domenica 17 febbraio 2019

Scafati di casa

Poteva essere una polveriera pronta a detonare da un momento all’altro, è stata alla fine una delle più belle partite della stagione, per motivi che però non hanno nulla a che vedere con la pallacanestro. Dopo aver perso questa settimana Pacher, Morais, Prandin e Marino, la Mens Sana è rimasta in partita per 38 minuti, prima che Thomas si rendesse conto che rischiava di perdere contro una squadra che schierava ragazzini delle giovanili e si ricordasse improvvisamente di essere un giocatore di basket (76-83). Resta una partita con una carica emotiva difficile da metabolizzare e analizzare, anomala da tutti i punti di vista, tanto da aver messo in palese difficoltà Scafati nell’approcciarla.

IL GIOCATORE
Reduce dai venti punti contro Trapani nella partita contro Scafati Lupusor è riuscito a eguagliare il suo massimo in carriera con ventidue. La sua partita, passata a fare a sportellate con gente ben più grande e grossa di lui, è stata quasi perfetta fino ai minuti finali, quando tutta la squadra e non solo lui ha perso lucidità. Chiudere con una prestazione offensiva simile davanti ad avversari come Goodwin, che come tonnellaggio sono due Lupusor e mezzo, fa ancora più impressione.

IL MOMENTO DECISIVO 
Quando nei primi minuti di partita il tabellone recitava 17-5 chiunque tra i presenti a palazzo forse era già preparato al -40 finale. Invece proprio in quel momento i ragazzi di Moretti hanno trovato la forza per dare il colpo di reni necessario a rimettersi in partita, con il contributo anche di Ceccarelli per dire. Quello sforzo ha permesso al palazzo di entrare in partita, di credere forse per la prima volta in settimana che l’impresa fosse possibile. Quell’energia è arrivata fino al campo, alimentando l’irrazionale convinzione di staff e giocatori che potesse davvero succedere, assieme alle paure e insicurezze di Scafati, psicologicamente del tutto impreparata ad affrontare una partita con così tanti risvolti emotivi da affrontare.

LA STATISTICA
25-15. È la differenza nei punti generati dalla panchina tra le due squadre, un dato totalmente inaspettato perché a favore della Mens Sana, cioè la squadra che in teoria non aveva una panchina da schierare. Questo contributo inatteso ha permesso a Moretti di ruotare gli uomini con criterio, invece di spremere i ‘cosiddetti titolari’ per quaranta minuti, mentre Lardo cercava disperatamente un modo per non farsi risucchiare dal ritmo altissimo imposto da questi ragazzini folli senza nulla da perdere.

LA DICHIARAZIONE 
Nessuna, perché come specificato da Marruganti nel post partita: “Non ci sono le condizioni per parlare di pallacanestro. Ci tengo a ringraziare di cuore questi ragazzi meravigliosi che hanno fatto qualcosa di grande stasera, e lo staff che in questi giorni ha lavorato per la Mens Sana”. Ci hanno però pensato i tifosi a esprimersi fuori e dentro il palazzo, prima con un volantino distribuito in cui si elencavano le discordanze tra le dichiarazioni dei Macchi e quanto realmente fatto, poi con uno sciopero del tifo nel terzo quarto evidenziato da un esplicativo striscione: “O noi o voi”. Il gesto finale è stato poi di andare negli uffici della società a ringraziare personalmente Moretti per quanto fatto finora, che va ben oltre quanto si potesse chiedere a qualunque coach.

LA CHIAVE 
L’assenza dei Macchi ha evitato che il clima a palazzo diventasse ingestibile e forse è stata anche caldamente consigliata dalle autorità. Come ripetiamo da mesi, i prossimi giorni ci diranno molto del destino societario: risulta che il sindaco abbia chiesto di ricevere una delegazione di tifosi di varia estrazione (Brigata, Associazione e altro) martedì alle 19 dopo la Giunta. Al momento non è ancora chiaro se per ascoltare o per parlare. Non potrà non dire qualcosa. Che, a questo punto, sarebbe la prima presa di posizione ufficiale sulla crisi della Mens Sana, dopo un monitoraggio che va avanti da mesi. Il rischio concreto è però che questa mossa arrivi fuori tempo massimo, visto che nella giornata di lunedì scade il termine per presentare le liberatorie degli stipendi del trimestre ottobre-dicembre. Quello che manca sono quelle dello stipendio di dicembre (che doveva essere pagato il 5 gennaio). I 100mila euro promessi dalla famiglia Macchi per questa settimana non sono arrivati. Si va verso duemila euro di multa per ogni giorno di ritardo nella presentazione delle liberatorie, e dopo il quinto giorno arriverà un punto di penalizzazione. Come evidente dal saluto di Ranuzzi a fine partita e alla luce di questa situazione, tutti i senior del roster risultano aver chiesto di essere rilasciati anche loro, seppur senza speranze di chiudere la stagione in altre squadre italiane (a meno che la Mens Sana non si ritiri dal campionato).
In questo incubo l’unica dignità attualmente legata al nome Mens Sana è quella che abbiamo visto scendere in campo contro Scafati, perché per tutto il resto l’abbiamo persa da un pezzo.



  
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