A maggior ragione se, per i tanti accadimenti che ci videro protagonisti negli anni, quello che attraversiamo è un vero oceano.
Allora ci imbarcheremo, per così dire, in tante piccole “crociere” che in spensieratezza ci guidino in porti sempre diversi. Non necessariamente i più conosciuti, ma magari i più curiosi e particolari.
Pur operando un'amplissima scrematura ogni venerdì guarderemo a ritroso nel tempo per ricordare, anno dopo anno, i fatti accaduti in casa Mens Sana in una specifica settimana.
A partire dagli ultimi sette giorni di Ottobre. Questi, per l'appunto.
Il 27 Ottobre 1968 a Roma vincemmo 56-41 una gara secca di Coppa Italia contro la Virtus S. Saba, che sebbene per il nome dica poco o niente è utile sapere che era la polisportiva dell'oratorio che in quegli anni formava un ragazzo di nome Claudio Ranieri, allora diciassettenne, che nel mondo del football un bel po' di strada l'avrebbe poi fatta e all'epoca non disdegnava neppure qualche terzo tempo a canestro.
Ancora più utile però è dire che era l'embrione da cui, dopo la fusione con la squadra del Cral del Banco di Roma, di lì a poco sarebbe nata quella Virtus poi rilevata dal Gruppo Ferruzzi, da Giorgio Corbelli e infine da Claudio Toti, che invece conosciamo molto bene.
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Un successivo evento di rilievo è del '74, quando per la prima volta superammo le ex “scarpette rosse” (80-76), all'epoca colorate dell'azzurro del marchio Innocenti.
Chi c'era fu testimone di un tempo supplementare in cui ai milanesi vennero concessi soli 3 punti e di un exploit di Enrico Bovone, che alla fine ne mise a segno 36. Un record personale che limitatamente agli italiani, in serie A in maglia Mens Sana sarà superato dai soli Roberto Quercia (39 nell'80 contro Brescia), Claudio Malagoli (38 nell'84 contro la “sua” Brindisi) e Stefano Vidili (38 nel '92 contro Marsala).
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Drammatico e curioso invece è ciò che accadde nel '79 nel volgere di qualche ora.
Mercoledì 31 Ottobre ci presentammo all'Europa (eravamo al debutto in manifestazioni Fiba) vincendo in Belgio nel modesto impianto di gioco di Verviers, su una superficie atipica, ormai superata e durissima, perché in cemento.
Una vittoria senza patemi e del collettivo, che vide un largo impiego anche della panchina, da cui nel finale uscirono pure il senese Andrea Daviddi e il non ancora diciassettenne Alessandro Degl'Innocenti.
Se l'impegno agonistico corse via liscio, molte preoccupazioni si erano invece palesate in precedenza. In parte per il complicato viaggio, con un volo aereo che i presenti descrissero come fantozziano, ma principalmente per la salute di coach Tonino Zorzi, che nella notte tra sabato e domenica s'era sentito tanto male da essere ricoverato.
Gli fu diagnosticata un'ischemia coronarica che lo avrebbe costretto a una lunga convalescenza. Così nelle primissime ore della domenica i dirigenti Cocchia, Corradeschi e Ciccarelli si trovarono a decidere a chi affidare la responsabilità della guida tecnica nell'incombente incontro pomeridiano contro la Pallacanestro Milano (Amaro 18 Isolabella) e nella trasferta belga di Korac.
La scelta non cadde sul vice allenatore Biagini, bensì sul tecnico delle giovanili Giorgio Brenci, già coach della promozione dall'A2, da quando nel giorno di S. Stefano di due anni prima era stato chiamato a sostituire Ezio Cardaioli.
Come sempre nella sua lunghissima carriera mensanina Brenci si dichiarò pronto e quel pomeriggio andò in panchina con un compito preciso: battere la squadra di Zanatta e De Rossi per dare ossigeno all'asfittica classifica.
Giroldi e compagni giocarono un primo tempo da sballo, chiudendolo 62-40, per poi sedersi nella ripresa, forse vittime del crollo della tensione nervosa.
Rimbalzo dopo rimbalzo, canestro dopo canestro, Mel Davis e Castellan riportarono in gara i milanesi, tornati a soli 2 punti a 3 secondi dalla fine. Ma ma senza possesso palla...
Fin lì gran protagonista, George Bucci non tradì nemmeno nell'azione finale.
Ricevuta la sfera, anziché prendere d'infilata il campo per difenderla come ognun si aspettava, stupì tutti lanciandola verso il tetto del palasport. Salita altissima, quando tornò raggiungibile i 3 secondi erano ormai trascorsi. Vittoria, 2 punti, missione compiuta.
Non fu l'unica occasione in cui il Divino ricorse a questo espediente, perché lo ripropose esattamente 3 anni dopo nella vittoria casalinga contro Ferrara. Un altro match in bilico fino alla sirena.
In quanto a Zorzi, tornò in panchina solo il 16 Dicembre nel non memorabile Antonini – Scavolini, giocato a Rieti per la squalifica del PalaSclavo. Con Behagen malconcio, perdemmo di 4 punti per la gioia dei pesaresi ma anche dei reatini, platealmente schierati dalla loro parte.
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Un altro evento che voglio ricordare ebbe luogo 9 anni più tardi, nel 1988, quando nel campionato di Serie B d'Eccellenza al Palasport surclassammo la Docksteps Montegranaro 115-67 (Carraro 32 punti, Giroldi 25).
Ambizioni diametralmente opposte per le due squadre. La nostra inseguiva la promozione in A2 per il terzo anno consecutivo.
Venivamo da fatti importanti, come il rinnovo societario che vide consolidarsi ai vertici i costruttori edili Giancarlo Rossi e Giuseppe Ciupi, e il sacrificio di Paolo Moretti, il più grande talento fin lì espresso dal vivaio biancoverde, passato all'ambiziosa Verona.
Quella cessione dolorosa fruttò però le risorse per allestire una squadra davvero competitiva, perché su un telaio di giocatori come Carraro, Guerrini e Visigalli vide innestare nomi che per la categoria erano di primissimo livello: Battisti, Guglielmo Dordei, Giroldi, Lasi, Pastori.
Immutata invece la guida tecnica, affidata per il terzo anno a Ezio Cardaioli.
Purtroppo per lui la larghissima vittoria e il primo posto solitario in classifica non ne scongiurarono il licenziamento, maturato due settimane dopo, in seguito a due sconfitte. Al suo posto, proprio come undici anni prima, Giorgio Brenci.
Pur tanti, i 48 punti di scarto inflitti quel giorno ai marchigiani non sono però il massimo nei confronti diretti tra le due società, perché nella stagione 2011/12, sulla scia dei canestri del tandem lituano Maciulis/Lavrinovic, espugnammo il campo della Sutor col divario record di 56 punti, frutto del 113-57 finale.
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Nel '94 e nel '95 due vittorie contro Verona, ottenute l'una il 30 e l'altra il 29 Ottobre.
La prima a Siena (90-73), da neopromossi sulla Birex in cui gioca e s'infortuna seriamente Sylvester Gray.
Sull'Adige la seconda, 80-67 sulla Mash Jeans (cambiano gli abbinamenti, ma è sempre la Scaligera), nel giorno del debutto del marchio CX sulle nostre maglie.
Due successi davvero importanti, spartiacque di quei difficili tornei.
Quello del '94, col solco scavato già prima dell'infortunio di Gray, condotti per mano dall'incontenibile coppia Comegys/Turner, inverte un trend di 7 battute d'arresto nei primi 9 turni, aprendo una striscia di 3 vittorie che ci rilanciano verso posizioni di classifica più congrue alle aspettative, proprio nelle settimane in cui si definisce l'arrivo dello sponsor Comerson.
Quella del '95 apre a sua volta, dopo un nuovo stentato avvio di campionato, un'altra striscia di 3 vittorie, merce assai rara in quelle stagioni di A1 di metà anni '90 quando, come visto, gli sponsor arrivavano a completare la maglia anche intorno alle celebrazioni dei Santi, se non dopo, a campionato dunque già abbondantemente iniziato.
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Con un altro volo andiamo al 31 Ottobre 2002, che passa alla storia per la limpida vittoria (77-69) sul Panathinaikos campione d'Europa, nella nostra Euroleague da debuttanti.
E' un'impresa senz'altro ascrivibile al fuoco agonistico di Turkcan (19 punti, 16 rimbalzi, 7 recuperi, 4 assist), alla confidenza e alle motivazioni sapute infondere da Ergin Ataman, alla chirurgica pulizia di Stefanov, alla stupefacente fluidità d'esecuzione del Vukcevic del primo anno. Ma in parte si deve alle superiori attenzioni che Obradovic impone ai suoi difensori per arginare Alphonso Ford, che hanno per conseguenza l'aprirsi di invitanti pertugi per gli altri risoluti attaccanti mensanini.
Per Ford quello è anche il giorno del trentunesimo compleanno. Il penultimo.
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30 Ottobre 2008, per la seconda giornata di Euroleague, a Kaunas battiamo lo Zalgiris 93-67.
L'Europa è ormai il terreno naturale su cui la Mens Sana si confronta in quegli anni e, checché ne dica Piero Bucchi, il sistema di gioco di Pianigiani e Banchi, fatto di automatismi perfetti ed esecuzioni che sembrano semplici semplici, facilmente riproducibili tanto sono lineari e armoniose, è attentamente studiato dai tecnici di tutto il continente.
Il pensiero di molti, anche addetti ai lavori, è che se anziché in Maggio le finali di Euroleague si giocassero in autunno, nel biennio 2008/2009 i biancoverdi giocherebbero per vincerle.
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Infine, saltando altri eventi, un paio di pillole.
Coronando un inseguimento durato anni, il 25 Ottobre 2011 la Mens Sana annuncia alla stampa la firma di Igor Rakocevic, guardia serba dalle doti offensive non comuni, che si lega al team fino alla fine della stagione, ma ha purtroppo già speso altrove gli anni migliori della carriera.
Nel 2017 l'inciampo sul parquet di Scafati (66-63), che in precedenza lo aveva visto acclamato protagonista ricevere il titolo di allenatore dell'anno in Legadue, è per qualcuno l'atteso pretesto per togliere a Giulio Griccioli la panchina biancoverde.
“...e l'inchiostro aggrappato a questo foglio di carta,
di esserne degno è il mio tentativo”
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