Fast forward, il 10 marzo 2019 la trasferta di Legnano è il punto più basso della storia della Mens Sana, che per la prima volta in più di 70 anni di vita non si è presentata a giocare una partita. E sarebbe stato il punto più basso anche se si fosse presentata, mandando allo sbaraglio ragazzi che non lo meritavano, come a un certo punto sembrava. E a fronte di uno scempio del genere il popolo della Mens Sana (non i piccoli apprezzabili gruppi, ma uno spontaneo movimento di massa), a Siena, cosa fa? Si muoverà con delle azioni pubbliche? Di tutto questo, chi ne è responsabile dovrà rispondere davanti a una città, davanti alla storia e con ogni probabilità intanto davanti alla legge.
Partiamo da chi non c'è più. Ion Lupusor era già un giocatore libero dal momento in cui, prima della partita di Treviglio, aveva deciso di NON passare a ritirare la spettanza di dicembre arrivata fuori tempo massimo, partecipando ugualmente a quella trasferta. Con un contratto diverso, Sanguinetti, Ranuzzi e Radonjic sono invece liberi da venerdì, due giorni fa. La proprietà aveva provato a convincerli a restare promettendo il saldo entro venerdì della settimana prossima di un mese e mezzo di stipendi. Picche. Eppure sabato mattina la squadra era presente praticamente al completo prima che la mancanza di segnali concreti determinasse il rompete le righe in vista della partita di Legnano. Prospettive: andare alla partita con cinque ragazzi delle giovanili già tesserati, più un sesto fisicamente e visibilmente indisponibile.
***
Comunicata informalmente la rinuncia alla partita a Legnano e alla Lega, la stessa Lnp si è adoperata in tutti i modi per fare in modo che una partita si giocasse per evitare il danno di immagine di un buco nel calendario. Così la Mens Sana ha fatto partire le convocazioni formali a 13 tesserati (non Lupusor già out, ma Sanguinetti, Ranuzzi, Radonjic, Cepic, Del Debbio, Ceccarelli e tutti i ragazzi) sperando di arrivare al numero giusto. I tre "senior" (anche se Radonjic sarebbe "under" ma definiamoli così per comodità) non hanno risposto alla convocazione. Ma la norma prevede un minimo di 8 giocatori di formazione italiana a referto. Le istituzioni sportive sono arrivate a manifestare la disponibilità ad accettare (al prezzo di una multa) che la Mens Sana per raggiungere il numero legale di giocatori a Legnano potesse anche portare a referto ragazzi della squadra regionale che non sono tesserati, sempre considerando come bene supremo da tutelare il fatto che la partita si giocasse senza fare troppo puzzo. Giocando, invece, sarebbe stato tutto a posto?
A tagliare la testa al toro è arrivato, prima delle 22.30 di sabato, il messaggio della proprietà alla squadra: "La Società ha preso la decisione definitiva di NON prendere parte alla trasferta di domani a Legnano. Sarà nostra premura farvi pervenire nuove comunicazioni in vista dei prossimi appuntamenti. Grazie". Alle 23.15 l'ufficialità del comunicato della Federazione. Il regolamento prevede la sconfitta 20-0 a tavolino e il raddoppio della multa (ma a cui ormai non pensa nessuno: si accumulano, ma tanto chi le paga?!) rispetto a quella prevista invece per chi comunica la rinuncia con almeno 48 ore di anticipo. Sarà discrezione del giudice sportivo decidere se dietro la mancata partecipazione c'è del dolo, e in quel caso stabilire anche una penalizzazione. Il singolare comunicato con cui domenica mattina si dava la colpa ai giocatori della rinuncia alla gara di Legnano, minacciando azioni legali nei loro confronti, va anche nella direzione di provare ad affermare che questo dolo da parte della società non ci sarebbe stato. Ma resta un'esternazione che in poche righe ha già fatto capire tutto a chi in Italia ancora non conosceva ancora la situazione della Mens Sana.
Per la penalizzazione giova ricordare che non esistono limiti complessivi (vedi Reggio Calabria l'anno scorso) che comportano l'esclusione dal campionato, che arriva solo se vengono superati tetti per fattispecie specifiche (7 punti per le tasse federali, 9 per le liberatorie). Non partecipare a due partite invece comporta l'esclusione dal campionato, senza perdita dell'affiliazione, così come comporta l'esclusione dal campionato il ritardo superiore ai 14 giorni nel pagamento delle tasse federali: la quinta rata, 26500 euro, andava pagata il 5 marzo. Alle istituzioni sportive la Mens Sana ha comunicato di averla pagata venerdì. Tutto il can can ancora in piedi per provare a pagarla sembra dire il contrario. Le bugie, se tali fossero, hanno le gambe corte. Si vedrà presto.
***
L'interlocuzione delle settimane scorse col sindaco dice in maniera evidente quanti problemi ci si facciano a prendere in giro le istituzioni: promesse le carte dei conti del club, di fatto non sono mai arrivate. Non che in questi giorni a De Mossi mancassero incombenze a cui pensare, ma ha un po' sorpreso sentirlo solo constatare che non gli era arrivato niente, senza che questo lo portasse a trarre dichiaratamente delle conclusioni, con un giudizio netto sull'operato della proprietà della Mens Sana, che disattendendo le promesse ha pubblicamente preso per i fondelli il ruolo e la persona del primo cittadino. O magari in Comune c'è qualcosa in cantiere?
***
Stefano Guerrini, il professionista che il Comune aveva indicato per visionare i conti, è stato nel frattempo investito dello stesso ruolo anche dall'Associazione, ed essendo uno dei soci stavolta non potrà essere negato l'accesso alle carte. Sarà sicuramente una battaglia tardiva, inutile, che non cancella le responsabilità forti di omesso controllo, per lo meno per tutto il 2018 e fino a qualche settimana fa, di cui sarà giusto occuparsi quando tutto questo sarà finito. Ma fino ai giorni scorsi l'Associazione questa partita la sta combattendo da sola, tirandosi dietro nelle ultime ore gli altri soci.
Il Consorzio è stato capace di rimanere coinvolto in un probabile fallimento pur avendo da mesi l'accordo nero su bianco di cessione delle proprie quote per uscirne pulito, solo che non l'ha mai firmato. Non per scelta, ma per l'inettitudine totale che, senza voler dare per scontata l'assunzione degli oneri di sponsorizzazione per cui ci si era impegnati, dal punto di vista della partecipazione societaria si è tradotta in uno stato vegetativo irreversibile di fatto dall'estate 2017 in poi, dopo aver trovato qualcuno a cui lasciare la patata bollente. Primo organismo a far saltare i propri rappresentanti in cda, assente all'approvazione dell'ultimo bilancio: se mai avesse espresso una posizione, poteva raccontarla come l'aver sentito prima di altri puzza di bruciato. Così invece ha l'immagine di chi si è nascosto dalle proprie responsabilità, fino a scapparne fisicamente. Mercoledì magari batterà un colpo, visto che ha in programma cda e assemblea.
Giusto in tempo per arrivare con una posizione, auspicabilmente unitaria tra i soci di minoranza, all'assemblea ordinaria dei soci della MSB1871 convocata per venerdì prossimo. L'assemblea dei soci, richiesta prima informalmente e poi pubblicamente dall'Associazione, è inevitabilmente l'appuntamento in cui trarre delle conclusioni rispetto allo stato prefallimentare in cui si trova la società. Ma prima, in queste ore, nella mattinata di lunedì, è in programma un'assemblea straordinaria dei soci. Non solo per tagliare i tempi rispetto agli otto giorni di convocazione anticipata obbligatori per l'assemblea ordinaria. Ma anche per cominciare a discutere lunedì di soluzioni, quelle del socio di maggioranza e quelle degli altri soci, da mettere poi ai voti venerdì.
***
La presenza nei giorni scorsi in sede di un professionista specializzato nel settore, lascia intendere la possibilità che la proprietà indichi l'idea di un amministratore unico (che in questo caso sarebbe un amministratore delegato alla guida di un cda minimo), di fatto un commissario con pieni poteri, che apparentemente implicherebbe l'uscita di scena di Massimo Macchi e di Filippo Macchi dalla gestione diretta del club. Quella di Filippo Macchi è stata sancita, salvo colpi di coda per carità, dalle dimissioni dall'incarico di direttore generale arrivate nel pomeriggio di domenica. Non fossimo a buoi scappati, è comunque un passaggio per certi versi rivoluzionario, che supera il modello di società dell'ultimo anno. Non accettare questo passaggio aveva fatto tramontare senza esito l'azione di tre settimane fa di Letterio Visigalli. Ora invece le dimissioni sono arrivate, forse anche perché altrimenti gli altri soci neanche si sarebbero seduti al tavolo dell'assemblea.
Posto che una figura scelta dalla proprietà per questo nuovo ruolo di amministratore difficilmente avrebbe il profilo di discontinuità richiesto dagli altri soci, che magari potrebbero proporre altri nomi, parliamo di una strada diversa, ma forse non così tanto, dalla messa in liquidazione volontaria adottata dalla Viola Reggio Calabria di coach Mecacci, con cui l'Associazione ha preso contatti per studiare il caso. Ma per quanto una figura del genere di amministratore possa fare miracoli, avrebbe comunque bisogno di un portafoglio da spendere per trattare coi creditori. Con quali risorse? E' qui, sul portafoglio, che finora è sempre cascato l'asino. Un cambio alla direzione del club era sempre stato indicato come pregiudiziale da ogni potenziale investitore contattato. Ecco, se è mai esistito qualcosa, o se è venuto fuori (tipo nelle ultime 48 ore...), adesso non ci sono più scuse. E' una settimana senza ritorno.
***
Leggi anche:
Basket City: Troppa Sangiorgese, la Virtus si lecca le ferite. D, Poggibonsi cerca il rilancioTravaglio
Panico da zero a dieci: Perchè tutti, il SASSS, il silenzio degli innocenti e le speranze per il futuro
Nessun commento:
Posta un commento