venerdì 8 febbraio 2019

Strada facendo

E' maturata negli ultimi giorni una strada stretta per provare dare un futuro alla Mens Sana. Di breve termine, per fronteggiare l'emergenza. Una volta sopravvissuti, sul lungo termine si ragionerebbe più avanti, a fine stagione. Non è l'unico tra gli sforzi in cantiere per salvare la Mens Sana, né per ora neanche necessariamente è quello vincente rispetto agli altri. E' il primo che sta scoprendo le carte. Tenendo fermo l'attuale assetto societario, in cui la Siena Sport Network ha una maggioranza quasi totalitaria, e sempre sotto la presidenza di Massimo Macchi, prevederebbe l'arrivo, "benedetto" dalla volontà dell'attuale proprietà, di una diversa figura alla direzione della società, la cui presenza aiuterebbe a sbloccare i canali per l'arrivo di nuove risorse provenienti da sponsorizzazioni, anche riconducibili al settore pubblico, deducibile sinonimo di una "benedizione" anche dell'amministrazione.
 
Sono state molte le scosse di assestamento di questi giorni, ben oltre la conferenza stampa di Massimo Macchi di una settimana fa. L'uscita, poi parzialmente tamponata degli stranieri: con Pacher uscito dal contratto, a Trapani si andrà solo con Morais, che però dovrebbe essere all'ultima partita, mentre Prandin e Marino hanno messo in mora la società e se non pagati entro martedì saranno liberi a loro volta. Gli striscioni in città. Il distacco delle utenze al palazzetto, fino al nuovo accordo reso possibile anche dall'aver messo sul piatto qualche migliaia di euro per riaprire il tavolo con la Polisportiva e negoziare nuove scadenze: la prossima il 28 febbraio. La recente crescente presenza, attorno alla squadra oltre che nei contesti societari, della figura di Pietro Mele, che - seppur da socio di minoranza - è l'amministratore unico di quella Siena Sport Network che detiene oltre il 90% delle quote della Mens Sana.

Poi l'incontro di inizio settimana tra la famiglia Macchi, che tra le altre cose ha adombrato anche trattative per l'arrivo di un nuovo socio di minoranza, e l'Associazione. Al di là del cambio di presidenza, è probabilmente qualche cambio di scenario ad aver indotto un cambio di marcia di Io Tifo Mens Sana oggettivamente riscontrabile negli ultimi tempi. Lo stesso comunicato con cui l'Associazione, dopo quell'incontro, si è rimessa sulla scena ha toni nuovi. Certo, rievoca una raccolta fondi non ripetibile, e non dissociarsi dal socio di maggioranza sembra a una prima occhiata la continuazione di una linea discutibile (e discussa) degli ultimi due anni. Ma proprio questa mancata presa di distanza, letta in controluce, e visti gli eventi successivi, è diventata un modo per ritagliarsi un ruolo da protagonista di questo momento, magari mediatrice tra parti che non parlano, auspicabilmente facilitatrice di quadre complesse da trovare.

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I condizionali sono d'obbligo per definizione, in questo caso doverosi perché si tratta di un'ipotesi in discussione in queste ore, non di una strada intrapresa. Ma il piano esiste e ha una sua quadratura economica, che si potrà analizzare seriamente solo qualora diventasse realtà: per ora tocca limitarsi a prenderne atto per sommi capi. Nell'incontro coi soci di minoranza la Famiglia Macchi ha prospettato un'iniezione a giorni di oltre 100mila euro, una somma più o meno raddoppiabile con sponsorizzazioni in entrata, tra cui quelle "sbloccate" dal nuovo assetto. In concreto, sarebbero risorse con cui ipotizzare di coprire le spese correnti dei prossimi due mesi, fino a fine marzo, compresi i lodi per riaprire il mercato (dove ci sarà bisogno di andare a pescare uno o probabilmente due stranieri). Ecco, qui nelle ipotesi ci si è spinti già così oltre rispetto alla realtà attuale che sarà il caso di riparlarne solo se dovessero seguire i fatti.

Ma di certo questa via avrebbe il pregio di immettere immediatamente risorse necessarie per lo stato di emergenza attuale, quindi molto più rapidamente rispetto a cambi di compagine più radicali, dolorosi, controversi e per questo probabilmente travagliati (ipotizzando che ci sia qualcuno pronto). E sbloccherebbe i canali di accesso a nuovi finanziatori, recentemente in secca. Obiettivamente non nascerebbe come una soluzione definitiva, bensì come un modo per affrontare (meglio di adesso) l'ordinaria amministrazione, e certo prevederebbe ragionamenti più ampi a fine stagione. La strada la deciderà il socio di maggioranza, come è naturale che sia. Vista l'urgenza di alcune scadenze, non dare seguito a questa ipotesi entro le prossime ore, indicativamente il ritorno della squadra da Trapani, equivarrà ad aver scelto un'altra strada, quella dell'inerzia.

p.s.: un'intervista rilasciata in mattinata da Letterio Visigalli ad Antenna Radio Esse si inserisce casualmente nell'argomento



  
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