10 Vittoria Servivano solo i due punti contro Cassino, e due
punti sono arrivati. Sporchi, sudati, contro una squadra che era molto più
organizzata di quanto possa far intendere la posizione in classifica e molto motivata a fare bene. Due punti arrivati alla fine di una partita a larghi tratti inguardabile, decisa da episodi e conclusa con un clima infernale. Ma sono arrivati.
https://www.aranzulla.it/programmi-per-fatture-948877.html (Lo sanno tutti che basta chiedere a Salvatore dai...)
8 Cosa c'è dietro ai due punti Solo poco tempo scrivevo dopo la partita contro
Rieti con parole abbastanza dure sul fatto che i tifosi della Mens Sana meritavano
rispetto da parte di una squadra che sembrava aver tirato totalmente i remi in
barca in quella circostanza. Scrivo oggi per dire che invece la vittoria contro
Cassino, lottata e sofferta fino all’ultimo non era affatto scontata in
questo momento. Proprio per questo è probabilmente ancora più da tenere in
considerazione. In un periodo in cui i giocatori non hanno neanche preparatori
o fisioterapisti per gestire degnamente una settimana con anche un turno
infrasettimanale, se pensate sia facile provateci.
7 Cassino La squadra di Vettese è arrivata con le idee chiare e la volontà di tentare di espugnare il palazzo. C'è quasi riuscita, è partita benissimo, poi calata, poi di nuovo tornata su quando poteva crollare, in generale non ha mai smesso di crederci. Contro una Mens Sana palesemente impaurita a tratti e in preda all'ansia del dover vincere a tutti i costi ha dimostrato di essere una squadra che forse non merita quella posizione.
6 Ispirazione Quella che traspare in questi giorni a Sanremo davanti a canzoni nate palesemente per raccontare la quotidianità della Mens Sana. Non ci credete? Basta guardare i titoli
- Negrita – I ragazzi stanno bene (ovvero la frase di quando non senti qualcuno da un po’ ma poi ti manda un lodo esecutivo)
- Arisa – Mi sento bene (L’autotraining di Moretti ogni volta che si alza la mattina)
- Francesco Renga – Aspetto che torni (storia di un flusso di cassa ribelle)
- Boomdabash – Per un milione (anche meno va bene comunque)
- Nino D’Angelo e Livio Cori – Un’altra luce (Come dicono la mattina alla Polisportiva partendo con le tronchesi)
- Mahmood – Soldi (eh vabbè…)
- Anna Tatangelo – Le nostre anime di notte (che Firenze la notte lascia perdere vai..)
- Loredana Bertè – Cosa ti aspetti da me (Marino a Moretti dopo aver preso solo tabella)
- Nek – Mi farò trovare pronto (frase standard dei procuratori di Morais e Pacher al 29esimo giorno dall’ultimo stipendio)
- Einar – Parole nuove (“Tutto pagato”)
5 La luce dei riflettori brucia Nel flusso di coscienza
Joyciano che è stata la conferenza di Macchi c’è stato anche il tempo per
sottolineare quanto sia difficile mettersi in contatto con sponsor quando il
tuo nome è sui media nazionali accostato a caratteri cubitali alla parola
FALLIMENTO. Pensate quindi come dovrebbe essere ora la situazione in una
settimana in cui c’è stato prima il “Caso Hall” seguito a ruota da comunicati
Giba, scioperi che poi forse no, notizie di addio di giocatori, che poi però non sono addii, ecc... La
Mens Sana è nella tempesta mediatica da un pezzo e mai per una notizia
positiva, per avvicinarsi in un momento simile e tendere la mano “ci
vuole del coraggio, e una certa dose d'impazienza” (cit)
4 Infine ne ebbe abbastanza Quasi passate sotto traccia con il putiferio
scatenato da Hall, ma le parole di Moretti in sala stampa hanno avuto il peso
di un macigno. Dopo aver evitato di parlarne (da vero professionista) per due
mesi per la prima volta il coach della Mens Sana ha parlato di quello che sta
accadendo attorno alla squadra. Ha fatto capire tutta la preoccupazione e l’ansia
per una situazione che sta palesemente sfuggendo di mano, su cui lui non ha
nessun controllo e che sta decidendo il destino del campionato molto più dei
reali meriti di questa formazione. Il fatto che abbia parlato adesso lo si può
leggere in molti modi, come uno sfogo dopo aver resistito fin troppo, come l’ennesimo
campanello d’allarme lanciato all’opinione pubblica, o come un segnale alla
dirigenza stessa.
Come sognavo la conferenza stampa di Moretti, e invece niente... |
3 25 giorni Il countdown fatto partire da Macchi per sentirsi libero di fare ciò che vuole. Per tutta la settimana ci sono state riflessioni su a chi fosse indirizzato tale messaggio, chi si deve far vivo in questi 25 giorni, a chi volesse mettere fretta. Io mi vorrei più che altro concentrare su una domanda: ma di preciso, cioè proprio proprio di preciso, quand'è che non si sono sentiti liberi di fare come gli pareva? Forse si sentivano le mani legate quando affermavano di pagare le persone solo a seconda della criticità della transazione, o quando mettevano in piedi una squadra che potevano permettersi fino a Dicembre? Chissà.
2 P.D.M. L'aver sbloccato il momento critico della settimana (cioè la possibilità di alcuni giocatori di uscire dai contratti in caso di mancato pagamento entro 30 giorni) pagando solo Morais e Pacher ha comportato in automatico l'applicazione del Protocollo P.D.M. per tutti gli altri giocatori a contratto. Può piacere o non piacere, ma si tratta pur sempre di una scelta, opinabile o meno che sia. Per i meno avvezzi ai termini dell'Economia Aziendale dicesi P.D.M. il cosiddetto Protocollo del Menga. Il seguito lo intuite...
1 Caso Mike Hall Premetto una cosa, ho sempre avuto grande stima sia per il giocatore Mike Hall che per l'uomo. Intemperante, scostante quanto volete, ma anche uno dei più lucidi 'insider' della pallacanestro italiana, in grado spesso e volentieri di fornire quadri mostruosamente precisi su quella che è la situazione in Italia per un giocatore americano. Proprio per questo motivo è stato uno dei miei osservati speciali per tutta la partita con Cassino e posso quindi dire con assoluta certezza che fino agli ultimi due minuti abbia tenuto un comportamento esemplare: mai una parola di troppo, testa bassa perenne, solita capacità allucinante di creare gioco per la sua squadra e quasi sempre è stato lui ad andare a calmare le intemperanze di Sorrentino. Ecco perché la giustificazione che ha dato allo scoppio di ira avuto mi è sembrata dal primo momento totalmente credibile, perché per l'appunto fino a quel momento era stato un giocatore esemplare, di quelli che vorresti sempre avere nella tua squadra. Io come molti altri non sono stato in grado di sentire o di testimoniare alcunché, e questa quindi resta e resterà la mia opinione personale sulla vicenda, senza fatti che possano suffragare né l'una né l'altra tesi (anche questo andrebbe ricordato). Ma per questo motivo ho anche visto per la prima volta dall'esterno quel famigerato 'muro' di cui bene o male si parla da sempre. Quello che la città (in questo caso i tifosi) erige attorno a qualcosa che viene giudicato in pericolo o sotto attacco. Per la prima volta ho seriamente dubitato di quello che veniva difeso, perché la mano sul fuoco che non ci possa essere un demente che abbia urlato quelle parole non me la sento di mettercela.
Anche nella frase detta da Hall all'arrivo "Io odio questo palazzo" non ci ho visto l'incredibile oltraggio di un atleta, ma l'esternazione normalissima di una persona che è sempre uscita sconfitta da lì. Concetto che tra l'altro secondo me ha spiegato molto meglio in un tweet precedente alla gara. Purtroppo questa situazione ha liberato sciacalli e menti tutt'altro che eccelse (ciao Pepper), ma è quello che succede sempre in questi casi. È difficile che un giorno possa essere dimostrato con certezza cosa sia successo, nel caso non fosse vero si tratterebbe di aver costruito dal nulla una cosa di cui Cassino non aveva alcun bisogno (in un momento in cui era pienamente in corsa per vincere la gara) per motivi che onestamente mi sfuggono, forse per limiti miei. Ma se fosse vero (sottolineo il se) vorrei sempre che qualsiasi atleta reagisca come ha fatto Hall, perché non è vero che i giocatori sono pedine, oggetti che devono pensare solo a giocare e stare muti accettando tutto, che non devono avere opinioni, che non devono rispondere a certe cose. Se si accetta tutto nel mondo non cambia mai niente. "Who I am is where I stand" dicevano.
0 Un giorno questo dolore ti sarà utile, o forse no È stata forse una delle settimane più degradanti di sempre per chi tifa Mens Sana. Tra conferenze stampa di cui non si capisce l'utilità, partite orribili, post partita ancora più orribili, ribalte nazionali, Striscia la Notizia, stipendi non pagati, paure, ansie, mancano solo le cavallette. Vorrei poter dire che tutto questo un giorno porterà a qualcosa. La realtà è che non lo so, e ormai non ho più nemmeno troppa voglia di illudermi.
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