Che a Treviglio, con la stessa formazione (più Lupusor) che giovedì aveva perso 76-73 l'amichevole infrasettimanale con la Virtus penultima in Serie B, se l'è giocata totalmente alla pari per tre quarti sul campo della squadra (sì priva di Nikolic) meritatamente quarta in classifica (alla fine 92-62). E' fatalmente la giornata, la numero 23 su 30, in cui la Mens Sana per la prima volta resta terzultima, e dunque in zona playout, superata da Tortona e staccata ormai di tre punti da Eurobasket. Adesso il campionato si ferma una settimana, per ripartire il 10 marzo nella sfida playout a Legnano. Nel frattempo gli occhi sono tutti per la partita fuori dal campo. Com'è ormai da mesi.
Nella normalità di un palazzetto sono i tanti in tribuna che applaudono (quando lo meritano...) i pochi in campo. Le parti si sono ribaltate prima della palla a due, quando dal settore ospite è partito il grido "Mens Sana Mens Sana". Il quintetto in campo e il resto della spedizione in panchina e a bordo panchina si sono girati e alzati istintivamente ad applaudire i sei tifosi arrivati fino a Treviglio. Con sportività e sensibilità il resto del palazzo si è accodato all'ovazione. Raccontarlo a parole non rende l'idea.
IL MOMENTO DECISIVO
La Mens Sana ha retto fino al 47-49 di Ranuzzi al 26'. Poi è finita la benzina. Da qui è tornata a segnare dal campo dopo 6'30". In otto azioni ha trovato un solo canestro con Sanguinetti, con tre perse (Ranuzzi e due Del Debbio) e quattro errori al tiro (Del Debbio, Radonjic, Sanguinetti, Ranuzzi), offrendo inevitabilmente il fianco al 18-2 casalingo che ha chiuso la partita sul 65-51 al 31'. Aspettando la sirena a testa alta. Finendo con Ceccarelli e Cepic a fare da chiocce a Monnecchi, Ricciardelli e Collet.
LA STATISTICA
Nei primi tre quarti la Mens Sana aveva ruotato sette uomini e quello che aveva giocato meno era stato in campo 17 minuti: Ceccarelli. Inevitabile che finisse l'ossigeno. Al 27' le palle perse erano 10. Poi in sei minuti ne sono arrivate 7. E la partita se n'è andata.
LA DICHIARAZIONE - 1
Luigi De Mossi, sindaco di Siena: "Prima di tutto voglio verificare come sono stati spesi i soldi in questa società, quando ho parlato con persone che hanno anche messo dei soldi e sono stati parte della società tutti hanno espresso perplessità, non posso che farla mia verificando come è stata gestita la società. (...) Intendo chiedere la disponibilità a mettere un tecnico per capirlo, perché se un domani ci fossero potenziali investitori per la società devono avere la certezza di sapere quanto spendono (…) Ho incontrato una parte consistente degli altri soci molto tempo fa, tutti erano molto preoccupati di questa situazione societaria, che non mi è arrivata sul tavolo ieri. La volontà del Comune si sposa esattamente con quella degli altri soci per fare una verifica" (martedì sera, incontro con i tifosi)
"E' necessario avere chiarezza di come stanno i conti. Sappiamo, perché ci è stato detto, che al 30 giugno c'erano circa 800mila ero di crediti esigibili a 12 mesi, vogliamo capire perché non sono stati riscossi, quali in concreto è possibile riscuotere: si parla di cifre molto importanti che non consentirebbero la prosecuzione dell'attività. Non possiamo usare soldi pubblici per gestire una situazione che potrebbe andare a finire male in ogni caso (…). Portare in fondo il campionato e poi non iscriversi al prossimo, buttando delle risorse pubbliche, non lo voglio fare (…). Avevo già incontrato una serie di soci e tutti vogliono chiarezza prima di capire se si devono impegnare con sponsorizzazioni o finanziamenti di qualunque genere" (giovedì, consiglio comunale)
LA DICHIARAZIONE - 2
Filippo Macchi, direttore generale Mens Sana: "De Mossi ha detto che chi investe in una attività deve avere un ritorno economico o di immagine. Gli ho detto che attualmente l'unico ritorno d'immagine che c'è è negativo, quindi qual è il nostro ritorno? (…) La società di revisione è qui già da martedì, ho accettato ben volentieri che questa documentazione - che sarà pronta in 4-5 giorni - sia inoltrata a chi lui ci dirà. (…) A oggi la società è in difficoltà finanziarie gravi, in una crisi di liquidità importante, ma la nostra famiglia negli ultimi due anni ha solo apportato, apportato, apportato finanze, sponsor e del bene per questa azienda. (…) Ci siamo ritrovati in difficoltà, abbiamo un periodo in cui facciamo fatica a far fronte, quindi è giusto chiedere una mano lì dove si può (…). Chiedo scusa alla città e ai tifosi se non siamo riusciti a mettere la società in una situazione di sicurezza (…). Mi dispiace che domenica non ero presente, ma solo ed esclusivamente perché avevo un impegno importantissimo per la Mens Sana. (…) C'è stato sicuramente un errore di valutazione nel gestire gli introiti e le spese, sicuramente ci si aspettava molto molto molto di più rispetto al nulla dalla città intesa come ditte di Siena e toscane che dovevano non dire fare d più ma almeno quanto l'anno scorso" (mercoledì mattina, Siena Tv)
"De Mossi ci ha chiesto cosa volevamo fare. A noi piacerebbe rimanere (…). Accettiamo la proposta del sindaco e accettiamo che insieme a noi ci siano altre persone per dare una mano (…). Gli presenterò un potenziale nostro partner. Se verrà non è perché vuole regalare i soldi a Siena ma perché vuole un ritorno economico: investimenti immobiliari, società che siano in vendita. Se c'è un'apertura, cosa che a noi è mancata, è più facile trovare investitori non senesi (…). Nessun giocatore vuole restare. Vista la situazione capisco che siano in grande difficoltà. C'è un mese e mezzo di ritardo negli stipendi (...). Bisogna rimboccarsi le maniche con nuove risorse, cercando di rinforzare il roster con un paio di stranieri o richiamandone uno". (giovedì mattina, Corriere di Siena)
LA SITUAZIONE
La settimana è iniziata con tante parole ed è finita con qualche movimento. Le parole - quelle anche importanti, sensate e costruttive del sindaco, e il maldestro tentativo di cercare un modo per restare in gioco di Filippo Macchi - potevano avere senso un mese fa, e forse anche allora sarebbero state tardive. Il 28 febbraio la chiusura del mercato senza movimenti potrebbe essere il colpo di grazia sulle flebili speranze di una salvezza sul campo. Ma certo, la partita del salvataggio della società, più importante - e anche più proibitiva - rispetto al salvataggio della categoria, va oltre la data del 28. E per carità, mai sottovalutare il potere di un sindaco di attivare risorse. Però ormai si parla di una soluzione sempre più difficile da immaginare, anche sforzandosi, mentre sembra continuare a non esserci a tutti i livelli la coscienza di qual è la situazione. Si attendono risposte a breve da Stefano Guerrini, il professionista incaricato dal Comune di mettere gli occhi sui conti. Si è parlato di un avvicinamento di nuove aziende a partecipazione pubblica, stavolta Estra, vista la visita in settimana dell'amministratore delegato Alessandro Piazzi in viale Sclavo.
La realtà è che non sono arrivati da lì i circa 12mila euro per evitare l'addio di Ranuzzi, Radonjic, Sanguinetti e Lupusor, e ha senso chiedersi che prospettiva possa avere una strategia di business in cui si va avanti grazie ai prestiti personali di singoli tifosi. Più o meno la stessa di chi ha saputo solo 24 ore prima con quali mezzi si sarebbe andati a Treviglio, per una trasferta amatoriale cominciata alle 11.30 portandosi dietro il pranzo al sacco in un cestino. Hanno deciso di andare avanti, eppure da venerdì scorso anche Moretti e una parte dello staff (il resto da venerdì prossimo) avrebbe potuto incrociare le braccia, per le stesse ragioni contrattuali per cui tutti e quattro gli ultimi senior rimasti (consideriamo tale anche Radonjic) venerdì erano già in partenza. Averli pagati permette di trattenerli a Siena almeno per un altro mese, virtualmente fino a fine anno visto che tra un mese il mercato sarà chiuso.
Ma, oltre a rendere naturale che qualcuno dei non pagati abbia pensato di non venire a Treviglio, non risolve neanche la prossima questione urgente: dopo i cinque giorni di ritardo già consumati e costati 10mila euro di multa, in questa giornata di lunedì scadono i termini per la penalizzazione (1 punto per ogni mensilità di inadempienza) per la mancata presentazione delle liberatorie del pagamento dei tesserati per ottobre, novembre e dicembre. Difficile avere le liberatorie, se per il mese di dicembre si sono pagati solo Morais e i quattro giocatori già citati, più o meno 20mila euro in tutto sui circa 55 di monte stipendi, che per dicembre comprende ancora tutti quelli che se ne sono andati.
E poi appunto c'è la chiusura del mercato di giovedì 28, e dopo quella data sarà permesso un solo movimento, non dall'Italia. Per metterci mano e riaprire i tesseramenti bisognerebbe pagare i lodi pendenti, che nel frattempo naturalmente sono aumentati: ne sono arrivati sette nuovi giovedì, giornata in cui è stata comunicata anche l'esecutività di quattro lodi precedenti (tre procuratori e una società). A un primo calcolo, per sanare i lodi necessari a riaprire i tesseramenti servirebbero tra i 55 e i 60mila euro. Nel frattempo
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