali continentali e una volta inserito nel secondo quintetto dell'Euroleague 2002.

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Nel 2010 è la volta del nigeriano Deji Akindele, lunghissimo centro intimidatore, immesso per completare l'organico in vista delle sfide di Euroleague.

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Nel 2011, battendo a Gdynia (Polonia) i padroni di casa del Prokom 79-53, la squadra ottiene la centesima vittoria in Euroleague (63 casalinghe, 34 esterne, 3 in campo neutro).
Al momento di lasciare la grande competizione continentale, nel Dicembre 2013, saranno salite a 120.

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E infine il giorno di Natale: niente di niente?
No, ovviamente nessuna partita giocata, ma qualcosa cosa da segnalare c'è comunque.
E' il compleanno di Brett Vroman, nato per l'appunto il 25 Dicembre del 1955 a Hollywood, centro del Sapori dall'estate del 1981 al 31 Ottobre 1982.



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