Sono state molte le scosse di assestamento di questi giorni, ben oltre la conferenza stampa di Massimo Macchi di una settimana fa. L'uscita, poi parzialmente tamponata degli stranieri: con Pacher uscito dal contratto, a Trapani si andrà solo con Morais, che però dovrebbe essere all'ultima partita, mentre Prandin e Marino hanno messo in mora la società e se non pagati entro martedì saranno liberi a loro volta. Gli striscioni in città. Il distacco delle utenze al palazzetto, fino al nuovo accordo reso possibile anche dall'aver messo sul piatto qualche migliaia di euro per riaprire il tavolo con la Polisportiva e negoziare nuove scadenze: la prossima il 28 febbraio. La recente crescente presenza, attorno alla squadra oltre che nei contesti societari, della figura di Pietro Mele, che - seppur da socio di minoranza - è l'amministratore unico di quella Siena Sport Network che detiene oltre il 90% delle quote della Mens Sana.
Poi l'incontro di inizio settimana tra la famiglia Macchi, che tra le altre cose ha adombrato anche trattative per l'arrivo di un nuovo socio di minoranza, e l'Associazione. Al di là del cambio di presidenza, è probabilmente qualche cambio di scenario ad aver indotto un cambio di marcia di Io Tifo Mens Sana oggettivamente riscontrabile negli ultimi tempi. Lo stesso comunicato con cui l'Associazione, dopo quell'incontro, si è rimessa sulla scena ha toni nuovi. Certo, rievoca una raccolta fondi non ripetibile, e non dissociarsi dal socio di maggioranza sembra a una prima occhiata la continuazione di una linea discutibile (e discussa) degli ultimi due anni. Ma proprio questa mancata presa di distanza, letta in controluce, e visti gli eventi successivi, è diventata un modo per ritagliarsi un ruolo da protagonista di questo momento, magari mediatrice tra parti che non parlano, auspicabilmente facilitatrice di quadre complesse da trovare.
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Ma di certo questa via avrebbe il pregio di immettere immediatamente risorse necessarie per lo stato di emergenza attuale, quindi molto più rapidamente rispetto a cambi di compagine più radicali, dolorosi, controversi e per questo probabilmente travagliati (ipotizzando che ci sia qualcuno pronto). E sbloccherebbe i canali di accesso a nuovi finanziatori, recentemente in secca. Obiettivamente non nascerebbe come una soluzione definitiva, bensì come un modo per affrontare (meglio di adesso) l'ordinaria amministrazione, e certo prevederebbe ragionamenti più ampi a fine stagione. La strada la deciderà il socio di maggioranza, come è naturale che sia. Vista l'urgenza di alcune scadenze, non dare seguito a questa ipotesi entro le prossime ore, indicativamente il ritorno della squadra da Trapani, equivarrà ad aver scelto un'altra strada, quella dell'inerzia.
p.s.: un'intervista rilasciata in mattinata da Letterio Visigalli ad Antenna Radio Esse si inserisce casualmente nell'argomento
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